di Gian Paolo Gualaccini
La questione monopattini ha avuto un’evidente accelerazione in questi ultimi mesi. La diffusione di questi mezzi che hanno letteralmente invaso le nostre città, anche grazie al sistema del noleggio, è stata favorita dal governo con l’intento di offrire una modalità di trasporto agile e veloce che potesse compensare la tendenza, causa pandemia, a non usare più il servizio pubblico ricorrendo all’uso dell’auto privata.
Probabilmente la diffusione del monopattino è andata, almeno nei grandi centri urbani, oltre ogni previsione. Ma con il piacere di utilizzare il monopattino e altri mezzi assimilati per spostamenti veloci è venuto fuori anche il rovescio della medaglia e cioè la sua pericolosità, soprattutto se usato in modo non corretto, per tutti gli utenti della strada, pedoni o altri mezzi di trasporto. Va subito detto che non è possibile tornare indietro; il fenomeno esiste ed è in ulteriore espansione.
Questo modello di mobilità alternativa sarà sempre più usato e favorito dagli enti locali e dai privati: si tratta di provare a inserire alcune norme nuove per gestire, in sicurezza per tutti, questo fenomeno. A seguito di alcuni fatti accaduti negli ultimi mesi (6 incidenti mortali su monopattini, un ddl approvato in commissione Trasporti alla Camera per una stretta sull’ uso dei monopattini, unitamente a una situazione di circolazione selvaggia e incontrollata di questi mezzi), il ministro Enrico Giovannini ha giustamente convocato le società di sharing e gli operatori del settore per valutare tempi e modi di una nuova regolamentazione.
Sono convinto che innanzitutto ci sia il problema di un’educazione alla responsabilità degli utilizzatori (utenti, società di sharing e pedoni) e quindi la necessità di campagne informative e di sensibilizzazione (il Cnel insieme a Polizia Stradale e al ministero dell’Istruzione ha realizzato uno spot didattico rivolto ai giovani, che proprio da questo settembre sarà parte dell’offerta formativa, per le scuole medie superiori, del Ministero dell’Istruzione).
Successivamente, insieme a nuove norme chiare, occorrerà verificare la loro applicabilità reale e conseguentemente i relativi controlli.
A questo proposito condivido alcune proposte di cui si è discusso anche in seno alla Consulta nazionale per la Sicurezza stradale e la Mobilità sostenibile del Cnel Innanzitutto c’è il tema dell’obbligatorietà del casco che dovrà essere estesa a tutti gli utenti dei monopattini.
Occorre poi definire esattamente dove possono transitare e come: sicuramente non sui marciapiedi, ma sulle piste ciclabili e solo in ambito urbano: la loro velocità massima andrebbe sicuramente ridotta (indicativamente a 20 km/h per tutti in strada e a 6 km/h nelle aree pedonali) e in alcune regioni dove c’è stato un boom dell’uso della bici (elettrica e non) è necessario che alcune norme per i monopattini siano applicate anche alle bici.
Da ultimo rimane aperto il problema dell’identificazione dei monopattini (si potrebbe almeno dotarli di un Qr code) e dell’assicurazione obbligatoria. Su tutti questi temi ritengo sia necessario un intervento del governo che deve farsi carico di una proposta responsabile al parlamento, capace di garantire a tutti gli utenti della strada una maggiore sicurezza. (riproduzione riservata)
*coordinatore della Consulta Nazionale per la Sicurezza Stradale e la Mobilità Sostenibile del Cnel
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