I dati definitivi della Mappa Trimestrale Assogestioni per il secondo trimestre certificano un trend di raccolta in contrazione per il risparmio gestito con un dato che da inizio aprile a fine giugno si attesta a -12 mld euro, principalmente per effetto delle gestioni di portafoglio, negative per 9,45 mld euro.
Cresce di contro, il patrimonio gestito, salito a fine giugno a 2.277 mld euro rispetto ai 2.258 mld euro di fine marzo e ai 2.210 mld euro di fine 2022. Questo grazie soprattutto all’effetto mercato positivo che sta caratterizzando il 2023, stimato dall’Ufficio Studi Assogestioni nell’intorno del +1,5% per il secondo trimestre.
Contengono le fuoriuscite i fondi aperti, che registrano deflussi per 3,3 mld euro fornendo chiare indicazioni sull’attuale orientamento del mondo retail.
“Rileviamo una forte crescita di interesse per i fondi obbligazionari che nel secondo trimestre raggiungono una raccolta netta di 8,7 mld euro – spiega Alessandro Rota, direttore Ufficio Studi, Assogestioni – confermando da un lato la sensibilità degli investitori per il tema dei tassi di interesse e dall’altro la reattività delle case di gestione nel modulare un’offerta che si caratterizza principalmente per un forte ritorno dei prodotti a scadenza e per la concentrazione sui governativi da un punto di vista di asset class”.
Dallo spaccato della raccolta per categorie si nota, inoltre, come gli azionari, dopo un 2022 di forti afflussi, +22 miliardi di euro nell’anno, e un primo trimestre 2023 a +2,8 miliardi, perdano abbrivio, restando in ogni caso positivi a +417 milioni. Prosegue il trend negativo di flessibili e bilanciati che tra aprile e giugno subiscono deflussi per, rispettivamente, 6,2 e 4,5 mld euro.
Il dettaglio della mappa trimestrale sulla domiciliazione dei fondi evidenzia anche la preferenza per gli strumenti italiani (+2 mld euro) rispetto a quelli di diritto estero (-5,3 mld euro). I dati definitivi includono, come di consueto, anche il resoconto sui PIR che, nel secondo trimestre, hanno totalizzato 609 mln euro di deflussi, afferenti in toto ai PIR ordinari mentre i PIR alternativi chiudono in sostanziale pareggio. Il patrimonio promosso complessivo dei due strumenti si attesta a 19 mld euro.
Per quanto riguarda le gestioni di portafoglio, che pesano per oltre il 47% delle masse, il bilancio del Q2 è stato pari a -9,45 mld euro, determinato in gran parte dai 7,6 mld euro di deflussi registrati dalle gestioni di prodotti assicurativi.
“Il quadro dei mandati istituzionali si conferma negativo e con un aggravamento dei deflussi sulla componente assicurativa rispetto ad un primo trimestre già negativo – osserva Rota -. Il segmento dei mandati previdenziali si mostra resiliente mentre le GP dedicate alla clientela individuale upper-affluent e private raccolgono un ulteriore mld euro, portandosi a più di due miliardi di flussi positivi da inizio anno”, conclude.