di Carlotta Scozzari
Colpo di scena all’assemblea degli azionisti di Monte dei Paschi di Siena. Ieri, a sorpresa, il presidente Alessandro Profumo ha annunciato un cambiamento rispetto all’originaria proposta di modifica dello statuto della banca, che avrebbe dovuto attribuire più poteri a lui e all’ad, Fabrizio Viola. Profumo ha rinunciato alla possibilità di nominare i responsabili di strutture a riporto diretto del cda, cedendo l’incarico a Viola, che in questo modo viene a ricoprire un ruolo di primo piano all’interno del board. La proposta di modifiche statutarie, che interessano sei punti dello statuto, ha ottenuto il via libera dai soci in assemblea con il 99,15% delle azioni rappresentate. Ieri l’assise, in sede straordinaria, ha, inoltre, deliberato a maggioranza (oltre il 98% dei presenti) che sarà il cda a decidere i tempi (la delega dura cinque anni) e i modi dell’aumento di capitale da un miliardo di euro, con esclusione del diritto di opzione, già approvato nella precedente assemblea dell’istituto di Rocca Salimbeni. Il presidente della Fondazione Mps, socia della banca al 35%, ha spiegato che l’ente ha deciso di appoggiare la delega alla ricapitalizzazione «nell’interesse della banca e della comunità». Quanto ai possibili sottoscrittori dell’operazione, Profumo ha dichiarato di non avere la «minima idea» di chi possa trattarsi. «Abbiamo detto che l’azionista ideale non è industriale perché non vogliamo vendere la banca e lo abbiamo ribadito in cda. Vogliamo mantenere la piena autonomia, ne abbiamo le dimensioni», ha detto il presidente di Mps rispondendo alle domande dei soci. Quanto al «tetto» azionario del 4% previsto dallo statuto per tutti i soci della banca diversi dalla Fondazione, Profumo ha puntualizzato che se «sarà ostativo alla realizzazione dell’aumento di capitale, andrà rimosso». Profumo si è soffermato poi sui «Monti bond» per l’emissione dei quali la banca attende il via libera Ue, precisando che la sottoscrizione avrà luogo «sicuramente prima della fine dell’anno». Viola si è invece focalizzato sul dossier cessioni: «Abbiamo un portafoglio partecipazioni articolato – ha detto l’ad – che assorbe capitale. È fondamentale quindi accelerarne le dismissioni».