Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Assogestioni: a luglio raccolta netta di 6,4 miliardi. Il totale da gennaio sale a 57,7
Tornano di moda i fondi obbligazionari e bilanciati, mentre rallentano i flussi sull’azionario. Patrimonio a 2.545 mld Sul podio per masse svettano Intesa Sp, Generali e Amundi
Mentre si attende il via libera delle autorità di controllo all’offerta pubblica di acquisto su Cattolica Assicurazioni, che ormai dovrebbe arrivare a giorni, Generali starebbe già lavorando per sfruttare una nuova occasione di crescita, sempre in Italia. In ballo, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, ci sarebbe un accordo bancassicurativo con il gruppo cooperativo Cassa Centrale. L’operazione è stata avviata nei giorni scorsi con le prime offerte, è destinata a entrare nel vivo a ottobre e vedrebbe Generali Italia fortemente interessata al fascicolo.
Se dopo il vertice di ieri il compromesso tra Mediobanca e i soci privati appare sempre più lontano, nella compagine societaria delle Generali andranno presto a delinearsi gli schieramenti in vista dell’assemblea del 2022. Anche se la scadenza può ancora apparire lontana e nelle prossime settimane i tentativi di dialogo non mancheranno, l’intensificarsi dello scontro potrebbe rapidamente rinsaldare vecchie alleanze e crearne di nuove, forse perfino di inedite, da qui ad aprile. Occorre in primo luogo ricordare che lo statuto predisposto un paio di anni fa, introducendo il sistema di governance monistico, ha previsto posti in consiglio non solo per una ma per due liste di minoranza, aumentando così il tasso di rappresentatività dell’azionariato.
Mentre a Trieste si consuma lo scontro tra i grandi soci delle Generali, il salottino del Nord Est festeggia i profitti del 2020. Lo scorso anno Ferak (socio all’1,4% del Leone) ha registrato un utile di quasi 13,5 milioni, in crescita del 45% rispetto al 2019. Il veicolo nato nel 2006 per investire nella compagnia allora guidata da Giovanni Perissinotto divenne uno snodo dell’allora fiorente finanza veneta. A bordo salirono infatti la Palladio Finanziaria di Giorgio Drago e Roberto Meneguzzo, la Finint di Enrico Marchi, la famiglia Zoppas e Veneto Banca.
- Sace: l’export di beni ritorna a livelli pre-pandemici
L’export italiano mette un piede fuori dal guado della pandemia e ritorna su quel sentiero di crescita interrotto dalla crisi, superando anche i numeri record del del 2019.Sarà, però, una ripresa a macchia di leopardo, spiega il capo economista di Sace, Alessandro Terzulli presentando i dati dell’ultimo rapporto export realizzato dalla società guidata da Pierfrancesco Latini, che dall’inizio della pandemia ha stanziato risorse per 67 miliardi di euro a favore delle imprese. A trainare le esportazioni saranno i beni, in crescita dell’11,3% a 482 miliardi di euro. Un recupero che consentirà all’Italia di mantenere invariata la propria quota di mercato mondiale.
La Cassa di previdenza privata non deve riconoscere la reversibilità al convivente del professionista deceduto, anche se le coppie omosessuali sono una formazione sociale tutelata dalla Costituzione. Il de cuius, infatti, risulta morto prima che entrasse in vigore la legge Cirinnà, che ha sì introdotto le unioni civili ma non può essere applicata retroattivamente. Sbaglia dunque il giudice del merito a riconoscere il diritto alla pensione in mancanza di una norma specifica senza rivolgersi alla Consulta. Né conta che la coppia fosse iscritta alle liste del Comune di Milano: un atto amministrativo non può imporre oneri all’istituto previdenziale perché il trattamento previdenziale è coperto da riserva di legge. È quanto emerge dalla sentenza 24694/21, pubblicata il 14 settembre dalla sezione lavoro della Cassazione.
Nonostante la variante Delta del Covid i ceo delle principali aziende a livello globale tornano ottimisti sulle prospettive di ripresa dell’economia, riportando la fiducia ai livelli pre-pandemia. Inoltre il 60% è positivo sulla crescita globale nei prossimi tre anni (lo era solo il 42% a gennaio di quest’anno), mentre quasi il 90% è ottimista sulle prospettive della propria azienda. È quanto emerge dalla settima edizione dello studio Kpmg Ceo Outlook 2021 che raccoglie le risposte di 1.300 ceo di imprese globali con fatturato superiore a 500 milioni di dollari (423 mln euro) di undici tra le principali economie tra cui l’Italia.
- Verti on air con la promozione di fine estate.
Verti, la compagnia di assicurazione dal dna digitale, torna on air con una campagna pubblicitaria a supporto del lancio della nuova promozione di fine estate: polizza auto scontata con incluse tre garanzie accessorie (tutela giudiziaria, infortuni del conducente e assistenza stradale). Protagonista dello spot, curato dall’agenzia Pink Lab e realizzato da Garage Films, con la regia di Hugo Menduina, è il popolo di Verti, allegro e sempre in movimento.
