Creare un piccolo tesoretto per i propri figli cominciando a investire sin da quando sono piccoli. Alla luce dello scenario di difficoltà che si va profilando per il medio periodo, tra posti di lavoro sempre meno stabili e welfare pubblico in arretramento, non c’è scelta migliore che costruire un capitale nel lungo periodo, con il vantaggio di ridurre al minimo l’impatto della variabile temporale.
Pac, soluzioni senza pensieri ma per chi ha conoscenze finanziarie.
Lo strumento più immediato di investimento dilazionato nel tempo è il Pac (Piano di accumulo del capitale). Non si tratta di un prodotto, ma di una strategia utilizzabile ai vari strumenti finanziari, dalle azioni ai fondi comuni, agli Etf e così via. Il punto di partenza è dato dalla somma che si intende investire e dalla tempistica dei versamenti. Ipotizziamo di voler creare un capitale investendo 500 euro ogni tre mesi nello stesso fondo comune. In questo modo si comprerà un numero maggiore di quote durante i periodi di ribasso e un numero inferiore durante quelli di rialzo. Nel lungo periodo, il risultato sarà di aver accumulato un capitale indipendentemente dall’andamento dei mercati. Con la strategia di acquisti a rate, quindi, il piccolo investitore non punta alla massimizzazione del rendimento, ma alla migliore performance nel rapporto rischio/rendimento. Oltre a rispettare le scadenze, un altro elemento da considerare è il costo commissionale: solitamente gli istituti di credito prevedono una commissione minima per ciascun acquisto, che inevitabilmente pesa sul rendimento reale dell’investimento. Così, per chi riesce a risparmiare solo poche decine di euro ogni mese, può essere più conveniente effettuare i versamenti ogni semestre anziché su base mensile. Al di là del rendimento finanziario, il Pac ha un altro vantaggio non trascurabile: impegnandosi a destinare una quota mensile dei propri risparmi all’investimento, si evita di spendere la stessa cifra in acquisti voluttuosi e si costruisce nel tempo un capitale importante da impiegare secondo necessità. Se il fai-da-te nel Pac è adatto a chi ha una certa dimestichezza con il mondo della finanza, per gli altri è preferibile affidarsi a una delle soluzioni ad hoc messe a punto dalle fabbriche prodotto e ideati proprio sulla logica dei versamenti rateali.
L’alternativa assicurativa. Le polizze assicurative hanno sostanzialmente tenuto anche nelle fasi più dure della crisi finanziaria. Segno che lo strumento continua a piacere ai risparmiatori o, più probabilmente, che su questo fronte l’offerta resta molto aggressiva e ben organizzata. Tra le varie soluzioni assicurative, quelle più adatte alla finalità di creare un capitale per eventuali esigenze di studio o lavoro sono le polizze vita che permettono il riscatto del capitale accumulato a una certa scadenza. Solitamente queste soluzioni di investimento seguono logiche molto conservative, orientate a minimizzare il rischio, ma il consiglio sempre valido è di leggere bene tutte le condizioni previste, oltre alle scelte di investimento adottate, per capire se i rendimenti garantiti promessi, lo sono anche nei fatti. Il punto debole delle soluzioni assicurative è costituito dai costi commissionali (mediamente più elevati rispetto ad altre soluzioni di investimento) e dall’esistenza di penali in caso di riscatto anticipato rispetto alla scadenza naturale indicata sul contratto. Il vantaggio è rappresentato dal risparmio fiscale: in sede di dichiarazione dei redditi, infatti, è possibile detrarre il 19% fino a un massimo di 245,32 euro all’anno.
I libretti di risparmio e i buoni fruttiferi. Le ultime innovazioni normative rendono oggi meno appetibile il ricorso ai libretti di risparmio, tanto in voga in passato.
Questi strumenti, che consentono solo il versamento e il prelievo dei contanti nei limiti delle somme depositate in cambio di costi commissionali particolarmente contenuti, dal 1° ottobre scorso possono ospitare fino a un massimo di 2.500 euro. Quindi, resteranno in vita solo per risparmi particolarmente contenuti. L’ultima alternativa è costituita dai buoni fruttiferi. Si tratta di titoli emessi dalla Cassa depositi e prestiti, garantiti dallo Stato italiano e commercializzati attraverso gli sportelli di Poste Italiane. Presentano il vantaggio di garantire sempre la restituzione del capitale investito e gli interessi maturati; di contro in genere presentano rendimenti contenuti a causa di scelte di investimento particolarmente prudenziali.
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