Fissato un cda per sabato. Trattative per la cessione dell’unità in Lussemburgo Barroso preme sulle ricapitalizzazioni
I governi e gli enti locali di Francia, Belgio e Lussemburgo si riuniscono al capezzale di Dexia. La soluzione più probabile per la banca, alle prese con una crisi di liquidità, è quella di uno spezzatino, con modalità ancora da definire nei dettagli. Se ne saprà di più domani, giorno in cui è stato fissato un cda per valutare le opzioni a disposizione.
Intanto ieri, mentre sui mercati si diffondevano voci riguardo a una possibile nazionalizzazione del ramo belga, l’autorità di vigilanza del Paese ha imposto lo stop alle contrattazioni in borsa fino a lunedì. Il titolo, al momento della sospensione, risultava in calo del 17%. Nelle ore precedenti la società aveva inoltre confermato l’inizio delle trattative esclusive per la cessione di Dexia Banque Internationale a Luxembourg (Bil). La banca non ha precisato il nome del possibile acquirente, ma si tratterebbe del fondo sovrano del Qatar. Il Lussemburgo vuole comunque detenere una quota di minoranza dell’istituto.
L’ipotesi di nazionalizzazione di Dexia Bank Belgium non è stata esclusa ieri dal premier Yves Leterme. In queste ore i governi sono alla ricerca di un accordo sui crediti agli enti locali (spesso a lungo termine) concessi da Dexia in grandi quantità. Riguardo a Dexia Municipal Agency (il ramo public finance francese con prestiti erogati per 80 miliardi), l’ipotesi più accreditata è quella di una vendita alle casse di risparmio francesi Caisse des Depots & Consignations (Cdc) e alla Banque Postale. In seguito sarebbe creata una nuova banca per i crediti agli enti locali. I due istituti tuttavia non sono disposti a rilevare una quota eccessiva di crediti problematici senza adeguate garanzie pubbliche. «Tutti hanno capito che c’è un interesse comune, ma nessuno vuole assumersi un brutto rischio», ha spiegato una fonte vicina al dossier. Il ministro delle Finanze francese Francois Baroin vuole garantire i finanziamenti al settore pubblico, ma nello stesso tempo non vuole compromettere il rating di tripla A della Francia. I titoli che resterebbero nei bilanci della banca sarebbero rilevati da una bad bank garantita dagli Stati.
Il caso di Dexia ha messo in discussione l’utilità degli stress test di luglio, che non analizzavano i rischi sulla liquidità e sul debito sovrano. L’Eba ha già avviato una revisione dei bilanci bancari alla luce delle crescenti tensioni, anche se l’autorità bancaria Ue ha precisato che si tratta di analisi ordinarie. Intanto però cresce il consenso nell’Ue su un piano coordinato sulle ricapitalizzazioni bancarie. «Serve un’azione comune», ha detto ieri il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. «È tempo di rassicurare i mercati, gli sforzi per ricapitalizzare le banche sono già in corso, ma ne servono altri», ha spiegato Barroso. La Commissione sta lavorando a uno «schema» (non una proposta legislativa) che sarà presto presentato agli Stati. (riproduzione riservata)