L’obbligo di assicurazione dei rischi da catastrofi naturali per gli immobili delle imprese, previsto dalla legge 213/2023, si avvicina: andrà in vigore il 1° gennaio 2025 (salvo possibili proroghe) e il Dm attuativo è quasi pronto. Ma restano dubbi di tenuta: l’obbligo riguarda rischi rilevantissimi e non facilmente assicurabili, mentre il rispetto della mutualità richiede il pieno adempimento da parte di tutti. La legge però non prevede sanzioni efficaci a carico di chi non intenda assicurarsi.
La raccolta dei fondi chiusi si sta stabilizzando sui minimi degli ultimi anni a livello globale. Nei dodici mesi terminati a fine giugno scorso il totale complessivo raccolto era pari a 1,3 mila miliardi di dollari, secondo i dati di PitchBook. Nei soli primi sei mesi dell’anno in corso, invece, l’ammontare risulta pari a 607,7 miliardi. Un trend di assestamento dopo i livelli record registrati tra fine 2021 e tutto il 2022 con qualche peculiarità se si guarda allo spaccato geografico. Su base regionale, infatti, gli analisti evidenziano come i dati siano più incoraggianti in Europa, che non negli Stati Uniti. La prima arriva a pesare per il 26,9% del totale della raccolta dei fondi chiusi nel primo semestre 2024 con 163,3 miliardi di dollari, raggiungendo un livello mai toccato prima in termini percentuali. Se l’andamento della raccolta nella seconda metà del 2024 corrispondesse a quello dei primi sei mesi dell’anno, l’Europa aumenterebbe del 19% l’ammontare raccolto dall’industria superando quota 300 miliardi, mentre il Nord America, a parità di andamento nella seconda metà dell’anno con 354,9 miliardi di dollari raccolti, registrerebbe una flessione nell’intero 2024 del 17%. A rilento l’Asia, con 70,2 miliardi di fundraising nel primo semestre e un peso sul totale dell’11,6%. Se il trend fosse confermato la raccolta di fine anno sarebbe ai livelli del 2014.