Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Mediobanca tira dritto sulla governance in vista dell’assemblea del prossimo 28 ottobre. Ieri il consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia ha presentato la rosa di candidati per il prossimo board e le modifiche statutarie che saranno sottoposte al voto dei soci. Come anticipato da MF-Milano Finanza, la lista (stilata con l’ausilio di Spencer Stuart) è nel solco della continuità, anche per dare un segnale forte al mercato in una fase di cambiamento degli assetti azionari. A uscire sono stati soltanto Marie Bolloré (figlia di Vincent e in cda dal rinnovo del 2014) e il vice presidente Alberto Pecci (entrato nel 2012 su indicazione della famiglia Pesenti, ma non più candidabile per raggiunti limiti d’età). Al loro posto il board ha candidato Laura Cioli (ex amministratore delegato di Gedi, Rcs e Cartasì e oggi consigliere di Autogrill, Brembo e Sofina) e la francese Virginie Banet (ex managing director di Nomura e di Deutsche Bank e recentemente candidata da Vivendi nel consiglio di sorveglianza di Lagardère).
Assieme a quella dei listini nel secondo trimestre è iniziata anche la ripresa degli asset manager europei. Stando a un’analisi di Bank of America sui gestori quotati e attivi nel Vecchio continente, fra aprile e giugno scorsi i flussi sono tornati positivi dopo il calo del primo trimestre e sono cresciuti in media del 2,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Il rilancio è stato però diseguale: il 65% del campione ha registrato una crescita degli attivi, concentrata soprattutto fra le società statunitensi. Sul podio della classifica di BofA figurano infatti tre gestori a stelle e strisce: nell’ordine Morgan Stanley Investment Management (+18%), Cohen & Steers (+17%) e Artisan (+14%). Bene anche le italiane Banca Mediolanum (+10,9%), prima fra gli asset manager con passaporto europeo, e Azimut (+6,4%). Male invece, evidenzia l’analisi, l’americana Victory Capital (-38%), la svizzera Gam Investments (-22%) e Manning & Napier (-15%).
- Reale Group scende in pista per il Superbonus 110%
Reale Group fa il suo ingresso nel sistema Superbonus 110% con una rete di prodotti e servizi a sostegno delle famiglie, dei professionisti e delle imprese italiane. Grazie alla presenza nel gruppo di Banca Reale, Italiana Assicurazioni, Reale Immobili e Blue Assistance, oltre all’acquisto del credito d’imposta prevista dal Decreto Rilancio (102% di liquidità ai privati e 100% di liquidità alle imprese), il pacchetto prevede finanziamenti per garantire la liquidità a supporto delle opere di ristrutturazione, soluzioni assicurative, e un portale dedicato. «La riqualificazione energetica e gli interventi antisismici previsti dal Decreto Rilancio, garantiscono sicurezza, minimizzazione dell’impatto sull’ambiente e protezione delle persone, elementi cardine dell’agire di Reale Group», ha dichiarato Luca Filippone, Direttore Generale di Reale Mutua, «La sostenibilità come punto di partenza e non di arrivo rappresenta l’ingrediente fondamentale per l’accelerazione del processo di ripresa del Paese che il nostro gruppo intende accompagnare».
- Ordini oltre 3 miliardi per il primo green bond di Unipol
Il gruppo Unipol rafforza l’impegno verso la sostenibilità, lanciando il suo primo green bond della durata di 10 anni da 750 milioni di euro a fronte di ordini che hanno superato quota 3 miliardi di euro. L’emissione fa parte di un programma più vasto, della portata di 3 miliardi. La scadenza è 23 settembre 2030, l’importo di tipo benchmark e il rendimento è stato fissato a 350 punti base sul tasso Midswap dopo prime indicazioni a 390 punti, poi riviste in area 360 punti. L’emissione del green bond è contestuale a un riacquisto di titoli in scadenza il 5 marzo 2021, per un ammontare di 317,3 milioni. Si tratta di obbligazioni con una cedola del 4,375% per cui l’acquirente offre un prezzo di riacquisto pari a 101,93. L’operazione è curata da un pool di banche composte da Bnp Paribas, Imi, JP Morgan, Mediobanca e Unicredit. Ci si attende un rating da parte di Moody’s pari a Ba2 e da Fitch a BB+. Il taglio minimo di sottoscrizione è di 100 mila euro, in multipli di 1.000 e verrà quotato al mercato regolamentato del Lussemburgo.
