Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Il 2020 è stato «un anno difficile per i clienti nelle relazioni con le banche e gli intermediari finanziari, soprattutto per gli effetti della pandemia. La Banca d’Italia ha rafforzato i canali di ascolto anche attraverso interventi organizzativi: ha istituito un Dipartimento dedicato alla tutela dei clienti e all’educazione finanziaria». Lo ha sottolineato ieri il governatore di Bankitalia Ignazio Visco nella presentazione della Relazione sugli esposti dei clienti delle banche e delle finanziarie. Nel 2020 Bankitalia ha ricevuto 11.230 esposti privatistici, in aumento del 36% rispetto al 2019, riguardanti prevalentemente l’accesso alle misure governative varate per fronteggiare la pandemia.
Nella guerra che si è aperta per la nuova governance di Generali che ieri si è estesa a Mediobanca (articolo a pagina 9) c’è almeno un punto fermo: l’opa del Leone su Cattolica assicurazioni è pronta a partire. Ieri si è riunito il cda della compagnia di Verona che all’unanimità, ricevuto il parere degli advisor, Citigroup e Kpmg, ha valutato congruo il prezzo dell’offerta del Leone di 6,75 euro per azioni. A questo punto manca l’Antitrust europea ma intanto si scaldano i motori per l’operazione che, dopo aver ricevuto nei giorni scorsi il via libera dell’Ivass e l’ok al prospetto da parte di Consob, prenderà il via il lunedì 4 ottobre e si concluderà il 29 ottobre. La pubblicazione del prospetto è arrivata in tarda serata e si chiarisce che l’offerta è subordinata alla circostanza che, entro la data di pagamento del corrispettivo, «a livello nazionale e/o internazionale, non si siano verificati circostanze o eventi straordinari che comportino o possano comportare significativi mutamenti negativi nella situazione socio-politica, sanitaria, finanziaria».
Come accade in qualsiasi altra società, spetta al consiglio di amministrazione e agli azionisti il diritto di decidere in ultima istanza chi debba gestire Mediobanca. Leonardo Del Vecchio ha usato parole pacate ma ferme per proporre alcune modifiche sostanziali allo statuto di Piazzetta Cuccia in vista dell’assemblea del 28 ottobre. La documentazione è stata presentata ieri sera, all’indomani della spaccatura del cda di Generali sulla conferma del ceo Philippe Donnet. Nel dettaglio Delfin (primo azionista dell’istituto al 18,9%) ha chiesto di «eliminare il requisito statutario secondo cui tre amministratori (nel caso in cui il consiglio abbia più di tredici componenti) devono essere dirigenti del gruppo Mediobanca da almeno tre anni» e «altresì di incrementare il numero degli amministratori di minoranza» dai due attuali fino a tre-quattro, con la previsione che «più liste possano concorrere alla nomina di tali amministratori», spiega una nota.
Unicredit ha creato una divisione dedicata di Wealth Management & Private Banking (Wm & Pb) in Italia. La guiderà, come riporta MF-DowJones, Stefano Vecchi dal 1* ottobre, assumendo il ruolo di Head of Wealth Management & Private Banking Italy. In questo ruolo riporterà direttamente a Niccolò Ubertalli, responsabile di UniCredit Italia. Avrà la responsabilità della rete italiana di Wealth management e Private Banking al servizio di 140mila clienti, per un totale di oltre 100 miliardi di euro di masse.

Aziende costrette a pagare le distrazioni Inps sull’isopensione. Nel biennio 2021/2022, infatti, gli esodati Fornero possono accedere alla pensione tre mesi prima rispetto alla data certificata dall’Inps per il prepensionamento. In molti, però, non hanno presentato in tempo la domanda di pensione, avendo come riferimento il termine indicato dall’Inps nella certificazione; e così si sono ritrovati senza isopensione e senza pensione. Per ovviare, l’Inps consente alle aziende di continuare a erogare a questi lavoratori l’isopensione fino alla data di pensionamento indicata nella certificazione, costringendole a rinunciare ai tre mesi di risparmio (assegno isopensione e relativa contribuzione sono a carico delle imprese). Lo stabilisce nella circolare n. 142/2021.
Si al Superbonus per gli interventi di riduzione del rischio sismico limitati alla singola unità strutturale e non eseguiti sulla base di un progetto unitario, considerati dal professionista come «interventi di riparazioni o locali». È la risposta dell’Agenzia delle entrate n. 630 del 28/9/2021. Il caso riguarda un comproprietario di un fabbricato, costituito da due unità immobiliari di categoria A/3, confinante con altri edifici ed intende effettuare interventi di consolidamento sismico dell’edificio.
Ora le mani dei Benetton sono veramente libere di effettuare le scelte più vantaggiose per la holding di Treviso nella complessa partita delle Generali Ass..Così va letta le decisione della società di disdettare il patto di sindacato di Mediobanca. Il vincolo all’accordo parasociale di Piazzetta Cuccia avrebbe reso perlomeno imbarazzante un’eventuale adesione al patto di consultazione che vincola Caltagirone, Del Vecchio e Fondazione Crt. Ora possono aderire all’accordo senza essere tacciati di tenere il piede in due scarpe.
I cambiamenti climatici mettono a rischio la produzione di vino dell’85% dei paesi produttori nel mondo. Lo dice una ricerca pubblicata su National Academy of Sciences, primo autore lo spagnolo Ignacio Morales-Castillaa, secondo cui l’aumento della temperatura di 4 gradi centigradi porterà ad uno spostamento delle produzioni a Nord e a un conseguente potenziale sconvolgimento delle dinamiche commerciali attuali.
  • Mediolanum
Il cda di Banca Mediolanum ha nominato presidente Giovanni Pirovano, già vice presidente, mentre la carica di vice presidente sarà ricoperta dalla consigliera non esecutiva Annalisa Sara Doris. Il cda proporrà la nomina di Ennio Doris a presidente onorario alla prossima assemblea degli azionisti il 3 novembre.

