di Carlotta Scozzari
Oltre ai manager che andranno ad affiancare il consigliere delegato, Enrico Tomaso Cucchiani, l’altra grande novità legata all’imminente rinnovo degli organi di Intesa Sanpaolo è rappresentata dall’ingresso delle donne ai piani alti, come impone la legge sulle quote rosa. Secondo indiscrezioni raccolte da F&M, la Compagnia di Sanpaolo, primo socio di Ca’ de Sass, avrebbe in mente in particolare un nome: Patrizia Polliotto, che in questo momento siede nel comitato di gestione dell’ente torinese presieduto da Sergio Chiamparino. L’avvocato torinese potrebbe pertanto comparire nella lista di candidati per il consiglio di sorveglianza che la Compagnia, se deciderà di procedere come nel 2010, dovrebbe presentare con l’altro azionista forte di Intesa, la Cariplo di Giuseppe Guzzetti. C’è, tra l’altro, chi non esclude che Polliotto possa addirittura approdare nel consiglio di gestione di Intesa, organo che sarà nominato dal nuovo cds (se questo dovesse essere il caso ovviamente l’avvocato non entrerebbe nel consiglio di sorveglianza). Tra le altre candidate per il cds che potrebbero figurare nella lista della Compagnia si segnalano anche Caterina Bima, ex vicepresidente dell’ente prima di Elsa Fornero (attuale ministra del Lavoro e del Welfare e prima ancora vicepresidente del cds di Intesa) e ora componente del consiglio di amministrazione della controllata di Intesa Fideuram, e qualcuno fa anche il nome di Daniela Del Boca, professoressa di economia all’università di Torino. Del resto, l’ente è sempre stato attento alle quote rosa: sotto la presidenza di Sergio Chiamparino siedono nel consiglio generale sei donne su 21 componenti dell’organo (oltre a Del Boca ci sono Amalia Bosia, Maria Caramelli, Suor Giuliana Galli, Isabella Massabò Ricci e Franca Fagioli). Viceversa, l’unica donna al momento presente negli organi della banca, dopo l’uscita di Fornero quasi un anno fa, è Rosalba Casiraghi, consigliere di sorveglianza indipendente nominata da Assogestioni. Nel cdg della banca guidata da Cucchiani non c’è, invece, nemmeno una donna (la legge sulle quote rosa prevede ce ne debbano essere almeno un quinto). Ieri, intanto, come da attese, i soci di Ca’ de Sass hanno dato il via libera con il 99,46% dei voti favorevoli alle modifiche dello statuto che variano il sistema duale e in particolare prevedono l’ingresso in cdg di un numero di manager compreso tra i due e i quattro, che andranno ad affiancare Cucchiani e i due vicepresidenti. Questi ultimi, ha chiarito il presidente del cds Giovanni Bazoli in assemblea, «saranno esecutivi e avranno una posizione quasi equiparabile a quella dei manager che faranno parte del cdg». La modifica del sistema duale è stata decisa per rendere il processo decisionale più snello e consentire l’eliminazione delle molte e sovrabbondanti commissioni. Ora si tratterà di capire chi saranno questi manager che entreranno in cdg, che ovviamente dovranno essere scelti tra i dirigenti di società appartenenti al gruppo (difficile che non ci siano il numero uno del corporate e investment banking Gaetano Miccichè e Giuseppe Castagna, da tempo in odore di nomina alla Banca dei Territori). Sicuramente si saprà a inizio dell’anno prossimo, quando Bazoli, come già dichiarato settimana scorsa, intenderebbe anticipare il rinnovo degli organi di Intesa, la cui naturale scadenza sarebbe in primavera. La preoccupazione del presidente del cds di Intesa è che l’Italia possa essere attraversata da una nuova ondata speculativa sul debito pubblico in concomitanza con le elezioni. «Tutti ci auguriamo che non succeda – ha detto Bazoli – ma se succedesse, non sarebbe meglio che la banca si presenti con gli organi nella pienezza delle funzioni?». Nel frattempo, con il rinnovo degli organi, appare sempre più probabile la sostituzione del presidente del cdg di Intesa, Andrea Beltratti. «Stiamo riflettendo su un complesso di questioni», ha detto ieri Chiamparino, che nei giorni scorsi avrebbe sondato Gian Maria Gros-Pietro, tra l’altro già componente del comitato di gestione della Compagnia (la designazione del presidenza del cdg, in base agli accordi non scritti stipulati all’epoca della fusione, spetta all’ente torinese). Alla riunione dei soci di ieri ha presenziato il 56,653% del capitale. Tra gli azionisti oltre i 2%, la Compagnia stessa con il 9,71%, Cariplo con il 4,94% ed Ente Carifirenze con il 3,32%, tutti e tre stabili dall’ultimo aggiornamento di settembre. Viceversa, la Cariparo è scesa al 4,67% dal 4,774%, Generali al 3,14% dal 3,274%, Blackrock al 2,43% dal 3,179 e Fondazione Caribologna al 2,02% dal 2,728 per cento.