Nove compagnie di assicurazioni sono state prese di mira da gruppi di attivisti per l’ambiente che chiedono di non fornire coperture assicurative al più lungo oleodotto del mondo, “Eacop”, nel cuore dell’Africa.
L’East African Crude oil project Pipeline (Eacop) è un gigantesco oleodotto riscaldato destinato a trasportare il petrolio greggio dall’Uganda occidentale a Tanga, sulla costa tanzaniana dell’Oceano Indiano per poi essere spedito nei mercati internazionali. Contro il progetto lottano da anni diverse organizzazioni ambientaliste internazionali e della società civile ugandese, attraverso la campagna #StopEACOP.
Durante la protesta di mercoledì scorso a Londra, gli attivisti di Money Rebellion, Coal Action Network, Stop Eacop, Extinction Rebellion, Stop Rosebank e Just Stop Oil hanno “visitato” gli uffici di Chubb, Travelers Syndicate Management, Lancashire Syndicates, Chaucer Syndicates, Talbot Underwriting, Liberty Managing Agency, Hiscox Syndicates, AIG e Tokio Marine Kiln Syndicates.
Gli attivisti hanno versato petrolio fuori dagli uffici degli assicuratori per rappresentare le inevitabili perdite di petrolio durante il lungo percorso di oltre 1.400 chilometri dell’oleodotto. Attraverso un comunicato i manifestanti hanno chiesto di mostrare solidarietà con il popolo ugandese non concedendo coperture assicurative all’Eacop.
“Perché stare dalla parte sbagliata della storia? Perché vuoi distruggere il pianeta? Riesci a rispettare i milioni di ugandesi? Questa è la nostra richiesta: abbandonare questo progetto adesso”, si legge nel comunicato.
Lucy Porter di Coal Action Network ha dichiarato: “Stiamo già assistendo al caos climatico, e l’ultima cosa di cui il mondo ha bisogno sono altre 34 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 ogni anno”.
Gli attivisti di Stop Eacop hanno promesso agli assicuratori che si rifaranno vivi con nuove iniziative qualora l’oleodotto venisse assicurato.