di Luca Gualtieri
Mps ha aperto il tavolo negoziale con Anima e Axa in vista dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi previsto per ottobre. A gestire direttamente la trattativa è il ceo della banca senese Luigi Lovaglio che già da mesi ha avviato discussioni con i due storici alleati commerciali. L’agenzia Bloomberg ieri riportava di incontri avvenuti a Londra, sebbene ancora in fase preliminare. Nei prossimi giorni i top manager dovrebbero vedersi di nuovo per definire gli impegni e tracciare un quadro più chiaro degli impegni. Parallelamente, sempre a Londra, Lovaglio ha incontrato i rappresentanti di diversi fondi di investimento e si starebbe delineando una rosa di investitori a supporto dell’operazione. Come anticipato da MF-Milano Finanza, i contatti riguarderebbero soprattutto alcuni dei soggetti che negli anni scorsi hanno investito nel Credito Valtellinese, dall’imprenditore francese Denis Dumont al fondo inglese Toscafund, dalla Algebris di Davide Serra a Hosking Partners. «Il vantaggio che Anima e Axa in questa fase possono offrire è proprio questo: dare una mano per la riduzione della necessità di capitale», ha spiegato una fonte all’agenzia MF-DowJones. «Anima tuttavia – proseguono le fonti – non avrebbe un ruolo di anchor investor nell’operazione. Si tratta di un investitore che mette dei soldi a supporto della società, ma l’anchor investor è un soggetto con natura diversa: si tratta di uno specialista che entra nell’operazione a supporto del management e dell’operazione e lo fa di mestiere», ha concluso la fonte. Ragionevolmente Anima potrebbe contribuire fino a una quota non lontana dal 5% dell’aumento di capitale e potrebbe riservarsi un extra cash in base agli accordi commerciali che verranno presi. È ragionevole pensare che l’apporto complessivo potrebbe aggirarsi attorno a 200 milioni. «Guardiamo con interesse a opzioni relative all’ingresso di investitori per dare stabilità all’azionariato. L’ingresso di questi soggetti» in fase di aumento «dovrà avvenire alle medesime condizioni previste per gli altri investitori», ha commentato Lovaglio nel corso dell’assemblea della scorsa settimana.
Nel frattempo il prospetto informativo è pronto e arriverà in tempi strettissimi in Consob. L’istruttoria da parte dell’authority presieduta da Paolo Savona non dovrebbe occupare più di una decina di giorni e l’ok è pertanto previsto tra fine settembre e i primi giorni di ottobre. Un calendario così serrato consentirebbe al Montepaschi di arrivare sul mercato nei tempi previsti, se non addirittura in anticipo. Del resto, intervenendo all’assemblea straordinaria della scorsa settimana, il ceo Lovaglio non aveva nascosto ai soci e al mercato la necessità di correre: «I tempi sono cruciali: l’operazione deve essere fatta entro il 30 novembre, da qui l’urgenza», ha tagliato corto il banchiere. Lovaglio ha anche insistito sul valore risolutivo dell’operazione: «Ritengo che 2,5 miliardi siano necessari per garantire un’adeguata patrimonializzazione alla banca anche in un’ottica prospettica».
Ottenuta l’autorizzazione della Consob, ci sarà però ancora un elemento molto delicato da smarcare, cioé la sottoscrizione dell’accordo di underwriting con il consorzio. Il pool di banche (che finora hanno concesso al Monte solo una pre-garanzia) è stato progressivamente allargato nel corso dell’estate e oggi comprende, oltre a Mediobanca, Bofa, Credit Suisse e Citi, anche Sch, Barclays, SocGen e Stifel. Una decisione sarà presa solo dopo il voto di domenica 25, alla luce del livello di volatilità del mercato e dell’attività di pre-marketing. Lovaglio ha comunque escluso la possibilità di un aumento in più tranche, modalità sulla quale qualcuno aveva scommesso nel corso dell’estate: si punta a realizzare un aumento «in un’unica soluzione, entro i tempi previsti», aveva spiegato il banchiere nel corso dell’ultima assemblea. In una recente intervista con MF-Milano Finanza, invece, il ceo non ha escluso l’intervento del futuro partner già in aumento di capitale: «Non mi sento certamente d’escludere che possano affacciarsi soggetti interessati già durante l’aumento». (riproduzione riservata)
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