Di Gigi Giudice
“Come riusciremo a coprire la spesa sanitaria e previdenziale negli anni a venire?” E’ la domanda che Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera. ha posto alla platea degli intervenuti alla presentazione, a Milano, nella “Sala Buzzati” del Corriere della Sera il 21 settembre, di “Per Affari e per Amore: gli italiani e le assicurazioni dal Risorgimento a oggi” (Rizzoli editore). Del libro (recensito sull’ultimo numero di “ASSINEWS”) è autore il giornalista Vittorio Bruno, che dopo aver evocato avventure, segreti e protagonisti di un secolo e mezzo di vicende in cui l’assicurazione ha svolto un ruolo centrale, nel capitolo conclusivo invita il lettore a immaginare cosa potrà accadere in Italia nel 2050 (o anche prima), dopo che si è dimostrato come gli assicuratori abbiano sempre posseduto una visione efficace a sostegno dello sviluppo della società.
Diventa difficilissimo, secondo De Bortoli, immaginare oggi di voler costruire un futuro che sembra – nel marasma determinato dalla crisi economica e di fronte alle renitenze di chi governa a prendere decisioni coerenti – privo di prospettive. Una considerazione amara e polemica che il presidente dell’ANIA, Fabio Cerchiai, ha cercato di mitigare rinnovando la sua convinzione che si debba raggiungere – di fronte alle difficoltà di uno Stato condizionato da una situazione di cronica carenza di fondi – una forma di integrazione del welfare pubblico con le soluzioni fornite dall’assicurazione privata. In particolare negli ambiti della sanità e della previdenza, ricordando che l’Italia è fra i paesi a più alto tasso di longevità. Non è di gran conforto augurarsi per l’ennesima volta, come è accaduto in diverse occasioni, il ricorso al rinomato e proverbiale “colpo di reni” con cui gli italiani sono riusciti a superare le situazioni più disagiate. Discussione pubblica ripresa, a Roma, il 28 settembre, in una presentazione del libro di Vittorio Bruno presso le Scuderie di Palazzo Ruspoli. Con Giulio Anselmi, presidente dell’Ansa, che ha insistito sulla necessità di una presa di coscienza sui mali cronici che affliggono il Bel Paese.
L’auspicio è che il sistema assicurativo possa dispiegare tutte le capacità richieste nel rispondere alla domanda di sicurezza e di tutele in una fase di particolare incertezza quale quella che stiamo vivendo. La buona accoglienza che sta avendo “Per Affari e per Amore” fra il grande pubblico allarga il discorso all’annunciata e imminente uscita in libreria del volume “Assicurare centocinquant’anni di Unità d’Italia”, che – attraverso i contributi di una pluralità di autori – realizza un’operazione di memoria collettiva sul contributo delle assicurazioni allo sviluppo del Paese.