Conclusione positiva per l’asta sui Bot di ieri, con i titoli a un anno che hanno visto scendere in maniera significativa i rendimenti rispetto a quella precedente di metà settembre, pur a fronte di una buona domanda. Un risultato non sorprendente, considerando che la situazione sui mercati obbligazionari dei Paesi periferici dell’area euro si è sensibilmente normalizzata rispetto a un mese fa, quando lo spread di rendimento tra Btp e Bund a dieci anni aveva superato più volte i 400 punti base pur senza a toccare le vette del 6,3% segnate dai rendimenti a inizio agosto, il momento più nero della crisi del debito sovrano.
La domanda sui 7 miliardi di euro di Bot a 12 mesi è stata di 1,88 volte l’offerta, con un rapporto di copertura in chiaro rialzo dalle 1,56 volte dell’asta precedente.
![](http://1.1.1.4/bmi/www.milanofinanza.it/artimg/2011/200/1738417/1-img925953.jpg)
Sempre ieri, inoltre, il Tesoro italiano ha collocato anche 2,5 miliardi di euro di Bot flessibili a 74 giorni a un rendimento medio dell’1,735%, con rapporto di copertura tra domanda e offerta di 3,05 volte. Il tutto con lo spread di rendimento con il Bund a dieci anni che ieri si collocava poco sopra i 350 punti base.
Nonostante l’esito positivo, la crisi non può dirsi certo del tutto archiviata. Non a caso lo spread con il Bund a cinque anni era infatti ancora a oltre 385 punti base. Un rendimento del 3,57% a un anno, come quello spuntato ieri per i Bot, pur in calo dal 4,153% dell’asta di settembre non è infatti un livello ottimale, se si pensa che il Bund non rende così tanto nemmeno a 30 anni: ieri sul mercato secondario il governativo tedesco a quella scadenza offriva infatti solo poco meno del 2,82% contro il 6,53% del Btp.
Sempre ieri, inoltre, i bond della Norvegia in corone norvegesi con scadenza maggio 2019 sono stati collocati in asta a un rendimento del 2,52%, mentre i titoli olandesi a ottobre 2017 sono stati prezzati con un rendimento dell’1,777%. La Svizzera ha collocato addirittura titoli a scadenza aprile 2012 a un rendimento negativo dello 0,251%. Per contro, la Grecia ha pagato in asta per titoli ad aprile 2012 un rendimento medio del 4,86%, che si confronta con il 2,59% pagato ieri sul secondario dai nostri titoli governativi a sei mesi. Infine, sempre ieri, l’Ungheria ha collocato in asta titoli in fiorini a scadenza gennaio 2012 con un rendimento del 6,03%.
L’attenzione dei trader è ora concentrata sulle aste di Btp a medio-lungo termine in calendario giovedì per un importo compreso tra i 4 e i 6,5 miliardi di euro. (riproduzione riservata)