I PREZZI DELLE POLIZZE AUMENTANO. CRESCONO LE AZIENDE CHE CREANO UN’ASSICURAZIONE
di Anna Messia
Le ultime due imprese italiane che, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, hanno avviato i cantieri per crearsi in casa un compagnia dove assicurare i rischi legati alla propria attività sono Brembo e Menarini. Ma il fenomeno delle cosiddette assicurazioni captive sta crescendo in tutta Europa e non è più appannaggio esclusivo delle grandi imprese, come Eni o Enel che nel perimetro del gruppo hanno assicurazioni ormai storiche, con un volume di premi che sfiora le centinaia di milioni. Tra le società che italiane che hanno già scelto questa strada ci sono per esempio Prysmian, Saipem e Ferrero e l’attenzione sarebbe crescente visto che il mercato assicurativo sta vivendo una fase tecnicamente definita hard, in cui le compagnie stanno alzando i premi richiesti e, a causa anche degli alti costi della riassicurazione, tendono a ridurre l’esposizione. «In questo contesto difficile sempre più imprese valutano la possibilità di creare assicurazioni captive», dice Vittorio Pozzo, Director – Europe & Great Britain, Captive Advisory Team di Wtw, leader internazionale nella consulenza e nell’intermediazione assicurativa. Una scelta che avrebbe diversi vantaggi, primo tra tutti quello di tenere in casa margini di guadagno altrimenti destinati alle assicurazioni. Non solo. «Un altro beneficio è che le imprese che scelgono di creare un’assicurazione captive alzano l’attenzione sui rischi dell’impresa e sulla loro gestione», aggiunge Pozzo spiegando che la creazione di una compagnia interna al gruppo, non implica il fatto di non acquistare più polizze sul mercato.
«Le imprese spesso scelgono di affidare alla propria compagnia i rischi più gestibili continuando a ricorrere alle assicurazioni e riassicurazioni sul mercato per quelli più complicati o che potrebbero mettere a rischio la continuità del business», aggiunge. In Italia si stima che complessivamente ci sono una ventina di assicurazioni controllate da imprese nessuna di queste con sede in Italia. «Il confronto con Ivass, l’autorità italiana, è aperto ma per ora le sedi in cui vengono aperte queste assicurazioni in Europa sono prevalentemente Lussemburgo, l’Irlanda o Malta, ma anche l’Olanda e la Germania con la Francia che stanno iniziando a partire», aggiunge Pozzo, con il fenomeno che ha avuto origine negli Stati Uniti e nel Regno Unito, mercati più avanzati dal punto di vista assicurativo. I rischi? In passato non sono mancati casi di imprese che, dopo aver subito grandi sinistri hanno dovuto ricapitalizzare le compagnie arrivando anche a chiuderle. «Ma sono stati casi sporadici con le imprese che oggi stanno ben attente alla loro reputazione e alla gestione dei loro rischi», conclude Pozzo. (riproduzione riservata)
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