Sono ore particolarmente tese in Europa quelle che dividono il vertice di domenica scorsa con quello già programmato per domani, in cui i leader europei dovrebbero finalmente approvare le decisioni in merito al fondo salva stati e al taglio dal 21 al 50-60% dell’haircut sul debito della Grecia.
Sul tappeto ci sarebbero due schemi per dotare di leva il fondo salva-stati europeo (Efsf). Secondo il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, nessuno dei due schemi coinvolgerebbe la Banca centrale europea e le due opzioni non sarebbero esclusive. Dal canto suo, ieri mattina, il ministro delle finanze francese, Francois Baroin, in un’intervista alla radio Europe 1, ha confermato che l’ipotesi di trasformare l’Efsf in un istituto bancario è praticamente tramontata e che potrebbe essere creato un cosiddetto «Special purpose vehicle» (Spv), che permetterebbe di raccogliere fondi privati. L’Efsf deve essere reso «il più efficiente possibile», senza però che la Germania aumenti il proprio impegno, ha spiegato Seibert, aggiungendo che le discussioni dei leader europei sono a un livello molto avanzato sia sulla questione dell’Efsf, sia su quella dell’haircut sul debito della Grecia. Sulla stessa linea anche Baroin, che si aspetta un piano condiviso e definitivo per la soluzione della crisi del debito dell’Eurozona, domani. Il parlamento tedesco, hanno intanto spiegato ieri fonti vicine alla coalizione di governo tedesca, voterà domani le proposte relative all’estensione della capacità di credito del fondo. Inizialmente, tale proposta avrebbe dovuto ottenere solo l’approvazione della commissione bilancio, mentre adesso l’intera camera bassa, il Bundestag, voterà sulle modifiche al fondo, prima che il cancelliere, Angela Merkel, parta per il vertice Ue. Il fondo salva-stati potrebbe essere esteso anche all’Italia. L’ipotesi è circolata con insistenza ieri, in ambienti diplomatici ed è stata ripresa dall’agenzia France presse. L’obiettivo sarebbe quello di consentire alla Penisola di rifinanziarsi sui mercati a condizioni ragionevoli. Al momento questa ipotesi sarebbe al vaglio di tecnici dell’area euro riuniti in un gruppo di lavoro che deve preparare il vertice di domani.
Con la ratifica degli accordi del luglio scorso, l’area euro ha appena ampliato le possibilità operative del Efsf, dotandolo anche di nuovo strumenti. D’ora in avanti, stando alle fonti, è previsto che possa lanciare un programma di sostegno detto di precauzione a favore di un paese e quindi non più soltanto massicci programmi di aiuto come quelli lanciati dall’Ue su Grecia, Irlanda e Portogallo. Questi nuovi interventi precauzionali vedrebbero lo Efsf intervenire con acquisti su titoli di stato già in circolazione, sostituendosi così agli interventi attualmente operati dalla Bce. E sarebbe un intervento di questo tipo che si sarebbe ipotizzato sull’Italia. Tuttavia, si tratterebbe solo di ipotesi. Tanto che, ieri sera, la Commissione europea ha smentito che si stia ipotizzando di far ricorso al fondo salva-stati a favore dell’Italia. «Non c’è alcuno sviluppo nuovo riguardante l’Efsf e l’Italia», ha affermato Amadeu Altafaj, portavoce del commissario europeo agli affari economici, Olli Rehn, in merito alle indiscrezioni di stampa.
Intanto, in vista del forte aumento dell’haircut per le banche dell’Eurozona, che dovrebbero ricapitalizzare per circa 200 miliardi di euro, gli istituti di credito tedeschi stanno correndo ai ripari. A detta di Michael Kemmer, capo dell’Associazione federale delle banche tedesche (BdB), esse hanno capitali sufficienti a sostenere una svalutazione «appropriata» delle loro esposizioni ai titoli di stato greci. Kemmer non ha tuttavia specificato l’entità che dovrebbe avere l’haircut per essere definito «appropriato», né se nuovi stress test da parte dell’Autorità bancaria europea (Eba) potrebbero mostrare un’insufficienza dei capitali degli istituti. Più dettagliato l’esame di Christian Brand, presidente dell’Associazione delle banche pubbliche tedesche, secondo cui il settore in Germania, avrebbe bisogno di nuovi capitali per 5,5 mld, in vista dell’ulteriore svalutazione del debito sovrano greco e dei nuovi stress test che saranno condotti dall’Eba. «Gli istituti», ha specificato Brand, «avranno tempo fino a giugno 2012 per colmare questo vuoto».
Dal canto loro, anche le banche francesi si sono dette disposte ad accettare un haircut intorno al 50%, percentuale, che sarebbero in grado di sopportare.