Dopo il taglio del rating dell’Italia è arrivato anche l’atteso downgrade per molte aziende pubbliche e private italiane, a cominciare da quello delle due principali banche, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Ma Moodys’non ha risparmiato Eni, Enel, Terna Finmeccanica, Poste italiane.
Si salvano invece i rating di Generali (Aa3, “l’ampia diversificazione del gruppo e le caratteristiche flessibili di prodotto servono ad isolarlo in qualche modo dallo stress relativo al debito sovrano italiano”) ed Allianz (Aa3, Moody’s si attende che la compagnia, forte dell’appartenenza al gruppo Allianz SE, rimanga redditizia in futuro), anche se l’outlook passa da stabile a negativo.
Sul fronte degli istituti di credito, il giudizio di Moody’s riflette soprattutto il coinvolgimento dell’Italia nella crisi dei debiti sovrani che sta colpendo gran parte dell’Eurozona. «E nell’attuale situazione economica – spiegano gli analisti di Moody’s – i bassi tassi di crescita e le misure di austerity del governo costituiscono un ostacolo per il gruppo in Italia e negli altri mercati». E tutto ciò – proseguono – «potrebbe aumentare le pressioni negative sulla redditività e sulla qualità degli asset».