PER LA CONSULTA INCOSTITUZIONALE LA LEGGE CHE LIMITAVA IL RISTORO ALLA PRIVAZIONE DELLA LIBERTÀ
di Dario Ferrara
Sempre risarcibile l’errore giudiziario. Lo Stato deve pagare tutti i danni non patrimoniali patiti dai cittadini per la condotta illegittima di un magistrato nell’esercizio delle sue funzioni. E non soltanto le lesioni che scaturiscono dalla privazione della libertà personale, come invece disponeva la legge sulla responsabilità civile delle toghe in vigore fino al 2015. È dunque incostituzionale, nella parte in cui non lo prevede, l’articolo 2, comma primo, della legge 117/88, nel testo anteriore alla modifica apportata dall’articolo 2, comma primo, lettera a), della legge 18/2015. Lo stabilisce la sentenza 205/22, pubblicata dalla Consulta il 15 settembre (redattrice la giudice Emanuela Navarretta). La Corte spiega come sia «irragionevole» limitare la tutela alla sola ipotesi di privazione della libertà: la scelta evoca «un’insostenibile gerarchia interna» alla categoria dei diritti personali né risulta giustificata dall’esigenza di preservare autonomia e indipendenza di giudici e pm.
Presunto innocente
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