L’EUROPA È INVESTITA DA UNA TEMPESTA PERFETTA TRA CRISI DEL GAS, RIALZO DEI TASSI E CRACK IMMOBILIARE IN CINA
di Andrea Deugeni
Una tempesta perfetta fatta da crisi del gas in Europa e inflazione alle stelle, forte accelerazione degli aumenti dei tassi d’interesse in tutte le aree monetarie e peggioramento del crollo immobiliare in Cina si è abbattuta negli ultimi mesi sull’economia mondiale, una tempesta che sta spingendo il Vecchio Continente verso la recessione. L’avvertimento arriva dall’agenzia di rating Fitch nel proprio Global Economic Outlook di settembre, secondo cui la crescita italiana entrerà in territorio negativo nel 2023, contraendosi dello 0,7%. Un deterioramento del quadro nazionale visto, sempre per effetto del rally dei prezzi, anche dalla Confcommercio.
Per la confederazione che rappresenta le imprese del commercio il pil italiano dovrebbe registrare infatti «un ulteriore moderato peggioramento congiunturale nell’ultimo trimestre» dopo un -0,8% nel terzo trimestre. Gli andamenti aprirebbero la strada a «una recessione mite», data da due cali consecutivi ma «di modesta entità». La recessione, però, avrebbe un trascinamento negativo per il 2023 «con un ritorno a un’assenza di crescita».
Le stime di Fitch sono le peggiori all’interno del quadro di previsioni sull’Italia stilate dai principali centri studi: sempre per il 2023, infatti, il Fmi vede una crescita del Paese dello 0,7%, l’Ocse dell’1,7% e Banca d’Italia dell’1,3%. Gli analisti dell’agenzia di rating americana segnalano che dopo il +6,6% del 2021 il pil italiano dovrebbe salire del 3% quest’anno, per poi contrarsi dello 0,7% e risalire al 2,6% nel 2024. «Abbiamo abbassato le aspettative di crescita dell’Italia nel 2022 – spiegano gli esperti a stelle e strisce – e ora prevediamo che l’economia si contrarrà il prossimo anno come risultato dello shock energetico e dell’impatto sulla produzione e sul potere d’acquisto dei consumatori».
Dopo un’espansione «solida» nel secondo trimestre 2022 (+1,1% rispetto ai primi tre mesi dell’anno) grazie a un rimbalzo dei consumi e al buon andamento dell’export nonostante il calo della domanda da Russia e Cina, Fitch ha rilevato che «lo slancio dell’economia italiana sta rallentando», innescando un deterioramento delle aspettative per il settore manifatturiero e dei servizi. La brusca frenata proseguirà il prossimo anno «a causa di un mix energetico dipendente dal 50% dal gas contro una media europea del 20%». Ipotizzando un prezzo medio del gas di 55 dollari per mcf nel 2023, la spesa complessiva dell’Italia per il metano «potrebbe salire a oltre il 5% del pil, superando di due punti quella della Germania». Con la crescita a -0,7% il Paese tornerebbe a essere il fanalino dell’Eurozona (pil -0,1% con gli Usa leggermente meglio a +0,5%), quasi alla pari della Germania che, riducendo velocemente la domanda di gas anche attraverso il ricorso al carbone, dovrebbe fermarsi a un -0,5%. Le stime di Fitch sono al netto di un razionamento del metano lato offerta per evitare una vera e propria crisi del gas, eventualità che rappresenta invece un «grave rischio per la Germania». (riproduzione riservata)
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