di Cristina Bartelli

Le segnalazioni di operazioni sospette antiriciclaggio non si fermano neanche con il Covid-19 e crescono, nel primo semestre 2020 di circa il 3%. Dato in linea con lo stesso periodo del 2019. Cresce anche l’attenzione da parte dell’autorità giudiziaria che sempre più spesso compie azioni di approfondimento sulle operazioni evidenziate dall’Unità di informazione finanziaria (Uif). Ed è costante il dato di quelle segnalazioni che nelle mani della Guardia di finanza si trasformano in indagini di riciclaggio di altre violazioni valutarie: il 50%. Mentre si avviano alla conclusione le prime indagini su due operatori virtuali di criptovalute per eventuali irregoalrità nelle segnalazioni di operazioni sospette.

Infine nel medio termine, per evitare di aggravare di oneri gli operatori in questo momento, potrebbe ampliarsi il novero delle comunicazioni oggettive, oggi limitate ai versamenti in contanti superiori ai 5 mila euro. Allo studio l’estensione a informazioni su carte di credito straniere e bonifici esteri.

Allo studio poi schemi di sorveglianza per quanto riguarda la cessione dei crediti legati al 110% anche se il fenomeno è visto come molto parcellizzato mentre al momento maggiore delicatezza hanno rivestito i finanziamenti assistiti da garanzia pubblica.

Durante la pandemia, dunque, l’analisi sul fenomeno del riciclaggio non è stata rallentata al contrario, le soglie di attenzione sono state innalzate, soprattutto per la sorveglianza dei prestiti erogati alle imprese con il supporto della garanzia statale ma anche su fenomeni di infiltrazione criminale sia nel tessuto imprenditoriale sia presso le famiglie in difficoltà con il rischio di fenomeni come l’usura.

Nella relazione di luglio sui numeri del contrasto al riciclaggio 2019, il direttore dell’Uif, Claudio Clemente, ha fornito un primo monitoraggio dell’attività di vigilanza sull’emergenza Covid-19. «La Uif» ha raccontato Clemente, «nel mese di aprile 2020, ha emanato una specifica Comunicazione volta a sensibilizzare i segnalanti sui profili di rischio connessi alla pandemia e alle sue conseguenze economiche e finanziarie e ad agevolare il riconoscimento di nuove tipologie di comportamenti sospetti. Fra fine febbraio e metà giugno 2020 l’Unità ha ricevuto circa 350 segnalazioni di operazioni sospette direttamente collegate all’emergenza».
«Sono stati inoltre rilevati», ha poi evidenziato il direttore dell’Uif, «in circa 250 segnalazioni, anomali movimenti di contante, spesso motivati da timori indotti dalle misure di contenimento e confinamento sociale, che possono però nascondere anche finalità illecite. In alcuni casi il profilo soggettivo dei nominativi coinvolti e le modalità operative suggeriscono il possibile coinvolgimento della criminalità e forme di usura.»

I numeri si sono mantenuti costanti anche nei mesi successivi, in cui la vigilanza è continuata.

Sul fronte delle criptovalute, attualmente l’Uif sta concludendo le prime due indagini investigative su due valute virtuali. Sotto la lente della task force di Banca di Italia, esperta in riciclaggio, le eventuali omissioni di segnalazioni di operazioni sospette.

Per le criptovalute, in quanto non sono considerate valute bensì asset al momento non ci sono linee guida o indicazioni sui criteri da seguire per riportarle nell’ambito delle procedure di verifica riciclaggio. Non è al momento chiaro quale sia l’autorità che dovrà vigilare sulel criptovalute, sarà l’Unione europea a definirne i confini e assegnare i ruoli.

Molte Newco, comunque si mettono al riparo da eventuale rischi reputazionali chiedendo una sorta di consulenza all’Uifi su come sotto porre il controllo riciclaggio.

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