Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

logo_mf

In otto anni, da quando Alberto Tosti ha preso il timone di Sara Assicurazioni, la compagnia dell’Aci ha distribuito ai suoi azionisti 220 milioni di dividendi, ha raddoppiato il patrimonio e fatto crescere il fatturato del 30%, chiudendo a giugno scorso con 363,8 milioni di premi. Una sfida che non era per nulla semplice per una compagnia tutta italiana, incentrata sulla RcAuto. Ci sarà una maggiore diversificazione nel ramo Vita, «che in poco tempo potrebbe raddoppiare rispetto agli 80 milioni di fatturato attuale, grazie anche ad accordi con banche e reti (come quelli già chiusi con Banca Finnat e Copernico, ndr)», dice oltre a «più sinergie con gli azionisti di Aci» puntando «sui servizi ai nostri clienti e su nuovi investimenti in innovazione, con l’intelligenza artificiale che ha generato una sorta di democratizzazione dello sviluppo tecnologico».
Generali torna sul mercato obbligazionario. Dopo due titoli green a gennaio 2024, la compagnia assicurativa, guidata da Philippe Donnet, ha collocato con successo presso investitori istituzionali un’obbligazione subordinata Tier2 da 750 milioni di euro con scadenza 3 gennaio 2035. Domanda consistente con ordini superiori a 2,4 miliardi di euro, oltre 3,2 volte l’offerta, e ben diversificata da parte 185 investitori istituzionali.
Il «Rapporto 2024 sui Rischi da Catastrofi Naturali e di Sostenibilità» dell’IVASS, pubblicato lo scorso luglio, evidenzia le sfide che il cambiamento climatico pone alle compagnie assicurative italiane, in particolare nel settore danni. Il documento sottolinea la difficoltà di disporre di informazioni e dati riguardanti la valutazione dei rischi, in un quadro normativo in evoluzione. I danni catastrofici dovuti agli eventi climatici estremi sono sotto gli occhi di tutti. Nel 2023 l’Italia ha registrato il massimo storico con oltre 6 miliardi di euro di danni, di cui 5,5 miliardi causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana. Con la Legge di Bilancio 213/2023 il Governo ha inserito l’obbligo per le imprese
di coprirsi contro le catastrofi naturali entro il 31 dicembre di quest’anno. Abbiamo chiesto
a Mauro Piatesi, Senior Director Insurance Market di CRIF, come le compagnie si possono attrezzare al meglio in questo contesto.
Le forme pensionistiche complementari, oltre a perseguire la finalità principale che è quella di costruire nel corso della vita lavorativa un’integrazione ai trattamenti previdenziali erogati dagli Enti previdenziali di base (Inps per lavoratori dipendenti privati e pubblici e autonomi, Casse di previdenza per i liberi professionisti) prevedono in alcuni casi anche coperture assicurative accessorie in fase di accumulo che possono essere acquistate separatamente dagli iscritti (va in ogni modo evidenziato come in alcuni fondi pensione di natura negoziale
e preesistente tali coperture sono spesso obbligatorie e a carico del datore di lavoro). Il riferimento puntuale è alla protezione da eventi quali la premorienza, l’invalidità, la
non autosufficienza, la dread disease.
Tra gennaio e luglio 2024, secondo i dati Ania, la raccolta di nuovi premi attinenti a polizze temporanee sulla vita è aumentata del 17,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso
anno. Ma chi sono i protagonisti di questa crescita? L’insurtech spagnola Life5, sbarcata sul mercato italiano qualche mese fa, ha realizzato una ricerca in collaborazione con Allianz
Global Life su 15mila per sone che hanno manifestato il desiderio di stipulare una polizza di questo tipo tracciando nell’identikit del cliente tipo quello di un uomo tra i 40-50 anni che
ha come obiettivo primario la protezione della propria famiglia. Più precisamente: il 70% di chi si è interessato a stipulare una polizza vita è di genere maschile e per il 73% dei rispondenti è determinante proprio la volontà di tutelare lo stile di vita della propria
famiglia (per il 24% la protezione da una situazione debitoria).
