di Paola Valentini
Agosto non scalda la raccolta del risparmio gestito italiano. Dopo il recupero di luglio (5,4 miliardi di euro), il mese è stato interlocutorio per l’industria dell’asset management tricolore, i cui flussi, emerge dalla mappa mensile di Assogestioni, sono tornati lievemente in negativo per 393 milioni, ma comunque da inizio anno il saldo resta in attivo per 11,76 miliardi. A dominare è stato il fattore volatilità. In particolare, secondo le stime dell’ufficio studi dell’associazione presieduta da Carlo Trabattoni, l’effetto mercato ha avuto un impatto pari a -2,2% sulle masse totali che a fine agosto sono scese a 2.282 miliardi, dai 2.333 miliardi di luglio. Andando a esaminare le varie categorie, il risultato di agosto è stato determinato da flussi in uscita per 328 milioni dai fondi aperti (+2,64 miliardi a luglio) che rimangono positivi da inizio anno (14,24 miliardi), da un saldo attivo per i fondi chiusi (120 milioni dai +1,13 miliardi di luglio per un totale da gennaio di +4,11 miliardi), da un risultato in tenuta per le gestioni retail (+370 milioni dai +343 milioni di luglio con +5,2 miliardi da gennaio) e da un segno meno per le gestioni istituzionali (-555 milioni dopo i +1,28 miliardi di luglio ma in rosso da inizio 2022 per -11,79 miliardi).
Tra i fondi aperti, gli azionari continuano a raccogliere risparmio (660 milioni dai 1,72 miliardi di luglio pari a 18 miliardi negli otto mesi) pur in una situazione molto volatile dei mercati. Una dinamica importante perché segnala che parte dei risparmiatori approfitta dei ribassi di Borsa per costruire posizioni nel comparto più rischioso anche tramite i piani di accumulo, formule che in questa fase sono diventate di punta nell’offerta di molte reti. Resta in positivo, dopo la virata in attivo di luglio (1,44 miliardi), anche il dato sui prodotti obbligazionari (+20 milioni, ma ancora in rosso per 13,82 miliardi negli otto mesi). Il che indica un progressivo ritorno verso i bond, i cui rendimenti sono in ripresa, in una fase in cui secondo alcuni analisti e gestori potrebbe essere il momento di rientrare nell’asset class dato che i mercati scontano già rialzi aggressivi dei tassi che in presenza di elevati rischi di recessione potrebbero essere meno severi. Nel frattempo, fondi flessibili e bilanciati registrano deflussi rispettivamente di 547 milioni (sempre in rosso dopo i -474 milioni a luglio, per un totale di -1,44 miliardi da gennaio) e 91 milioni (dopo il dato negativo di luglio per 143 milioni, con un saldo da gennaio che resta comunque sopra la parità, 6,7 miliardi).
Sul fronte delle singole società, primo per raccolta nel mese è il gruppo Intesa Sanpaolo con 469 milioni di cui 677 milioni riferiti a Fideuram e -207 milioni a Eurizon, seguono Bnp Paribas con 323 milioni, Amundi con 272 milioni (ma con deflussi per 274 milioni dai fondi aperti), Mediolanum con 269 milioni, Arca con 199 milioni e Franklin Templeton con 184 milioni (ma il dato è parziale). Tra i big in rosso Generali (-1,66 miliardi), Ubs Am (-381 milioni), Poste (-271 milioni) e Allianz (-53 milioni). Generali precisa che il suo risultato di raccolta è dovuto prevalentemente a flussi sui fondi monetari nei mandati assicurativi in gestione. Leggermente sotto la parità anche Anima (-13 milioni) e Morgan Stanley (-14 milioni). (riproduzione riservata)
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