Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Telefonate su telefonate, incontri su incontri, discussioni su discussioni, professionisti, consulenti, intermediari (incaricati o volontari): tutto per tentare di trovare una quadra sulla prossima governance di Mediobanca. Il lavoro è su una possibile lista del cda che sia sostenuta anche dai due soci maggiori di Piazzetta Cuccia, cioè Delfin -la holding degli eredi di Leonardo Del Vecchio- che ha il 20% del capitale, e l’imprenditore-editore Francesco Gaetano Caltagirone, titolare di un 10% circa. Per sostenere la lista che sarà presentata dal board uscente alla quale lavora il ceo Alberto Nagel, i due soci chiedono però una congrua rappresentanza tra i 15 consiglieri da eleggere e un presidente condiviso. In ballo non ci sono solo poltrone ma un nuovo assetto di potere dentro la più importante banca d’affari italiana che ha in pancia anche il 13% di Assicurazioni Generali, la compagnia sulla quale un anno e mezzo fa si giocò un analogo scontro che vide il fronte Caltagirone-Del Vecchio perdere di fronte ai voti del mercato.
Agosto caldo anche per il mercato dell’auto in Italia, che nel mese estivo ha registrato 79.756 nuove immatricolazioni con un incremento a doppia cifra (+12%) rispetto ad agosto 2022, quando il mercato mostrò il primo segnale di ripresa con una crescita del 9,9% dopo una lunga serie di mesi in negativo. Il risultato attuale, osserva l’Unrae in una nota, è comunque ancora sotto del 10,6% rispetto al dato di agosto 2019. Divario evidente anche nel consuntivo dei primi otto mesi, giunto ora a 1.040.560 immatricolazioni pari a +20,3% rispetto alle 865.084 di gennaio-agosto 2022, ma con 285.000 auto in meno (-21,5%) rispetto al 2019.
In un momento in cui in Italia si discute di una nuova riforma delle pensioni nell’ambito della quale troverà spazio anche la volontà di rilanciare la previdenza complementare è interessante volgere lo sguardo anche oltre confine nella vicina Svizzera. Assume valenza in tal senso la ventitreesima edizione del Swisscanto Pension Fund Study sulle casse previdenziali della Confederazione che ha coinvolto un panel di 472 partecipanti che rappresentano 3,98 milioni di assicurati e un patrimonio d’investimento di 738 miliardi di franchi.
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L’amministratore-liquidatore risarcisce fino a prova contraria la srl per gli ammanchi di cassa. E ciò perché risponde a titolo di responsabilità contrattuale: alla società basta allegare che le risorse siano uscite dall’attivo senza giustificazione, mentre spetta all’organo amministrativo dimostrare di aver adempiuto il proprio dovere, provando che la disponibilità siano state utilizzate all’attività della società o per estinguere debiti dell’ente. Di fronte ad anomalie di gestione, tuttavia, si presume che non esistano le passività indicate dall’amministratore-liquidatore per giustificare il “buco”. È quanto emerge dall’ordinanza 25631/23, pubblicata il primo settembre dalla prima sezione civile della Cassazione.
Gli agricoltori che hanno subito danni per eventi catastrofali meteo climatici, come l’alluvione, il gelo o brina e la siccità, nel corso del 2023, hanno tempo fino al prossimo 15 settembre per presentare la denuncia di sinistro alle autorità competenti. Il soggetto gestore del fondo AgriCat ha pubblicato lo scorso 30 agosto la circolare n. 4, con la quale ha deciso la proroga dei termini, in precedenza fissati al 31 agosto, per le aziende ricadenti nelle zone soggette ad alluvione della scorsa primavera, appartenenti alle regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana ed al 25 luglio per le aziende ricadenti in tutte le altre zone d’Italia.
