Il convegno “Salute e sicurezza sul lavoro – Strategie e nuove prospettive per lavoratori e imprese” martedì a La Spezia ha fatto da cornice alla presentazione del nuovo Rapporto regionale INAIL della Liguria, da cui emerge un calo degli infortuni denunciati nel 2011 e una riduzione delle malattie professionali pari al 12,7% rispetto all’anno precedente. Un dato, quest’ultimo, particolarmente significativo perché in netta controtendenza rispetto a quello rilevato a livello nazionale, in continuo aumento negli ultimi anni.
“Un modello di azione a misura del territorio”. “La scelta di organizzare qui a La Spezia il consueto appuntamento annuale ha il senso di esprimere, in modo tangibile, un modello di azione istituzionale a misura del territorio e di rendere atto dell’impegno che la sede ha profuso per la costruzione di una rete locale particolarmente attiva ed efficace”, ha spiegato il direttore regionale INAIL, Alessandra Lanza, nel corso del convegno, al quale hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale alle Politiche attive del lavoro e dell’occupazione, Enrico Vesco, il direttore regionale Inps, Fabrizio Ottavi, e il direttore regionale della direzione regionale Lavoro, Paolo Vettori.
A partire dal 2009 meno occupazione. L’andamento dell’occupazione in Liguria è stato in crescita tra il 2000 e il 2008 (salvo un leggero punto di “flessione” nel 2004). Dal 2008 è iniziato un arresto della crescita, seguito da una diminuzione. Gli addetti assicurati all’INAIL, che rappresentano circa il 75% degli occupati stimati dall’Istat, sono anch’essi aumentati progressivamente, con andamento parallelo a quello degli occupati, fino a una contrazione nel 2009 e 2010 pari al 3,6%.
In aumento gli incidenti in itinere. Gli infortuni sul lavoro denunciati nel 2011 sono stati 25.490 (-10,6% rispetto al 2008). Tra il 2002 e il 2010, ultimo anno con dati sufficientemente stabilizzati, al netto degli infortuni “in franchigia”, che si sono cioè risolti entro tre giorni, le denunce sono scese da 30.544 a 27.395, con una contrazione complessiva del 10,3% (circa 3.150 infortuni in meno). La componente degli infortuni in itinere, avvenuti nel tragitto casa-lavoro-casa, nel 2001 rappresentava il 5,8% degli infortuni riconosciuti ed è progressivamente aumentata fino a raggiungere, nel 2010, il 14%. La ripartizione degli infortuni per settore di attività vede ai primi due posti i Trasporti e le Costruzioni, seguiti da Attività immobiliari e servizi, e Pubblica amministrazione. In questi quattro settori negli ultimi dieci anni sono avvenuti complessivamente circa la metà degli infortuni riconosciuti in Liguria.
Nel 12% dei casi coinvolti lavoratori stranieri. Se nel 2000 gli infortuni dei lavoratori non italiani in Liguria erano pari a circa il 5% del totale, negli ultimi anni questa percentuale è salita fino a toccare quota 12%. Nel 2008 e 2009 il 60% degli infortuni dei lavoratori stranieri hanno coinvolto persone originarie di sei Paesi: Ecuador, Marocco, Albania, Romania, Perù e Tunisia.
Nel 2011 un morto in più rispetto al 2010. Nel 2011 i casi di infortunio sul lavoro mortale in Liguria sono stati 17, uno in più rispetto all’anno precedente. Dati i numeri relativamente bassi, non è individuabile, però, una tendenza chiara nell’ultimo decennio, anche se dai 78 casi che si sono verificati complessivamente nel triennio 2001-2003 si è scesi ai 54 casi dell’ultimo triennio 2009-2011). Nella regione la quota di infortuni mortali legati alla strada, sia in occasione di lavoro sia in itinere, tra il 2006 e il 2011 è stata complessivamente pari al 43%, quindi inferiore rispetto al dato nazionale, dove almeno la metà degli eventi mortali sono legati alla strada (in occasione di lavoro e in itinere).
Tra le patologie prevalgono quelle riferibili all’amianto. Le malattie professionali denunciate in Liguria nel 2011 sono state 848, il 12,7% in meno rispetto al 2010. Questa diminuzione è in netta controtendenza rispetto al dato nazionale, che negli ultimi anni è in continuo aumento e che tra il 2010 e il 2011 ha fatto registrare un ulteriore incremento, pari al 9,6%. Dal punto di vista della tipologia, prevalgono nettamente tre gruppi: le malattie riferibili all’amianto (croniche e neoplastiche) si collocano tra il 35 e il 40%, le ipoacusie e le malattie osteo-artro-muscolo-tendinee, invece, tra il 20 e il 25%.
Fonte: INAIL