- «Risparmio, motore della ripresa»
La ripresa può passare anche dagli investimenti delle famiglie italiane. Tre su quattro sono in grado di accantonare, dice uno studio del Censis che verrà presentato oggi al Salone del Risparmio, l’undicesima edizione della manifestazione promossa da Assogestioni che si apre al MiCo, il centro congressi di Milano, e che durerà fino a venerdì 17 settembre. Il punto, da qui in avanti, sarà capire in che modo questa ricchezza che è storicamente sempre stata molto prudente e che nell’ultimo anno è finita addirittura in trincea a causa del virus, potrà trovare strade per «costruire nuovi mondi», come recita il titolo della manifestazione. Almeno una parte di quella liquidità che resta sui conti correnti (oltre 1700 miliardi, di cui più di 100, un record, parcheggiati lì nell’ultimo anno e mezzo) può diventare un motore per il futuro. Di chi farà scelte personali di investimento, certo. Ma anche di tutto il Paese. Di questo parleranno stamattina, dando inizio ai lavori, Tommaso Corcos, presidente di Assogestioni, e Alessandro Rivera, direttore del generale del Tesoro.
- Generali, i consiglieri a maggioranza per un nuovo mandato a Donnet
Dopo quattro ore di discussioni, la riunione consultiva dei 12 membri non esecutivi del cda di Generali finisce 8 a favore della lista del consiglio e a sostegno della ricandidatura dell’attuale amministratore delegato Philippe Donnet per il terzo mandato alla guida di Trieste. Contro o astenuti, invece, 4 consiglieri. I non esecutivi hanno infatti espresso a maggioranza «apprezzamento per il lavoro svolto e i risultati conseguiti», accogliendo favorevolmente la disponibilità di Donnet a ricandidarsi, nel caso in cui il «consiglio uscente proceda alla presentazione di una lista per il rinnovo del cda, di una sua inclusione nella citata lista con il ruolo di ad». Ieri i consiglieri espressione della lista di Mediobanca e i due esponenti di Assogestioni avrebbero votato a favore della lista del board, sostenendo quindi Donnet. Viceversa i 4 amministratori del Leone vicini al vice presidente Francesco Gaetano Caltagirone (Paolo Di Benedetto e Sabrina Pucci, che si è astenuta) e a Leonardo Del Vecchio (Romolo Bardin), dopo aver tentato a lungo una mediazione, non hanno votato a favore di questa forma di governance e l’attuale management- che a loro dire – è espressione solo di una parte dei soci vicina a Mediobanca (primo azionista con il 12,9%) e le famiglie Boroli Drago (1,2%).
- E nel cda del Leone sono solo pochi i veri “indipendenti”
La riunione dei consiglieri Generali per valutare l’operato dell’ad Philippe Donnet fa emergere, più che mai, ruolo e peso degli amministratori indipendenti nel cda. Ruolo che sarà decisivo nel rinnovo del vertice, ma finora ampiamente perfettibile e su cui forse gioverebbero verifiche più fattive delle autorità di vigilanza Consob e Ivass. Poiché l’indipendenza assoluta non esiste, il Codice enuclea sette “circostanze” (art. 2.7) che «compromettano, o appaiano compromettere l’indipendenza» di un consigliere. In sintesi, se è azionista del gruppo, se l’ha gestito o ci ha lavorato, se ha o ha avuto nei tre anni prima rapporti commerciali o professionali con esso, se ha o ha avuto da tre anni una «significativa remunerazione aggiuntiva rispetto al compenso», se ne è in cda da nove anni, se è «stretto familiare di persona» di cui sopra.
- Quota 100 dimezzata: in tre anni 550mila uscite in meno del previsto
Alla fine dell’anno potrebbero arrivare al massimo a 400mila. Ma anche se dovesse essere superato questo tetto le uscite con Quota 100 nei tre anni di sperimentazione risulteranno meno della metà di quelle ipotizzate dal governo Conte 1 a tinte “gialloverdi”. La relazione tecnica del decreto n. 4/2019, poi convertito in legge dal Parlamento, indicava 973mila pensionamenti anticipati con almeno 62 anni d’età e 38 anni di contributi nel periodo 2019-2021. Ma anche l’ultimo monitoraggio diffuso lunedì dall’Inps conferma che il risultato finale rimarrà molto lontano dall’obiettivo fissato tre anni fa. Le 341mila uscite registrate alla fine di agosto, che sono al di sotto della stima originaria formulata per il solo 2021 (356mila “quotisti”), potranno ancora lievitare nei prossimi mesi, anche per effetto dei pensionamenti con decorrenza 2022 sulla base di requisiti maturati prima della fine della sperimentazione, ma non più di tanto. E lo scarto tra le previsioni e il “consuntivo” è destinato ad essere di almeno 550mila trattamenti.
- Generali, consiglio spaccato Mediobanca difende Donnet