Un altro caso di opacità contabile nel mercato delle grandi aziende tedesche. Ieri alla Borsa di Francoforte è caduta Aurubis, partita da un meno 17% a inizio seduta per terminare a meno 7,2%. L’azienda, che produce circa 1,1 milioni di tonnellate di cavi di rame all’anno che vengono utilizzati nell’industria mondiale, ha dichiarato di aver trovato «serie indicazioni di carenze del metallo» nei dati sulle scorte e di sospettare che un’organizzazione criminale abbia rubato parte del metallo.Aurubis ha un fatturato di 18,5 miliardi di euro all’anno e opera con i più grandi stabilimenti europei per la fusione e il riciclo del rame vicino ad Amburgo. Sebbene il danno non sia stato ancora quantificato esattamente l’azienda pensa sia nell’ordine «delle centinaia di milioni» e ciò significa che la società ha dovuto lanciare un allarme utili avvertendo che non sarà in grado di raggiungere profitti prima delle tasse tra i 450 e i 550 milioni di euro nell’anno fiscale che termina a settembre.
Il Paese più vecchio d’Europa e addirittura del mondo, a fianco del Giappone. Con un tasso di dipendenza dagli anziani del 37,5% contro una media del Continente pari al 33%. L’Italia finisce così in fondo alla classifica della natalità, con 6,8 figli ogni mille abitanti, ultima posizione nell’Ue. L’Italia rischia «l’inverno demografico» con impatti importanti a livello sociale ed economico. «Con il risultato che il numero di italiani è destinato a scendere da 59 a 51 milioni con un impatto nel 2050 pari a una perdita di un terzo del Pil. L’Italia è il Paese peggiore in Europa insieme alla Spagna. E lo è anche per tasso di natalità che nel 2022 ha raggiunto il minimo storico di nuovi nati, scesi sotto la soglia di 400 mila nuovi bambini», dice Valerio De Molli, managing partner e ceo di TEHA, dando la sintesi di un quadro drammatico. Per migliorare il quale però si possono pensare alcuni interventi. Quindici in tutto, secondo lo studio che sarà presentato domani a Cernobbio al Forum The European House-Ambrosetti (TEHA).
Il notaio è responsabile se non effettua l’adempimento previsto dalla legge e non è invece responsabile se l’ente preposto a recepire l’adempimento effettuato dal notaio non esegue il suo compito. È quanto la Cassazione ha deciso, con riferimento alla mancata annotazione di un fondo patrimoniale nel Registro di stato civile di un Comune, con l’ordinanza 25567 del 1° settembre 2023, la quale ha riformato la sentenza della Corte d’appello di Milano (n. 1122/2020), che invece aveva ritenuto la responsabilità del notaio. Anche nel giudizio svoltosi presso il Tribunale di Lodi il notaio era stato ritenuto responsabile del fatto che i coniugi in questione avessero subito l’esecuzione (il creditore, nel caso specifico, era l’erario dello Stato per un debito di natura fiscale) dell’appartamento da essi vincolato in fondo patrimoniale.
Il confronto all’interno della maggioranza sulla manovra sta entrando nel vivo. Anche perché manca ormai meno di un mese alla presentazione della Nota di aggiornamento al Def con cui verrà di fatto stabilito il perimetro della prossima legge di bilancio. E quello delle pensioni è uno dei capitoli sui quali la tensione nel centrodestra potrebbe salire notevolmente nei prossimi giorni, e non solo perché Fi continua a insistere sull’aumento delle minime. Uno dei possibili snodi nevralgici della manovra è rappresentato dall’indicizzazione degli assegni pensionistici alla corsa dell’inflazione, che sta leggermente rallentando ma viaggia ancora con un’andatura sostenuta.
La lunga teoria di segni meno che cadenza le tabelle diffuse ieri dall’Istat sull’economia italiana investe anche il settore delle costruzioni: che fra aprile e giugno segna un -3,2% congiunturale, cioè rispetto ai primi tre mesi dell’anno, e un -2,9% tendenziale nel confronto con lo stesso trimestre dell’anno precedente. Nella tabella dei settori è la frenata più decisa, che schiaccia a -1,4% il dato dell’industria nel suo complesso (ma anche l’industria in senso stretto è negativa per nove decimi di punto) e si confronta con il -1,3% dell’agricoltura e il -0,1% dei servizi. Sono questi ultimi, che valgono il 67% del Pil, a dare il colpo determinante al dato generale della produzione.
Scegliere la sicurezza per costruirsi la pensione di scorta non sempre ripaga. Lo dimostrano i dati dei rendimenti dei fondi pensione. Nonostante i recuperi messi a segno dai mercati in questo 2023, le linee garantite, con l’eccezione dei Piani individuali pensionistici (Pip) a gestione separata, sono le uniche a essere ancora in rosso rispetto a un anno fa (dati al 30 giugno) ed evidenziano ancora perdite anche su orizzonti di tre e cinque anni. Pure nel lungo periodo il distacco rispetto alle linee a rischio aperto è notevole. Negli ultimi 10 anni le “linee garantite” hanno registrato una performance media complessiva del 5,27% (0,527% annuo) per i fondi negoziali che scende al 3% (0,3% annuo) per i fondi aperti. Le cose sono andate meglio invece per chi ha scelto un Pip a gestione separata che ha mediamente garantito il 2% annuo. Risultati decennali, comunque, molto fiacchi se confrontati con quelli delle linee bilanciate o azionarie che superano, queste ultime, mediamente addirittura il 60% nel decennio. E con lo stessa rivalutazione del Tfr che nel decennio è stata del 26%.
Forse è ancora poco noto ma le linee garantite dei fondi pensione sono alimentate anche dai flussi di Tfr dei cosiddetti silenti, che non sono i nipotini del preside di Harry Potter, ma si tratta di coloro che non hanno esplicitamente indicato come destinare il proprio Tfr. Gli iscritti alle linee garantite dei fondi pensione sono 1,4 milioni, per circa 12,8 miliardi di euro di risorse gestite. Secondo i dati Mefop PreviData tra di essi i silenti sono circa 284.702 (pari al 20% circa) . Il tema della scarsa efficienza nell’allocazione delle risorse della previdenza integrativa è stato affrontato anche dalla Covip che nell’ultima relazione ha ribadito come i dati dei comparti azionari mostrino rendimenti soddisfacenti, nonostante i cali del 2022.
Ma quali sono le protezioni delle linee garantite e quando valgono? Partiamo dalla definizione: i comparti garantiti prevedono la restituzione del capitale versato o la corresponsione di un rendimento minimo (ipotesi ormai non più prevista dalle convenzioni stipulate di recente). Le linee garantite destinatarie del Tfr conferito con modalità tacite devono caratterizzarsi per la presenza almeno della garanzia di restituzione del capitale entro un lasso di tempo o al verificarsi di determinati eventi e per l’adozione di una politica di investimento idonea a realizzare con elevata probabilità, in un orizzonte pluriennale, rendimenti pari o superiori al tasso di rivalutazione del Tfr (art. 8, comma 9, del Decreto lgs. 252/2005).
Un altro mese negativo per i piani individuali di risparmio. Dalle casse dei gestori a luglio sono usciti 169,4 milioni, un po’ meno rispetto alla perdita di 202 milioni accusata a giugno, ma comunque una cifra che non denota alcun cambio di scenario rispetto ai mesi precedenti. Non accenna infatti a interrompersi la bordata di riscatti che ha portato il segmento dei Pir a viaggiare da inizio anno con un saldo negativo per 1,4 miliardi. Questa cifra è indicativa della situazione: nel giro di soli sette mesi il dato cumulato è peggiore di quello registrato nel 2019 (l’anno più critico per questi prodotti) ed equivale inoltre a quanto fuoriuscito dal sistema in due anni interi (nel 2020 e nel 2022).