ELISABETTA IOVINE
Da molto tempo il bicchiere di vino di troppo è sul banco degli imputati per chi si mette al volante e multe salate sono previste dal codice della strada. In Francia, però, hanno scoperto che non è soltanto l’alcol a influire negativamente sulle prestazioni del conducente dell’auto. Farmaci ansiolitici, ipnotici e antidepressivi non permettono di guidare con tranquillità. Non è un questione marginale perché, spiega Henry Hamard, membro dell’Accademia nazionale di medicina, circa un milione di persone è interessato dal problema. Insieme al Consiglio francese dell’ordine dei medici, l’organismo sta cercando di stabilire una procedura di segnalazione di un paziente inadatto alla guida. Per poter rispettare la regola del segreto professionale, una delle soluzioni su cui si sta rifl ettendo è quella di escludere il medico dalla procedura, che poggerebbe unicamente sull’informazione dichiarata a voce dall’automobilista. In caso di inesattezza dei dati forniti o di omissione in un incidente, potrebbero esserci conseguenze in materia di coperture assicurative per il conducente. Si viaggia comunque su un crinale delicato: da un lato si cerca di informare sulla pericolosità di un comportamento sbagliato e, dall’altro, non bisogna rompere il rapporto di fi ducia tra medici e pazienti. Se questi ultimi fi – nissero per interrompere il loro trattamento perché temono di perdere la patente, le conseguenze sarebbero devastanti. Una soluzione dovrebbe arrivare tra qualche mese. È comunque certo, in base a studi clinici, che l’assunzione di questo tipo di farmaci provoca l’aumento del rischio di incidenti all’inizio della cura o in occasione di modifi che del trattamento. L’indagine ha anche appurato che il rischio sale del 34% per chi aveva preso almeno un antidepressivo il giorno precedente la guida. In caso di cambiamenti nella prescrizione il pericolo è leggermente più basso (32%). Il gruppo di studiosi evidenzia che i medici devono a tutti i costi informare i pazienti sul pericolo che corrono nel caso in cui si mettano al volante, soprattutto nella fase iniziale delle cure. Ciò non avviene regolarmente, tenuto conto che il problema si amplifi ca con il passare dell’età. Non si tratta di colpevolizzare le persone anziane, ma di intensifi care i controlli specialmente dopo i 70 anni. © Riproduzione riservata