IL CDA DELLA COMPAGNIA VERONESE GIUDICA CONGRUI I 6,75 EURO OFFERTI DALLE GENERALI
di Anna Messia
Nella guerra che si è aperta per la nuova governance di Generali che ieri si è estesa a Mediobanca (articolo a pagina 9) c’è almeno un punto fermo: l’opa del Leone su Cattolica assicurazioni è pronta a partire. Ieri si è riunito il cda della compagnia di Verona che all’unanimità, ricevuto il parere degli advisor, Citigroup e Kpmg, ha valutato congruo il prezzo dell’offerta del Leone di 6,75 euro per azioni. A questo punto manca l’Antitrust europea ma intanto si scaldano i motori per l’operazione che, dopo aver ricevuto nei giorni scorsi il via libera dell’Ivass e l’ok al prospetto da parte di Consob, prenderà il via il lunedì 4 ottobre e si concluderà il 29 ottobre. La pubblicazione del prospetto è arrivata in tarda serata e si chiarisce che l’offerta è subordinata alla circostanza che, entro la data di pagamento del corrispettivo, «a livello nazionale e/o internazionale, non si siano verificati circostanze o eventi straordinari che comportino o possano comportare significativi mutamenti negativi nella situazione socio-politica, sanitaria, finanziaria». L’efficacia dell’offerta è poi subordinata al raggiungimento di almeno il 66,7% del capitale, condizione a cui si riserva di rinunciare nel caso in cui arrivasse a detenere almeno il 50% più un’azione. Il Leone è già oggi primo azionista di Cattolica, con il 23,6% dei diritti di voto dopo la sottoscrizione dell’aumento di capitale di 300 milioni di fine 2020. Non solo. Generali potrà fare affidamento sul oltre il 9% di azioni proprie che Cattolica ha in pancia al prezzo di 5,47 euro, rinvenienti dall’esercizio del diritto di recesso dopo la trasformazione della compagnia in spa. In pratica Generali parte da oltre il 33%, con il mercato che si interroga sulle mosse di un altro azionista di peso di Cattolica, la Berkshire Hathaway di Warren Buffett che nel 2017 aveva rilevato a 7,35 euro diluito poi al 6,9% dopo la prima tranche. Considerati i dividendi incassati in questi anni (75 centesimi) il super gestore uscirebbe in pareggio.
Ma il mercato continua a scommettere su un ritocco con il titolo Cattolica che ieri ha chiuso a 7,16 euro (-0,14%). Si vedrà nei prossimi giorni, con fonti vicine a Trieste che ricordano come le quotazioni attuali di Cattolica siano conseguenza della ricapitalizzazione di fine 2020 e che l’offerta a 6,75 euro incorpora un premio del 15,3% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni Cattolica alla chiusura di venerdì 28 maggio (il giorno di borsa aperta precedente la comunicazione dell’opa) e un premio del 40,5% sulla media aritmetica, ponderata per i volumi scambiati, dei prezzi ufficiali dei sei mesi precedenti. In caso di adesione totalitaria l’esborso per il Leone sarebbe di 1,176 miliardi e da Trieste hanno fatto sapere che saranno utilizzate risorse proprie, senza fare ricorso ai finanziamenti. Del resto in cassa ci sono 2,3 miliardi, come ricordato più volte dal group ceo Philippe Donnet. Risorse che molti si aspettavano sarebbero state indirizzate verso una crescita internazionale, ma Generali ha deciso di muovere su Cattolica con un’operazione che le consentirà di diventare il primo gruppo in Italia nel Danni e di rafforzare la posizione nel mercato vita, con sinergie stimate a regime in 80 milioni ante imposte. Ieri Donnet presentando a Bruxelles la prima edizione di Sme EnterPrize, iniziativa dedicata alle pmi europee, ha sottolineato che la sostenibilità sarà fondamentale nell nuovo piano industriale di Generali, che sarà presentato il 15 dicembre, con indicatori di performance mensili, cui sarà legata la remunerazione variabile del top management. Mentre ha scelto il no comment alla domanda sulle mosse dei pattisti (Del Vecchio e Caltagirone) che chiedono un nuovo ceo per Generali. (riproduzione riservata)
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