L’ultima edizione dello studio Coface sul comportamento di pagamento delle imprese in Germania fornisce una panoramica sull’evoluzione dei pagamenti e delle pratiche di gestione nell’ultimo anno.
A differenza del 2022, l’ultima analisi rivela un basso impatto da eventi particolari come la pandemia di COVID-19, la guerra in Ucraina e le conseguenti pressioni sui prezzi delle materie prime. Si assiste ad una normalizzazione, con i dati sui comportamenti di pagamento nel 2023 che stanno tornando al livello pre-pandemia.
Ancora una volta, un numero maggiore di imprese ha concesso dilazioni di pagamento nel 2023 (il 79% degli intervistati), un dato paragonabile al 2019 (81%). In Germania, la tendenza generale legata ai ritardi di pagamento a breve termine è rimasta stabile: più della metà delle imprese intervistate ha richiesto nel 2023 pagamenti entro 30 giorni, mentre i gravi ritardi di pagamento (120 giorni o più) sono rimasti rari.
I dati sui ritardi di pagamento mostrano quanto le misure di sostegno del governo abbiano aiutato le imprese in questi ultimi anni. Infatti, ora che quasi tutte le misure di sostegno legate al COVID-19 sono state rimosse e che l’impatto dei sussidi energetici si è stabilizzato, il numero di imprese che ha dichiarato ritardi di pagamento non solo è rientrato nella normalità ma è persino aumentato raggiungendo una percentuale pari al 76% nel 2023 (grafico 1), nettamente superiore a quella del periodo 2020-2022, anche se mai elevata come nel 2019 (85%). In particolare, il numero è superiore ai livelli pre-pandemici nei settori dell’automotive, dei trasporti e delle TIC. La durata media dei ritardi di pagamento ha raggiunto i 30,1 giorni nel 2023 (+1,4 giorni rispetto al 2022), e resta ampiamente al di sotto della media pre-pandemica pari a 39,7 giorni. La maggior parte dei settori (ad eccezione di legno, costruzioni e tessile-abbigliamento) ha assistito a un incremento della durata dei ritardi. Con una media di 22 giorni, le imprese del settore carta-imballaggio hanno registrato i ritardi più brevi quest’anno, al contrario le imprese del settore finanziario sono state le più pazienti, con un ritardo medio di 39,2 giorni.
Prospettive poco favorevoli e aumento delle strategie di riduzione dei rischi
I comportamenti di pagamento restano relativamente buoni malgrado questo peggioramento; tuttavia, le imprese sono pessimiste sulle loro prospettive commerciali. La percezione della situazione attuale è particolarmente negativa quest’anno, dal momento che solo il 13% degli intervistati ritiene che la propria situazione sia migliore rispetto al 2022, al contrario il 41% la ritiene peggiore. Per il 2024 le previsioni restano poco favorevoli. Solo il 20% degli intervistati stima un miglioramento della propria impresa, mentre il 28% si prepara a prospettive ancora più negative. Malgrado l’impatto dei grandi rischi straordinari, come le interruzioni delle catene di approvvigionamento globali, sia diminuito, il numero di rischi che colpisce simultaneamente le imprese è in aumento. In tal senso, la Germania ha perso consenso come buona sede per il business rispetto al 2022, mentre Stati Uniti ed Europa dell’Est ne hanno guadagnato in popolarità. Anche la Cina è diventata leggermente più attraente, malgrado il suo sostegno sia rimasto a un livello fortemente basso se paragonato agli anni precedenti. Questo è anche il risultato delle strategie di riduzione dei rischi delle imprese tedesche, che tentano di diminuire la propria dipendenza da singoli paesi, fornitori o clienti. Quest’anno, il 12% delle imprese intervistate ha già optato per il “de-risking” (l’attenuazione dei rischi), con il settore del tessile che risulta il più colpito da questo fenomeno. Nel corso dei prossimi tre anni, il 25% delle imprese tedesche intervistate in occasione del sondaggio, prevede di utilizzare una strategia “de-risking” per le proprie attività.
“Con l’ultima edizione dello studio sui comportamenti dei pagamenti delle imprese in Germania assistiamo a quello che sembra essere un ritorno alla normalità, dopo anni di incertezza. Gli eventi che hanno influenzato pesantemente lo scenario economico negli ultimi anni, su tutti la pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina, hanno oggi un peso significativamente minore” ha commentato Ernesto De Martinis, Ceo di Coface in Italia e Head of Strategy Regione Mediterraneo & Africa. “Il conseguente venire meno delle misure di sostegno implementate negli scorsi anni ha mostrato in modo chiaro l’impatto degli aiuti del governo sulle imprese: i dati sui ritardi di pagamento delle imprese ci parlano di una situazione sempre più simile a quella pre-pandemica, con percentuali anche superiori rispetto al 2019. In questo clima, dove il percepito generale è sicuramente negativo, le previsioni per il 2024 suggeriscono un aumento delle strategie di attenuazione dei rischi, già confermate anche da un quarto delle aziende prese in esame.”