L’andamento della curva demografica italiana e la necessità di ridurre il debito pubblico anche alla luce delle previsioni della nuove governance europea determinano sempre più la necessità per il cittadino di affiancare alle prestazioni offerte dal SSN soluzioni integrative. Citando il Terzo Report dell’Osservatorio Enpaia-Censis, il 78% degli italiani è già convinto che il welfare pubblico non potrà che coprire solo una parte dei bisogni sociali, mentre il resto sarà in capo alle risorse private delle persone. La sanità integrativa è dunque sempre più indispensabile, e uno dei volani di questa diffusione possono essere i piani di welfare aziendale. La normativa in materia di welfare aziendale offre alle aziende diverse opportunità per implementare politiche di beneficio per i lavoratori, che vanno oltre la
mera retribuzione economica, spaziando in ambiti quali salute, formazione, previdenza,
sostegno alla famiglia e tempo libero. Dalle prime indiscrezioni emerse sembra che il Governo stia valutando di conferire ulteriore impulso al welfare aziendale con incentivi per le aziende che offrono ai propri dipendenti coperture sanitarie integrativa.
Digitalizzazione, automazione, intelligenza artificiale. Sono le parole d’ordine che stanno ridefinendo il volto del settore assicurativo, un comparto tradizionalmente guardingo
di fronte all’innovazione tecnologica. Eppure, oggi, secondo uno studio realizzato tra aprile e agosto 2024 da EY per l’Italian Insurtech Association, per sei compagnie assicurative
su dieci, l’Intelligenza Artificiale Generativa si profila come un catalizzatore di cambiamento, con il 71% del campione che ha già implementato modelli di AI Generativa disponibili sul mercato. Nonostante le resistenze culturali e tecnologiche, «l’88% dei professionisti del settore prevede un cambiamento radicale in particolare nel supporto
ai clienti», spiega Marco Concordati, Partner Insurance di EY, «trasformando il ruolo degli interme diari in veri e propri co-piloti digitali».

violazione privacy non corrisponde necessariamente una sanzione. Il Garante e i giudici hanno discrezionalità piena e possono decidere anche di non applicare nessuna sanzione, ad esempio nel caso in cui il trasgressore si sia ravveduto e abbia adottato misure appropriate e necessarie a far cessare la violazione e ad impedirne la ripetizione. È quanto ha stabilito la Corte di Giustizia dell’UE, con la sentenza della prima sezione del 26/9/2024, resa nella causa C-768/21, che dà un’interpretazione degli articoli 5758 e 77 del Gdpr (regolamento Ue n. 2016/679). La pronuncia da un lato mitiga il pesante carico sanzionatorio del Gdpr stesso, ma, dall’altro lato, attesta il livello di altissimo potere discrezionale, sia dei giudici sia dei Garante, nella irrogazione delle sanzioni pecuniarie
Troppo salate le sanzioni privacy calcolate sul fatturato aziendale delle imprese. Per le imprese, che fanno parte di un gruppo, si deve tenere conto del fatturato globale di gruppo, solo quando la violazione della privacy è frutto di una strategia di gruppo. Sono queste le conclusioni dell’avvocato generale della corte di giustizia dell’Ue (Cgue), presentate il 12/9/2024 nella causa C-383/23, a proposito dell’interpretazione dell’articolo 83 del regolamento Ue sulla privacy n. 2016/679 (Gdpr).
