La Financial Conduct Authority (FCA), autorità di vigilanza finanziaria britannica, ha annunciato l’avvio di uno studio di mercato sulla vendita di prodotti assicurativi di “pure protection”, in seguito alle crescenti preoccupazioni per i potenziali effetti negativi a carico degli assicurati.

Lo studio, che dovrebbe essere avviato a cavallo tra 2024/25, si concentrerà principalmente su quattro tipi specifici di prodotti: assicurazioni a termine, coperture per malattie gravi, assicurazioni di protezione del reddito e alcuni prodotti assicurativi a vita intera che offrono un’accettazione garantita per i clienti di età superiore ai 50 anni.

I prodotti di “pure protection” sono soluzioni assicurative concepite per assistere le persone e le loro famiglie nella gestione delle finanze nel caso in cui gli assicurati non fossero più in grado di far fronte agli impegni finanziari, in genere a causa di malattia o decesso. Sheldon Mills, executive director dell’area consumers and competition di FCA ha dichiarato in una nota: “Le soluzioni protection possono offrire tranquillità e sicurezza finanziaria, quando le persone sono più vulnerabili. I consumatori dovrebbero essere quindi in grado di acquistare in maniera consapevole prodotti che soddisfino le loro esigenze e forniscano un valore equo”.

Il regulator ha espresso preoccupazione per la struttura degli accordi sulle commissioni, che potrebbero essere di ostacolo alle compagnie nell’offerta di soluzioni ottimali per le esigenze degli assicurati. Inoltre, si teme che alcuni prodotti possano fornire un valore insufficiente, ad esempio se i premi totali pagati nell’arco della vita superano in modo significativo l’esborso massimo ipotizzabile.

Nel 2022, sono stati pagati circa 4 miliardi di sterline per richieste di risarcimento contro tali polizze. La FCA intende esplorare il livello di comprensione dei consumatori dei prodotti che acquistano, i vincoli concorrenziali che gravano sugli assicuratori e sugli intermediari e i potenziali conflitti di interesse nelle strutture commissionali.

Lo studio fa parte dell’iniziativa “Consumer Duty” in corso presso la FCA e potrebbe evocare il ricordo dello scandalo delle vendite abusive di polizze prtection dei pagamenti (PPI) tra il 1990 e il 2010, che ha portato le banche a pagare circa 40 miliardi di sterline di risarcimento.