Resta intatta la stima per il management ma la sua esclusione dal cda ha evidenziato quelle logiche che l’imprenditore contesta
Colpo di scena in Piazzetta Cuccia. Diego Della Valle, che ancora qualche settimana fa avrebbe dovuto entare nel cda di Mediobanca costentualmente all’incremento della partecipazione nel patto dal 0,48% al 2% (ha l’1,4% in opzioni), ha deciso, a sorpresa, di uscire dal sindacato che controlla la banca d’affari.
Il patron della Tod’s, che la scorsa primavera era stato l’ariete che aveva consentito aMediobanca e ai suoi alleati nel cda delle Generali di avere la meglio su Cesare Geronzi, ha motivato l’uscita dal patto di Piazzetta Cuccia con la volontà di essere così libero dai limiti di crescita previsti dal patto stesso. «Mediobanca», ha fatto sapere il presidente Tod’s, «è un’ottima azienda e quindi si preferisce poter valutare senza restrizioni possibili futuri investimenti nella medesima». Questa spiegazione non sembra tuttavia convincere a pieno chi lo conosce da vicino. Se è vero infatti che Della Valle continua ad avere profonda stima del management di Mediobanca, a partire dall’ad Alberto Nagel, e considera la banca d’affari una delle meglio gestite nel panorama nazionale ed europeo, è altrettanto vero che l’imprenditore marchigiano ha mal digerito le vicende che ne hanno portato all’esclusione del consiglio di Piazzetta Cuccia. Non tanto per la frustrazione di un’ambizione personale, quanto per le modalità con cui la sua esclusione dal cda è maturata. Modalità tipiche dei patti di sindacato di una volta, dove le azioni non si contano ma si pesano, contestate da Della Valle anche in seno all’accordo parasociale che governa Rcs Mediagroup. Il numero uno della Tod’s, che si è recentemente fatto promotore di un attacco all’intera classe politica, era infatti stato invitato proprio da Nagel a entrare nel cda di Mediobanca e per questo era disponibile anche a uscire dal board delle Generali. Perché questo avvenisse, era però necessario che Jonella Ligresti uscisse dal cda di Piazzetta Cuccia per fare posto a Della Valle. Una staffetta inacettabile per il patron di FonSai, Salvatore Ligresti, che siede nel direttivo del patto di sindacato di Mediobanca in rappresentanza dei soci privati assieme a Marco Tronchetti Provera e a Giampiero Pesenti. E proprio questi ultimi due, in virtù di un’antica solidarietà, avrebbero fatto fronte con Ligresti, lasciando a Nagel il compito di spiegare a Della Valle le ragioni della sua esclusione dal cda. Un ruolo in questa vicenda l’avrebbe avuto anche il presidente di Mediobanca, Renato Pagliaro. Sarebbe stato lui a suggerire a Nagel di evitare di dire la propria sulla formazione del nuovo cda. Un modo saggio per evitare che il management venisse poi accusato di scegliersi lui stesso i consiglieri più graditi. (riproduzione riservata)