di Fabrizio Vedana
Stop all’equazione diretta tra compimento del reato e l’inadeguatezza tout court del modello organizzativo di cui l’azienda si è dotata al fine di prevenire eventuali responsabilità ai sensi della normativa 231/01.
Pare essere questo il principale effetto che produce la decisione della corte di cassazione n. 23401/21, pubblicata il 15 giugno 2022 anche a giudizio di Assonime che alla sentenza dedica una articolata circolare in corso di pubblicazione.
Il provvedimento giudiziario, noto come caso Impregilo, delinea, a giudizio di Assonime, una vera e propria grammatica del decreto 231/01, ha il pregio di avviare una riflessione innovativa sui profili dell’autoregolamentazione e della validazione dei modelli organizzativi sul ruolo e sui compiti dell’organismo di vigilanza che vanno inquadrati esclusivamente nell’ambito di un controllo sistemico e continuativo sulle regole cautelari predisposte nel modello e sul rispetto di esse.
CONTENUTO A PAGAMENTO
Il contenuto integrale di questo articolo è visualizzabile solo dagli abbonati a Non sei abbonato?
Scopri i piani di abbonamento
Sei già abbonato? Effettua il login nel modulo sottostante
Fonte: