di Silvia Valente
A luglio sono cresciuti i prestiti al settore privato (+2%), alle famiglie (+4%) e alle società non finanziarie (+1,7%, minimo da marzo 2020) sui 12 mesi, sebbene con tassi inferiori rispetto a quelli registrati a giugno. Si conferma invece il trend rispetto al mese precedente sia per l’aumento dei depositi del settore privato sia per la diminuzione della raccolta obbligazionaria. È quanto emerge dalla pubblicazione di Bankitalia Banche e moneta: serie nazionali. Nel dettaglio, in luglio i prestiti al settore privato sono cresciuti di oltre il 2% sull’anno, mentre a giugno l’aumento era stato del 3,5%. I prestiti alle famiglie sono aumentati di quasi 4 punti percentuali a livello annuo, valore stabile rispetto a giugno, mentre i prestiti alle società non finanziarie dell’1,7%, quasi la metà della crescita del mese precedente. Inoltre, i depositi del settore privato sono cresciuti del 9,3% sui dodici mesi (9,6% di giugno). Contro corrente la raccolta obbligazionaria, calata del 5,2% sull’anno (-6,2% a giugno). Dai dati si evince anche un incremento del controvalore dei Btp detenuti dalle banche italiane a 422,72 miliardi dai 417,73 miliardi di giugno. I dati di via Nazionale mostrano una generale diminuzione, a luglio, anche dei tassi d’interesse. Quelli applicati ai prestiti ipotecari concessi alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si sono collocati all’1,75%, in leggero calo congiunturale. I finanziamenti sui crediti al consumo si sono attestati sull’8%, valore anche in questo caso inferiore rispetto alle rilevazioni di giugno. Gli interessi sui nuovi prestiti a società non finanziarie sono stati pari all’1% (contro l’1,17% di giugno), media tra l’1,83% sui finanziamenti inferiori al milione di euro e al quasi 0,7% sugli importi superiori. I tassi passivi sui depositi in essere sono stati registrati invece intorno allo 0,3%, lievemente meno di giugno. Frena, infine, il calo delle sofferenze bancarie a luglio, arrivando a -17% rispetto al -21% di giugno. In valori assoluti le sofferenze lorde sono diminuite di 100 milioni, a 48,413 miliardi, e le nette di 230 milioni, giungendo a 17,87 miliardi. (riproduzione riservata)
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