I DUE GRUPPI FRANCESI PRONTI A PRESENTARE LE OFFERTE SUL RAMO DANNI DELL’ISTITUTO
di Luca Gualtieri
Crédit Agricole e Axa potrebbero farsi avanti dopo le elezioni per le polizze di Banco Bpm. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, i due gruppi finanziari francesi starebbero definendo i dettagli delle offerte vincolanti per il ramo danni che piazza Meda ha deciso di mettere sul mercato. Anche se Generali non ha chiuso il dossier, quella che si profila è una sfida tutta transalpina dalla quale si sarebbe ritirata la tedesca Allianz. Il termine che sia i pretendenti che il Banco si sarebbero dati per la formalizzazione delle proposte è metà ottobre, prima della presentazione dei risultati trimestrali dell’istituto prevista per l’8 di novembre. L’intenzione è infatti quella di chiudere la partita entro la fine dell’anno.
Le prossime settimane saranno insomma decisive per l’esito della partita. Uno dei temi più delicati sarà certamente quello dell’allineamento delle offerte. Durante la prima fase del processo competitivo infatti il Banco (affiancato dagli advisor Citi, Lazard e Kpmg) ha ricevuto proposte molto diverse sia come perimetro che come accordo commerciale, una situazione che rendeva molto complessa una comparazione. Per ovviare a questo problema è possibile quindi che adesso la banca guidata da Giuseppe Castagna fissi alcuni paletti che consentano ai pretendenti di allineare business plan e earn out. Per quanto riguarda le valutazioni, gli analisti ipotizzano che mettano sul tavolo una cifra non molto lontana dai 300 milioni di euro, anche se sensibile alle diverse aspettative di tasso Interno di Rendimento.
La partita si è aperta nella primavera scorsa quando le polizze del Banco sono finite nel mirino di diversi gruppi italiani ed esteri. Offerte non vincolanti sono state presentate dal Crédit Agricole, da Axa e da Generali e da maggio è stato allestito un vero e proprio processo competitivo gestito dagli advisor Citi e Lazard. Peraltro il perimetro dell’operazione è stato ridefinito nel corso dell’estate quando il Banco ha annunciato di voler cedere soltanto il ramo danni e non l’intero pacchetto delle attività bancassicurative. La partita peraltro si intreccia con i futuri assetti proprietari del Banco. In aprile l’Agricole si è portato al 9,2% del gruppo guidato da Castagna con una mossa che molti osservatori hanno letto come un primo passo verso un’integrazione. Per ora comunque fonti finanziarie suggeriscono che Agricole non compirà altri passi nel capitale del Banco e che, se mai ci sarà, un’offerta pubblica non risulta al momento imminente. Certo nel medio-lungo termine l’alleanza ha discrete probabilità di sfociare in un’integrazione. In quel caso lo scenario più plausibile, suggerisce una fonte, è che Agricole acquisisca la maggioranza, facendo confluire nella capogruppo di piazza Meda tutte le attività italiane (oggi controllate da Crédit Agricole Italia). Occorre però ricordare che un’integrazione con Parigi non è l’unica opzione possibile per il Banco. Già all’inizio dell’anno l’istituto guidato da Castagna era finito nel mirino di Unicredit. I rumors su un interesse da parte di piazza Gae Aulenti si sono di nuovo intensificati nel corso dell’estate e potrebbero sfociare in qualcosa di più concreto nei prossimi mesi. (riproduzione riservata)
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