Una riforma, quella (al vaglio dei ministeri vigilanti dell’Economia e del Lavoro) che punta a innalzare gradualmente il contributo soggettivo dal 18% al 22%, che la Cassa geometri ha scelto di varare, perché «non vogliamo sentirci colpevoli di erogare pensioni sotto la soglia della povertà» ai professionisti. E, perciò, l’invito del presidente dell’Ente Diego Buono è a «guardare a fondo» il significato dell’articolo 38 della Costituzione, giacché per «far del bene alla mia nazione e al mio associato, garantendogli un domani una vita dignitosa, devo assicurare sostenibilità e prestazioni», disegno inattuabile, col sistema di calcolo contributivo del trattamento che si andrà a percepire, senza il versamento di un’aliquota congrua.
  • UNA COPERTURA STRATEGICA
Generali lancia Attiva Welfare, nuova soluzione multirischio infortuni e malattia destinata alla copertura di titolari, amministratori e dipendenti di enti e aziende pubbliche e private
di qualsiasi dimensione.
  • Le piccole e medie imprese sempre più protagoniste
La maturità raggiunta dal welfare aziendale è la principale evidenza che emerge dal Rapporto Welfare Index Pmi 2024, promosso da Generali Italia con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la partecipazione delle principali Confederazioni italia
ne Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio. Il 75% delle piccole e medie imprese italiane ha infatti superato il livello medio di welfare
aziendale. Tr iplica il numero di Pmi con livello molto alto e alto, passando dal 10,3% del 2016 al 33,3% del 2024 (+8% negli ultimi due anni)

Un tema sinora poco dibattuto riguarda il ruolo che l’intelligenza artificiale potrebbe giocare nel mondo della pianificazione e riorganizzazione patrimoniale (lato private) finalizzate al passaggio generazionale e/o alla protezione del patrimonio, soprattutto con riguardo alla sua possibile invasività in un ambito caratterizzato da una ferrea riservatezza (esigenza sentita dai clienti). L’intelligenza artificiale come potrà intervenire? Probabilmente accelerando le analisi sulla composizione e sulla valorizzazione del patrimonio, coadiuvando il consulente nel fornire in tempi celeri una prima panoramica; potrà effettuare analisi predittive di massima su potenziali scenari che possano coinvolgere il patrimonio medesimo ovvero sulle operazioni potenzialmente realizzabili… ma siamo sicuri che l’Ia sia in grado di confezionare delle soluzioni “su misura”, come è richiesto dall’attività di pianificazione e riorganizzazione patrimoniale?
Il Cnn in questi giorni ha sottoscritto accordi con cinque banche. La prima, per dimensioni, è Intesa-Sanpaolo, seguita da Banca Popolare di Sondrio, Cassa Rurale di Ledro, Credito cooperativo Valdarno fiorentino e, ultima in ordine di tempo, Banca di Piacenza. Obiettivo delle convenzione è creare una prassi comune a tutto il territorio nazionale sulla surroga. La convenzione sottoscritta dal notariato con le banche non si limita a contenere sensibilmente i costi in caso di portabilità dei mutui, con una riduzione intorno al 50%, ma stabilisce anche dei tempi certi – e più brevi di quelli attuali – per la conclusione delle pratiche. Pratiche che, nella maggioranza dei casi, riguardano cittadini e famiglie che hanno contratto mutui per l’acquisto della prima casa. Ovviamente, tra gli obiettivi delle convenzioni sottoscritte, c’è quello di garantire ai notai un compenso proporzionato alla qualità e quantità del lavoro svolto. È la legge 49/2023 che ha introdotto in Italia l’equo compenso per i professionisti nei rapporti con i cosiddetti “clienti forti” e cioè banche, assicurazioni, grandi imprese e pubbliche amministrazioni (con alcune eccezioni), a prevedere la possibilità per il Consigli nazionali delle professioni di sottoscrivere convenzioni sui compensi. In particolare l’articolo 6 riconosce a imprese, banche, assicurazioni e Pa la facoltà di adottare modelli standard di convenzione, concordati con i Consigli nazionali degli ordini. La legge chiarisce che i compensi previsti nei modelli standard si presumono equi fino a prova contraria.