Numeri in forte crescita per il private equity e il venture capital. Secondo l’analisi condotta da Aifi, l’associazione di settore, in collaborazione con PwC Deals, nel primo semestre la raccolta complessiva è quasi triplicata su base annua a 2,827 miliardi di euro. E questo grazie ad alcuni closing di dimensioni significative.
Gli operatori che hanno effettuato un closing sono stati 21. Le fonti principali della raccolta sono state fondi pensione e casse di previdenza (35%), banche (16%) e settore pubblico (10%). A livello geografico il 95% dei capitali è arrivato da investitori domestici. Quanto al target di investimento, si prevede di investire il 42% dei capitali in infrastrutture e il 41% in buyout. «La ripresa dell’economia vede anche il contributo del private equity, che con la crescita degli investimenti e delle operazioni, soprattutto di expansion, dimostra quanto sia importante il ruolo svolto dagli investitori anche in questo delicato momento», ha osservato Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi. «Serve, però, un’azione maggiore per attrarre capitali italiani e internazionali, che moltiplichino così le opportunità per le nostre aziende».
L’ammontare investito è stato pari a 4,5 miliardi di euro, in aumento del 142% su base annua e dell’81% rispetto a giugno 2019. Soltanto nel 2016 era stato raggiunto un valore più alto. Le operazioni sono raddoppiate a quota 253 (+52% rispetto al 2019). Il segmento dell’early stage è cresciuto del 314% in ammontare a 294 milioni e del 61% per numero di operazioni (129). Il buyout ha registrato un +22% per ammontare, pari a 1,9 miliardi, e +204% per numero a 70. L’expansion ha attratto 299 milioni (31 mln nel primo semestre 2020) distribuiti su 23 operazioni (+64%). Per quanto riguarda le infrastrutture, gli investimenti sono cresciuti in modo significativo, superando i buyout in termini di ammontare, pari a 2 miliardi, mentre il numero di operazioni è cresciuto da sette a 25.
Fonte: