Adriano Bonafede
Roma E ora le compagnie tremano. Come sarà la nuova vigilanza targata Banca d’Italia? Dopo un decennio dominato dal presidente-direttore generale Giancarlo Giannini, gli assicuratori avevano più o meno capito cosa chiedeva loro l’Isvap e come ci si doveva muovere. Ogni tanto Giannini agitava qualche totem davanti all’opinione pubblica, come l’esplosione delle tariffe Rc auto, ma di fatto tra l’organo di controllo e le imprese era instaurato un quieto vivere. C’erano, è vero, degli strani casi di accanimento terapeutico, come quando per una singolare coincidenza, nel bel mezzo della guerra fra Geronzi e Perissinotto in Generali fu resa pubblica una lettera dell’Isvap che, a molti mesi dai fatti accaduti e pur già notati dall’istituto, mettevano in risalto la “put” di Petr Kellner sul 49 per cento della joint venture con la compagnia di Trieste. O, al contrario, c’era un evidente ritardo nello spulciare i bilanci in cerca di magagne, come ha tristemente dimostrato il caso Fonsai, con la sistematica sottoriservazione dei sinistri. Caso Fonsai che, detto per inciso, è stato la vera goccia che ha fatto traboccare il vaso e aperto la strada prima al commissariamento, poi alla nascita di una nuova authority completamente diversa sotto il controllo della Banca d’Italia, l’organo di vigilanza più autorevole che ci sia in Italia. Il nuovo Ivass nascerà nelle prossime settimane. Entro il 4 novembre dovranno essere approvati lo Statuto e le procedure di nomina dei due nuovi consiglieri che, insieme al presidente (per legge sarà il direttore generale della Banca d’Italia, adesso Fabrizio Saccomanni) formeranno l’organo di gestione. Mentre gli stessi tre, più i quattro rimanenti membri del Direttorio della Banca d’Italia (tra cui lo stesso Governatore Ignazio Visco) formeranno il Consiglio d’amministrazione che definirà gli obbiettivi strategici. L’Ivass rimarrà un organo separato dalla Banca d’Italia che comunque ne deciderà gli indirizzi e la gestione. L’iter per la nomina dei due consiglieri esterni è particolarmente complesso, e vede una proposta del Governatore insieme al ministro per lo Sviluppo da portare poi in Consiglio dei ministri per l’approvazione. Un Dpr renderà poi operative le nomine. Finalmente si cambia, quindi. Ma l’idea di ridare autorità all’organo di controllo sulle assicurazioni è come un fiume carsico che si è sviluppato, si può dire, fin dal lontanissimo 1982, quando questo istituto nacque per scorporo dell’ufficio che c’era all’allora ministero dell’Industria. La conquista di una vera autonomia dalle compagnie è stato un processo lungo e difficile e mai veramente compiuto, come dimostrano i ripetuti tentativi nel corso degli anni di accorparlo alla Banca d’Italia o alla Covip (l’istituto di vigilanza sui fondi pensione). Anche in quest’ultima occasione, risolutiva, il tentativo iniziale del governo è stato quello di accorpare anche la Covip e riportare entrambi sotto l’alveo della Banca d’Italia. Alla fine, però, resistenze politiche e sindacali (i sindacati controllano di fatto i consigli d’amministrazione dei fondi pensione) pare abbiano bloccato la confluenza della Covip nel nuovo istituto. La confluenza potrebbe però essere stata soltanto rimandata nel tempo, perché in effetti la Covip ha la vigilanza su prodotti finanziari e persino su un particolare prodotto assicurativo assimilato ai fondi pensione, il Fip. La logica dice che tutto dovrebbe rientrare sotto la vigilanza della Banca d’Italia. Intanto il pool messo in piedi da Saccomanni si sta dando da fare per preparare il nuovo Statuto che dovrà essere pronto per il 4 novembre. Non sarà facile passare dall’Isvap all’Ivass perché i metodi operativi tra Isvap e Banca d’Italia sono completamente diversi. L’Ivass non sarà quindi il mero contenitore di un organo già esistente, ma un nuovo organo che incorporerà il personale dell’Isvap. Si sa che il pool di Saccomani sta lavorando affinché la vigilanza riguardi oltre che gli assetti organizzativi anche la governance delle imprese assicurative, un elemento abbastanza trascurato nella vecchia gestione dell’Isvap. La Banca d’Italia applicherà anche alle assicurazioni gli stessi standard internazionali che già applica alle banche. E’ probabile che si vada verso una distinzione più netta fra organi di controllo e organi di gestione all’interno delle compagnie