I figli sono il dono più grande. Arrivano e stravolgono la nostra vita facendola evolvere in ogni aspetto. Tutto cambia attorno a noi e anche nella gestione del budget familiare bisogna tenere in considerazione le nuove spese. Si possono suddividere i costi in due grandi aree: i costi che si sostengono per mantenere i figli fino al termine degli studi superiori (19 anni) e quelli che si sostengono per mandare i figli all’università o anche a un master post laurea in Italia o all’estero, oggi percorso obbligato per chi desidera raggiungere certe posizioni. Se per la parte di mantenimento si può usare il cosiddetto reddito corrente (quello che deriva dall’attività lavorativa), per gli studi universitari o il master è importate pianificare correttamente un piano di investimento che consenta di sostenere tutti i costi, e non sono pochi, che saranno necessari per permettere ai nostri figli di raggiungere traguardi importanti. L’università e i master post laurea quando non sono seguiti nella città in cui si vive (e questo capita molto spesso perché i migliori sono solo in alcune città italiane, europee e mondiali) sono molto costosi perché occorre aggiungere al costo del corso anche il vitto, l’alloggio e le spese di trasferta. Il costo annuo può oscillare tra i 7.500 e i 15 mila euro. Si tratta di cifre importanti che in Italia gravano molto spesso sulle spalle dei genitori a differenza di molti Paesi stranieri come, ad esempio, Francia e Inghilterra, dove è più frequente che i ragazzi contribuiscano al loro mantenimento durante gli studi. Cosa fare quindi? Il modo migliore è quello di seguire una sana pianificazione finanziaria che leghi il crescere del bambino al tempo dell’investimento. In questo modo si riesce a ragionare in un’ottica di lungo termine che sappiamo essere la più efficiente, ultimi dieci anni a parte, per riuscire ad ottenere soddisfazioni dal risparmio. Una possibile soluzione è quindi il Pac (Piano di accumulo) che consente, con un investimento a rate mensili (o con la frequenza che si preferisce) di entrare nel mercato azionario in modo graduale. Investendo, ad esempio, 200 euro al mese per vent’anni con un’ipotesi di rendimento medio annuo del 5%, si arriva ad avere circa 80 mila euro alla fine del periodo. Una buona base di partenza per iscrivere nostro figlio all’università oppure per aiutarlo nell’acquisto di una casa. Appena nasce (già dal primo mese quindi), iniziamo a investire una percentuale (5/10%) del nostro reddito corrente in un Pac sul mercato azionario mondiale in modo da avere la massima diversificazione possibile e seguire la crescita nel mondo nel suo complesso. Si tratta di un sacrificio, soprattutto di questi tempi, ma necessario per farci dormire sonni tranquilli in futuro. Quando nostro figlio inizierà a diventare grande sarà anche utile coinvolgerlo nel progetto di investimento spiegandoli l’importanza di una corretta pianificazione finanziaria per raggiungere i nostri obiettivi. Sarà quindi educativo anche per lui capire l’importanza di un metodo chiaro e razionale negli investimenti necessario per soddisfare i nostri bisogni reali. Investire tanto per investire serve invece a poco perché manca l’aspetto più importante e cioè la concretizzazione dei nostri desideri. I figli sono anche utili per aiutarci a costruire una metodologia di investimento che partendo dalle loro esigenze ci insegni a pianificare correttamente il nostro futuro. (riproduzione riservata)
Paolo Martini
responsabile marketing e wealth management di Azimut