L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) sta lavorando per modernizzare i sistemi fiscali, ma si è appena scontrata con la Federazione delle associazioni europee di risk manager (Ferma).
Nell’ultima puntata del suo lavoro sull’erosione della base e il trasferimento dei profitti, l’OCSE ha scelto di non considerare gli assicuratori captive europei come “servizi finanziari regolamentati”. Ferma ritiene che se la proposta dovesse andare avanti, potrebbe “minare la preziosa funzione di gestione del rischio che svolge per i suoi proprietari”.
Ferma dice chiaramente all’OCSE che si sbaglia e che “le captive europee sono entità assicurative regolamentate”. A questo proposito, la Federazione ricorda all’OCSE che le captive domiciliate nell’UE sono già regolamentate da Solvency II e, in quanto tali, soddisfano tutti i requisiti previsti. Inoltre, Ferma ha sottolineato che non vi è alcuna ragione specifica per escludere ingiustamente le imprese di (ri)assicurazione captive e impedirne il riconoscimento, poiché esse soddisfano esattamente gli stessi requisiti di tutte le altre imprese di assicurazione e riassicurazione che beneficeranno dell’esenzione.
“Le imprese captive svolgono un’attività di (ri)assicurazione vera e propria, fortemente regolamentata, mobilitando capitali per coprire i rischi (ri)assicurabili in cambio di un premio a condizioni di mercato. Solvency II le riconosce chiaramente come imprese di assicurazione. Inoltre aggiungono efficienza operativa al proprietario, contribuendo a creare una maggiore consapevolezza del costo del rischio e del controllo delle perdite a lungo termine. In questo senso, le captive svolgono un ruolo importante nella protezione del patrimonio delle aziende e, in quanto tali, contribuiscono in modo significativo alla resilienza dell’industria europea”, ha insistito Laurent Nihoul, membro del consiglio di amministrazione di Ferma responsabile delle captive.