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  • Altri sei morti, strage sul lavoro
Sei morti sul lavoro in un giorno, dalla prima mattina alle otto di sera. L’ultimo è un imprenditore agricolo di 54 anni falciato dalle lame di una trebbiatrice a Pontasserchio, nel Pisano: c’è voluto l’intervento dei vigili del fuoco per liberare il suo corpo dalla macchina agricola. Prima di lui era morto Valerio Bottero, 52 anni, operaio della Lavor Metal di Loreggia (Padova), caduto da un’impalcatura alta 5 metri. E prima ancora era toccato a Leonardo Perna, titolare di una officina meccanica a Nichelino (Torino) anche lui precipitato al suolo da un ponteggio, e a Giuseppe Costantino, 52 anni, schiacciato a Capaci (Palermo) dal suo Tir mentre verificava un guasto. E poi ci sono il bresciano Emanuele Zanin, 46 anni, e Jagdeep Singh, origini indiane e residenza a Piamborno in val Camonica, asfissiati dall’azoto liquido a Pieve Emanuele (Milano) mentre riempivano di gas una cisterna dell’ospedale Humanitas
  • Bankitalia e il risparmio «Educazione finanziaria per spingere la crescita»
«Risparmio, investimenti, prospettive future, cosa dicono le persone? Quale idea hanno degli anni a venire?». Sono le domande di fondo della quarta edizione del Mese dell’Educazione finanziaria, dice Magda Bianco. La maratona si apre venerdì, primo d’ottobre, sotto il titolo «Prenditi cura del tuo futuro». La responsabile del Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria della Banca d’Italia — dove è entrata nell’89 con l’allora governatore Carlo Azeglio Ciampi, dopo una laurea in economia industriale e un phd alla London School of Economics — ha scelto il Salone Margherita e le incursioni teatrali di Paolo Calabresi e di Lillo per l’inaugurazione della maratona che vedrà centinaia di eventi, incontri, attività, giochi a premi, sull’alfabetizzazione finanziaria, uno dei grandi «divide» del nostro Paese.
  • Mediobanca, Del Vecchio chiede modifiche allo statuto
Leonardo Del Vecchio, primo socio di Mediobanca al 18,89%, chiede di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del 28 ottobre proponendo cambi nello statuto che incidono sulla storica indipendenza di Piazzetta Cuccia. Chiede di cancellare la clausola per la quale tre consiglieri devono essere manager della banca da almeno tre anni. Per il patron di Delfin la clausola non è più «coerente» con la prassi «normale di mercato e con basilari principi di governance», non è presente in nessuna banca e rende «di fatto impossibile» al board uscente «presentare una propria lista senza il diretto coinvolgimento e l’assenso del management in carica, e perciò sostituire il management quando così richieda l’interesse delle società».
  • Cattolica, il consiglio dice sì
I 6,75 euro messi sul piatto per le azioni di Cattolica sono un prezzo congruo. Il cda di Cattolica, assistito dagli advisor Citi e Kpmg, tende la mano all’opa lanciata dalle Generali sulla compagnia veronese, di cui il Leone di Trieste è già primo azionista, con il 24% circa del capitale, tre rappresentanti in consiglio e significative prerogative di governance a tutela del suo investimento. La decisione del consiglio presieduto da Davide Croff è importante per due ragioni: assicura all’opa una fetta del 12,3% del capitale, rappresentato dalle azioni proprie in portafoglio alla compagnia veronese, e rappresenta una spinta all’offerta del Leone, impegnato a respingere le convinte pressioni della Borsa per un ritocco del prezzo. Da quando l’operazione è stata annunciata, infatti, il titolo – che quota 7,15 euro, il 6% in più di quanto offerto dalle Generali – si è sempre mantenuto al di sopra del prezzo d’opa. Il Leone ha subordinato l’efficacia dell’offerta, che partirà il 4 ottobre ed è finalizzata al delisting di Cattolica, al conseguimento di almeno il 66,7% del capitale, condizione rinunciabile nel caso in cui si assicuri almeno il 50% più un’azione.