- Casse: servono risposte dall’esecutivo
Sbrogliare la matassa del rinvio (a causa della pandemia) dei versamenti contributivi deliberato dalle Casse di previdenza, cercando di ottenere «risposte certe e veloci» dai ministeri del lavoro e dell’economia, per venire incontro alle difficoltà degli iscritti. Ed avviare, nel contempo, «un ragionamento sulla sostenibilità post-Covid 19», giacché l’orizzonte dei 50 anni d’equilibrio tra entrate e uscite imposto agli Enti dalla legge 214/2011 è «anacronistico», visto che, «con i cambiamenti che stanno avvenendo» nel mercato del lavoro, oltre che nella società, «siamo chiamati ad aiutare» le platee con un impegno finanziario che scavalca il concetto di «welfare attivo». È quel che il presidente dell’Adepp (l’Associazione dei 20 Istituti pensionistici dei professionisti) e dell’Enpam (medici ed odontoiatri) Alberto Oliveti ritiene ineludibile affrontare, suggerendo la rapida convocazione di un «tavolo tecnico e politico-istituzionale» cui sedersi insieme ai rappresentanti dei dicasteri vigilanti, a partire dal sottosegretario di via Veneto con delega agli Enti previdenziali Francesca Puglisi.
- Con il monopattino contro l’auto: è grave
Un uomo di 34 anni è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Niguarda in gravi condizioni dopo essersi scontrato con un’auto mentre viaggiava col proprio monopattino a Milano. L’incidente è avvenuto pochi minuti prima delle 11 nel sottopasso Mortirolo. L’uomo viaggiava nella corsia di destra quando ha perso il controllo e dopo aver sbandato un paio di volte è finito su una Hyundai. Sull’uso dei monopattini «serve un maggior senso di responsabilità da parte degli utenti» ha detto il sindaco Sala.
- Mediobanca, quattro donne nel nuovo consiglio
Rafforzamento della rappresentanza femminile, con la proposta di nomina di quattro nuove consigliere, e alcune modifiche allo Statuto. Queste le decisioni assunte ieri dal consiglio di Mediobanca che ha approvato la propria lista di 15 candidati alla carica di consigliere per il triennio 2021-2023 da sottoporre all’assemblea convocata per il prossimo 28 ottobre. La lista proposta dal consiglio include due terzi di consiglieri indipendenti e il 47% di rappresentanza femminile. In particolare entrano nella lista del nuovo Consiglio Virginie Banet, presidente di Iolite Financial Consulting, Laura Cioli, ad del gruppo editoriale Gedi, Roberta Casali, presidente del cda di Tages e Romina Guglielmetti, giurista specializzata in corporate governance. Confermati gli altri rappresentanti: dall’attuale presidente Renato Pagliaro e dall’amministratore delegato Alberto Nagel a Francesco Saverio Vinci, Maurizia Angelo Comneno, Maurizio Carfagna, Maurizio Costa, Valérie Hartefleux, Maximo Ibarra, Elisabetta Magistretti, Vittorio Pignatti Morano, Gabriele Villa; escono, invece, Alberto Pecci e Marie Bolloré. La lista delle candidature, stilata con la collaborazione della società di headhunting Spencer Stuart, privilegia la continuità, sia per fronteggiare meglio le incertezze legate all’emergenza Covid che per favorire il raggiungimento del piano strategico al 2023.
- Ancona, l’aria fa paura Il giallo delle esplosioni prima del rogo al porto
Sono queste grandi balle gialle di gommapiuma pressata, che dovevano partire per la penisola arabica ma giacciono abbruciacchiate e fumanti, che ora fanno paura. Anche oggi, a più di 24 ore dall’innesco del rogo, Ancona resterà chiusa per incendio: parchi e scuole sbarrati, invito a chiuder bene le finestre, a uscire solo se indispensabile, a lavare bene la verdura e a non consumare per niente l’insalata a foglia larga. I titolari delle sei aziende in concessione nel gigantesco capannone dell’ex Tubimar, nel cuore del porto, hanno assicurato che non c’erano materiali classificati “pericolosi”. Ma l’enorme nube nera della notte e del primo mattino, una pioggia di cenere, pezzi di gomma e plastica depositati su balconi e terrazze dei palazzi della zona portuale, hanno svuotato la città. A sera mentre gli idranti dei vigili del fuoco spazzano via la fitta coltre di fumo nelle parti esterne dei capannoni devastati mettendo a nudo gli scheletri accartocciati dei magazzini e delle merci che vi erano stoccate, una lingua di fuoco si leva ancora dalle braci che coprono il pavimento. Il cuore del focolaio è ancora inaccessibile: troppo caldo lì dentro e troppo alto il rischio che i tetti cedano. Per capire cosa abbia scatenato l’inferno al porto di Ancona bisognerà attendere almeno 24 ore: per fortuna le fiamme non hanno raggiunto i depositi di gas della Sol, distanti poche decine di metri. Impossibile, per ora, stabilire se l’origine sia dolosa o colposa. Pare accertato che il fuoco sia scaturito nel capannone della Frittelli Maritime — che stipava merce Fincantieri — per poi espandersi alle ditte adiacenti. Il sospettato per i carabinieri forestali è l’impianto fotovoltaico sul tetto dello stabile, ma non si esclude un corto circuito in un mezzo di movimentazione merci. A quell’ora l’area era deserta. I carabinieri raccoglieranno le immagini delle telecamere: l’origine dolosa non è esclusa.
