Luigi Dell’Olio
Milano L e disposizioni dell’Antitrust per evitare il formarsi di posizioni dominanti da una parte. La crisi che riduce i margini dall’altra. Infine le normative internazionali che impongono un rafforzamento dei requisiti patrimoniali. Tre fattori che stanno spingendo il mercato assicurativo italiano verso una nuova stagione di fusioni e acquisizioni. Le ultime voci di mercato segnalano l’interesse del fondo di private equity Permira per l’acquisto dei premi in dismissione del futuro colosso che nascerà dalla fusione tra Unipol e Fonsai (ottavo operatore assicurativo europeo, secondo in Italia, con la leadership nel comparto danni) e che faranno capo a Milano Assicurazioni. L’operatore inglese, che ha già in portafoglio due compagnie assicurative nel suo Paese (Acromas, ramo danni, e Just Retirementm, segmento vita), sarebbe orientato ad avanzare una proposta per l’intera società, con l’obiettivo di farne emergere il valore, per poi uscirne tra qualche anno tramite quotazione in Borsa o cessione a un soggetto industriale. Uno scenario che nelle ultime sedute ha generato pressione sui titoli della galassia Unipol, con gli analisti che giudicano positivamente l’interesse degli investitori istituzionali verso le dismissioni imposte dall’Antitrust alla futura entità post-fusione. Le stesse ragioni danno fiato alle ipotesi di cessioni da parte del nuovo colosso assicurativo nel ramo Rc auto, con Axa (che da tempo ha sottolineato di voler crescere nel mercato italiano), Allianz
(che ha da poco riorganizzato la propria struttura italiana con l’obiettivo di accelerare sul tasto dell’efficienza), Cattolica e Zurich tra i possibili candidati. Le novità non finiscono qui, considerato che le operazioni di m&a realizzate nel pre-crisi in molti casi stanno mostrando di non reggere più il nuovo contesto di mercato. E considerato peraltro che le autorità internazionali impongono alle compagnie assicurative un rafforzamento patrimoniale che minimizzi il rischio di una nuova ondata di sfiducia da parte degli investitori. La ventata di novità non risparmia il leader nazionale Generali, che in estate — dopo un lungo braccio di ferro tra i grandi soci delusi dalle performance di Borsa della società triestina — ha sostituito l’amministratore delegato, con Mario Greco che ha preso il posto di Giovanni Perissinotto. Il nuovo timoniere è intervenuto da subito rinnovando la prima linea dirigenziale e ora sta lavorando al nuovo piano industriale, che dovrebbe puntare su una maggiore focalizzazione sul business assicurativo, mettendo in secondo piano il peso delle partecipazioni finanziarie. In questa logica rientra il recente accordo per la cessione della partecipazione detenuta nella israeliana Migdal Insurance (69,13%) a Eliahu Insurance Company, per una somma superiore ai 700 milioni di euro. Dismissioni che potrebbero essere seguite da quelle della svizzera Bsi e del business vita negli Stati, con l’obiettivo di far cassa in vista del 2014, quando potrebbe sciogliersi la joint venture Generali- Ppf e il gruppo assicurativo triestino potrebbe trovarsi a dover rilevare il 49% dal finanziere ceco Petr Kellner (il quale, secondo gli accordi, può esercitare una “put”) per una somma stimata intorno ai 2 miliardi e mezzo di euro. Intanto nelle prossime settimane potrebbero esserci novità nell’azionariato del Leone di Trieste, con Mediobanca che appare intenzionata a cedere una parte della sua quota (si parla del 3%) per rientrare nei parametri di Basilea 3. Tra i possibili compratori, il principale candidato appare Leonardo Del Vecchio (già azionista della compagnia con il 3%), fresco dei 486 milioni di euro incassati dalla vendita del 3,8% della sua Luxottica. 1 2 3 Nelle foto le sedi di Unipol (1), Zurich (2) e Generali (3), tra i grandi gruppi assicurativi coinvolti in operazioni di fusioni e acquisizioni