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  • Opa Cattolica il prezzo è giusto solo per il cda
Per il cda di Cattolica il prezzo è giusto, per il mercato no. Ieri, nei termini previsti dalla legge per queste operazioni, il cda della società assicurativa oggetto dell’offerta ha giudicato all’unanimità congruo il prezzo dell’Opa lanciata da Generali e che partirà il 4 ottobre (ieri è stato pubblicato il prospetto), fissato lo scorso 31 maggio a 6,75 euro per azione. Da giugno però il titolo Cattolica è stabilmente sopra quel valore e spesso anche sopra i 7 euro. Anche ieri, mentre Piazza Affari perdeva oltre il 2%, Cattolica ha limitato i danni ad un modesto -0,14%, chiudendo a 7,15 euro. Difficile pensare che Generali voglia alzare il prezzo, peraltro in un’operazione che ha visto il forte malcontento di una parte significativa dei suoi azionisti, ma se le cose continuano su questo piano difficile anche pensare che ci sia la corsa a consegnare le azioni.
  • Del Vecchio sfida Nagel sulla governance Mediobanca “Basta con i manager in cda”
Rivoluzioni in Piazzetta Cuccia: da una parte un socio storico come la Edizione dei Benetton si sfila dal patto di sindacato; dall’altra il primo azionista, ovvero Leonardo Del Vecchio – che in 15 mesi ha rastrellato il 19% – chiede due modifiche dello statuto in tema di governance, da votare dell’assemblea del 28 ottobre. La Delfin di Del Vecchio, con largo anticipo rispetto ai tempi di legge (che scadono l’8 ottobre) e su quelli del rinnovo del cda (ottobre 2023) chiede al cda e all’ad Alberto Nagel di dare più spazio a una o più liste di minoranza, come fa ad esempio già lo statuto di Generali, e di eliminare la voce in cui si prescrive che una lista di maggioranza di Mediobanca debba contenere, pena nullità, il nome di almeno tre dirigenti dell’istituto.

  • Proprietà e controllo, il caso Generali e il capitalismo italiano
Il capitalismo italiano è definito dagli studiosi più accorti un capitalismo senza capitali. E questa definizione sintetizza la tipica versione italica del managerial capitalism ossia quel capitalismo fondato sulla divisione tra proprietà e controllo e ad alte asimmetrie informativa tra azionisti e manager. Questi ultimi, e non solo in Italia, un tempo avevano di mira lo sviluppo organizzativo continuo dell’impresa a cui subordinavano anche il rendimento azionario purché il tasso dei profitti fosse in continua ascesa, così come l’impresa, con continui investimenti non solo in Patria, ma anche all’estero. Molte delle nostre cosiddette multinazionali tascabili non quotate funzionano in questo modo e anche quelle che cercano una valorizzazione borsistica che aiuti la crescita del capitale, e così la potenza d’investimento, imitano questo comportamento. Non è così per le ormai pochissime imprese non famigliari quotate italiche, tra cui spicca Generali, dove il managerial capitalism ad alta asimmetria informativa si è, come in tutto il mondo, da qualche anno, trasformato in owner capitalism ossia in un capitalismo dove i manager sono anche proprietari perché la retribuzione in stock options è superiore a qualsivoglia stipendio tanto più quando viene fissata con algoritmi incomprensibili agli azionisti.
  • Altre 5 morti sul lavoro Nei primi sette mesi il bilancio è di 677 vittime
  • La sostenibilità sarà al centro del piano del Leone
  • Carlyle in Prima Assicurazioni: la deadline fissata a metà mese
Ancora due settimane per il riassetto azionario di Prima Assicurazioni. Il gruppo finanziario statunitense Carlyle, secondo le indiscrezioni, avrebbe dato come scadenza il prossimo 15 ottobre per la firma del «termsheet», tramite il quale il colosso degli investimenti americano, attivo tramite il veicolo Credit Opportunities Fund, punta a rilevare la quota (in modo indiretto si tratta del 25%) attualmente in mano ad Alberto Genovese, l’imprenditore incarcerato nel novembre dello scorso anno con l’accusa di violenza sessuale.

  • Axa chiede allo Stato di intervenire sul rischio informatico
Se tra assicuratori e governo non c’è stata intesa per lo sviluppo di un’assicurazione pandemica, il gruppo Axa preme perché ci sia una collaborazione tra stato e settore privato per coprire meglio i rischi sistemici come quello informatico