- Ape e opzione donna: proroga in manovra Precoci con quota 41
La proroga per un altro anno dell’Ape sociale, l’anticipo pensionistico con 63 anni e almeno 30 di contributi riservato a una serie di categorie di lavoratori in difficoltà, che ora potrebbe essere ampliata a disoccupati e “lavoratori fragili”. Una nuova edizione di “Opzione donna”, con ritiro anticipato a 59 anni e 35 di versamenti in cambio del ricalcolo contributivo dell’assegno. Il riconoscimento dell’uscita anticipata con 41 anni di contributi ai lavoratori “precoci”, ovvero con almeno 12 mesi di contratto prima del 18esimo anno di età. È un pacchetto previdenziale variegato quello prefigurato ieri dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ai sindacati in vista della stesura della prossima legge di bilancio. Un mix di misure tra proroghe e nuovi interventi che definiscono un percorso di flessibilità sostenibile e selettiva in attesa delle decisioni, che si prenderanno più avanti, sul dopo ”quota 100”.
- Via libera ai decreti per sostenere le Pmi
Con la firma ieri dei decreti attuativi, prendono forma gli incentivi fiscali per gli aumenti di capitale delle piccole e medie imprese in difficoltà e il Fondo Patrimonio delle Pmi da 4 miliardi gestito da Invitalia. Si tratta del cosiddetto meccanismo del “pari passu”, previsto dal decreto rilancio, con cui lo Stato si affianca alle imprese, con sede legale in Italia e ricavi compresi tra 5 e 50 milioni, che abbiano registrato un calo del fatturato a marzo e aprile 2020 non inferiore al 33% rispetto al 2019, per sostenere i conferimenti di capitale e una parte delle perdite. Le misure sono state illustrate nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato i ministri Roberto Gualtieri (Economia) e Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico), i direttori generali del Tesoro, Alessandro Rivera, e delle Finanze, Fabrizia Lapecorella, e l’ad di Invitalia, Domenico Arcuri. «È un intervento senza precedenti», ha spiegato Gualtieri illustrando gli strumenti: un credito d’imposta pari al 20% dell’apporto per i soggetti che effettuano conferimenti in esecuzione di un aumento di capitale entro il 31 dicembre (fino a 2 milioni e con il mantenimento della partecipazione fino al 31 dicembre 2023), in una o più società, e un ulteriore credito in favore della società ricapitalizzata, se soddisfa alcune condizioni di «virtuosità», pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto, fino a concorrenza del 30% dell’aumento di capitale. Il Fondo, invece, potrà sottoscrivere obbligazioni o titoli di debito di imprese con ricavi superiori a 10 milioni che effettuano un aumento di capitale non inferiore ai 250mila euro.
- Recesso Cattolica, un diritto per pochi
È tempo di recesso in casa Cattolica e lo sarà almeno fino al prossimo 24 settembre. La possibilità di poter recedere, complice il cambio di statuto che trasforma la cooperativa in spa, è scattata lo scorso 11 settembre ma al momento non sembra aver raccolto il favore di molti soci. Risulta infatti che, allo stato, abbiano esercitato il diritto appena una trentina di soci e per un controvalore al momento del tutto irrisorio. Eppure il titolo in Borsa continua a viaggiare a valori distanti dal recesso: quota attorno a 5,2 euro contro i 5,47 che verrebbero pagati in caso di un passo indietro. Insomma, sulla carta il vantaggio c’è, bisogna capire in quanti decideranno di passare all’incasso. Anche se, va detto, sul piano teorico nel caso in cui ci fosse un’adesione di massa l’Ivass potrebbe anche considerare lo stop. Difficile immaginare che possa accadere, appare come un’opportunità assai remota. Tuttavia nell’eventualità in cui dovesse emergere che le richieste di recesso siano tali da minare la solidità finanziaria e patrimoniale della compagnia, l’Autorità sulla carta potrebbe decretare il blocco.
- Assicuriamo uno stato che non sa assicurarsi