Arriva con qualche mese di ritardo dalla pubblicazione in Gazzetta della Legge Capitali, ma il monito degli investitori esteri sulla nuova norma per i mercati risuona forte e chiaro. I loro timori sono raccolti in una lettera indirizzata al sottosegretario al Mef, Federico Freni, sostenitore del Ddl oggi legge, e ai membri della Commissione Tuf. Non solo. I gestori si spingono oltre, incoraggiando Roma a mantenere lo status quo per l’elezione del board, a promuovere il principio “un voto, per azione” per le assemblee degli azionisti e a incentivare assemblee ibride piuttosto che solo per rappresentante. E al governo chiedono un incontro per avere l’opportunità di essere ascoltati.
Tutti i principali gruppi auto europei mostrano continui segnali di difficoltà tra auto invendute, stabilimenti in chiusura e marcia indietro sulla conversione totale all’elettrico. Il profit warning di Bmw, in seguito alla maxi-campagna di richiami su 1,5 milioni di veicoli ha fatto crollare il titolo in borsa e trascinato con sé tutto il comparto auto. Il profit warning del colosso tedesco, secondo quanto dichiara la società, è legato a difetti di un sistema frenante integrato (Ibs) che hanno portato al richiamo e all’interruzione delle consegne di 1,5 milioni di veicoli, con costi di garanzia aggiuntivi stimati oltre 100 milioni di euro.
Tutti o quasi i produttori mondiali di auto, a esclusione forse del segmento super lusso, attraversano un momento di profonda crisi. Non solo nelle auto elettriche, per i costi troppo alti, le prestazioni ancora in evoluzione e le carenze delle reti di ricarica. Stentano anche i modelli tradizionali a combustione interna. La capacità produttiva supera la domanda, con rischi di chiusura di fabbriche, mentre tutti i governi nazionali vorrebbero, al contrario, più produzione e occupazione entro i loro confini. I buoni numeri post Covid, dovuti al precedente blocco nelle vendite e nelle forniture di componenti, erano un fuoco di paglia; oggi le immatricolazioni calano a doppia cifra. La domanda chiave è se sia una normale crisi ciclica, come se ne sono viste altre, o se sia in atto qualcosa di più profondo e strutturale.
Nuova partnership strategica tra Zurich Bank e Finnat Fiduciaria, del gruppo Banca Finnat, nell’ambito dei servizi fiduciari. L’accordo con Finnat Fiduciaria consente ai clienti di Zurich Bank di beneficiare di un ecosistema più diffuso di servizi evoluti e soluzioni su misura orientate alla consulenza patrimoniale, capaci di rispondere alle esigenze più variegate in ambito di protezione patrimoniale.L’offerta della rete di consulenti finanziari di Zurich Bank, quindi, si potenzia grazie all’expertise di Finnat Fiduciaria, che mette a disposizione dei clienti della Banca una gamma di servizi fiduciari altamente personalizzati e completi, con l’obiettivo di accompagnare i clienti della rete in ogni fase del ciclo di vita del patrimonio: dalla pianificazione e protezione fino alla consulenza successoria e generazionale.
La peste suina africana (Psa) fa paura e sembra non voler dare tregua. Sono ormai 24 i focolai censiti in Italia: 18 in Lombardia, cinque in Piemonte, uno in Emilia Romagna. Il morbo sta causando pesanti ripercussioni al settore suinicolo; un comparto da 20 miliardi di euro, di cui 2,1 legati all’export, che oggi sta subendo perdite economiche stimate in 30 mln di euro al mese (dati Assosuini).
Il cambiamento climatico riduce il valore aggiunto della produzione agricola del 2,5%. La produzione di vino è crollata del -17,4% e quella di frutta del -11,2%, mentre il comparto florovivaistico e quello dell’olio d’oliva hanno registrato cali rispettivamente del -3,9% e del -3%. Tuttavia, alcune colture, come quelle industriali (+10,2%) e i cereali (+6,6%), hanno registrato un’annata favorevole. È quanto emerge dal rapporto dell’Istituto Tagliacarne presentato ad AgriFood Future 2024 la manifestazione che si è chiusa ieri e organizzata da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Salerno.
In attesa dei dati ufficiali sulla vendemmia che saranno diffusi da Assoenologi, Ismea e Uiv nel corso del G7 agricoltura a fine settembre, Confagricoltura mette in evidenza alcune tendenze frutto di un monitoraggio attento tra i vitivinicoltori associati. A cominciare dalla quantità. La situazione metereologica, e in particolare la siccità, fanno prevedere una vendemmia scarsa, con un 20% in meno rispetto alla media degli ultimi cinque anni (45 milioni di ettolitri), anche se superiore a quella dello scorso anno (la più scarsa degli ultimi settanta anni con 38,3 milioni di ettolitri). Evidenti le differenze tra Nord e Sud, con un avvio di vendemmia molto anticipato in alcune regioni, principalmente al Centro nel Meridione, a causa delle condizioni climatiche.
L’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) ha appena aggiornato la sua banca dati al secondo trimestre 2024, confermando ufficialmente il sorpasso storico compiuto dall’export italiano su quello giapponese nel primo semestre di quest’anno da noi già anticipato. Ma le statistiche Wto indicano anche che l’exploit dell’Italia è soltanto uno dei più ampi cambiamenti intervenuti negli ultimi dieci anni nella competizione tra le diverse aree ed economie del mondo, con un commercio internazionale che ha davvero cambiato faccia in pochissimo tempo. In particolare, gli shock esterni che nel corso dell’ultimo lustro hanno influito sugli scambi commerciali (dalla pandemia alla crisi dell’auto, dalle interruzioni nelle filiere di fornitura fino alla guerra russo-ucraina e alle tensioni in Medio Oriente) hanno spiazzato i modelli che sembravano ormai consolidati della globalizzazione generando profonde criticità anche in molte singole economie tradizionali protagoniste dell’export mondiale.