Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Tra non molto sarà di nuovo ora di sedersi al tavolo per discutere della nuova convenzione tra Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e Poste Italiane. Quella attualmente in vigore, firmata a dicembre 2017 quando al timone del gruppo postale c’era già Matteo Del Fante e la guida di Cassa era ancora affidata a Fabio Gallia, arriverà infatti alla naturale scadenza di fine anno. L’obiettivo anche questa volta sarà tenere alta la raccolta di buoni e libretti che le Poste Italiane collocano in esclusiva per conto di Cassa Depositi e Prestiti, la quale poi utilizza tali risorse per sostenere il Paese. E, visti i mille impegni che la Cassa oggi guidata da Fabrizio Palermo ha in questa fase, dalla discesa in campo per Borsa Italiana al sostegno alle imprese colpite da Covid, passando per Aspi e per la rete unica tlc, quelle risorse appaiono quantomai fondamentali. Ma il successo di raccolta non può certo dirsi scontato alla luce della competizione pressante del sistema bancario. Le stesse Poste negli uffici postali hanno oggi un’offerta quantomai variegata di prodotti finanziari, che comprende fondi comuni, polizze e da qualche mese addirittura gli Etf (i fondi replicanti a basso costo). E pure sui conti correnti hanno proposte decisamente competitive (si veda altro servizio) con canoni mensili che partono da 2 euro e che possono essere ulteriormente ridotti per esempio con l’accredito dello stipendio.
Gli italiani sono un popolo di risparmiatori e, come ha riportato Milano Finanza del 29 agosto, questa attitudine è aumentata nella fase acuta della pandemia, vuoi perché il lockdown ha oggettivamente diminuito le occasioni di consumo, vuoi perchè l’incertezza generata dall’emergenza sanitaria ha indotto le famiglie ad accumulare risorse che possano eventualmente servire per affrontare difficoltà, come la perdita del lavoro. Proprio questa circostanza accentua l’esigenza di una adeguata educazione finanziaria dei cittadini. Per questo è nato il Comitato per l’educazione finanziaria che ha tra le sue iniziative il Mese dell’Educazione Finanziaria che ormai da tre anni si tiene ad ottobre. L’attenzione quest’anno è focalizzata sulle scelte finanziarie dettate dall’emergenza Covid-19 e sul tema della previdenza. A tal proposito il Comitato ha istituito per la prima volta la settimana dell’educazione previdenziale, che si svolgerà dal 26 al 31 ottobre 2020. Il mese ha una missione specifica: accrescere la consapevolezza delle persone sui temi finanziari, assicurativi e previdenziali.
Groupama Dimensione Maxi è un contratto multiramo di assicurazione sulla vita con partecipazione agli utili e di tipo unit linked a premio ricorrente. Il prodotto prevede ben nove opzioni di investimento prefissate, in cui il premio periodico ed eventuali premi aggiuntivi viene ripartito tra i fondi interni ValorePiù Quota Small, ValorePiù Azionario Classe B e ValorePiù Bilanciato Classe B, il cui valore dipende dalle fluttuazioni del valore delle attività finanziarie sottostanti, e la gestione separata ValorePiù. Quest’ultima componente ha come obiettivo la stabilizzazione della performance, grazie a scelte gestionali più conservative e alla metodologia di valorizzazione al costo storico degli asset in portafoglio. A seconda dell’opzione di investimento scelta la parte di capitale investita nei fondi interni può variare da un minimo del 30% a un massimo del 100%. Nel corso della durata contrattuale il cliente può esercitare il diritto di riscatto, purché siano trascorsi almeno 3 anni dalla data di decorrenza. La durata del periodo di pagamento dei premi unici ricorrenti può essere stabilita in misura pari a 10 o a 15 anni, a condizione che l’età dell’assicurato al termine del periodo non ecceda gli 85 anni. La soluzione presa in esame prevede la combinazione d’investimento Dinamico Premium, dove il 70% dei premi è investito nel fondo interno ValorePiù Bilanciato Classe B e il restante 30% nella gestione separata ValorePiù. La selezione del profilo di investimento è peraltro in funzione dell’età assicurativa del contraente.
Anche a Parigi la bibicletta sta conoscendo un grande successo a guardare la frequentazione delle piste ciclabili aumentata del 67% dalla fine del confinamento, a maggio. Tanto che il comune ha in programma di sviluppare la rete con altri 50 chilometri. Ma c’è un grande problema che affligge i ciclisti: dove parcheggiare in sicurezza una volta arrivati a destinazione. In pratica, avere la certezza di ritrovare la propria bici. Sono 500 mila le biciclette in circolazione nella capitale francese e soltanto 40 mila parcheggi protetti per le due ruote a pedali. Sono parcheggi videosorvegliati, accessibili con il badge, con lucchetti connessi che permettono di parcheggiare grazie a un’applicazione sullo smartphone che avverte in caso di tentativo di furto. Per i danni c’è una copertura assicurativa fino a 200 euro. Nei parcheggi anche colonnine di ricarica per le bici elettriche. Un abbonamento annuale varia, a seconda dell’impianto, da 10 euro al mese fino a 75 euro. Alcune imprese hanno destinato dei locali per le biciclette dei propri dipendenti. Ma servono più parcheggi protetti e c’è chi chiede aiuti al governo con l’obiettivo di incentivare le bici ottenendo un minor consumo di energia fossile e migliorare la qualità dell’aria.
Cattolica assicurazioni ha chiuso il primo semestre con un utile adjusted di 80 milioni di euro, in crescita del 16% rispetto allo stesso periodo del 2019. L’utile netto di gruppo è sceso dell’83,1% a 10 milioni soprattutto a causa dell’impairment sul goodwill (-61 mln di effetto netto). Inoltre le svalutazioni hanno inciso per circa 86 mln. La raccolta premi complessiva del lavoro diretto e indiretto Danni e Vita è diminuita del 13,3% a 2,835 miliardi. Nel business Danni diretto si è riscontrata una flessione del 3,8% dovuta all’Auto, mentre il calo della raccolta Vita è stato del 18,2%. Il combined ratio è risultato in forte miglioramento all’87,1% (-6,3 punti percentuali) nonostante l’accantonamento per tener conto del voucher per i clienti Auto. L’utile operativo è quindi salito del 38,6% a 217 milioni, portando il roe operativo all’11,5%.
- Generali apre il paracadute sul recesso Cattolica
La resilienza nel lockdown, quella c’è stata. Però il marchio della (ex) mutua scaligera di polizze Cattolica ha perso un po’ del suo smalto, dopo una fase procellosa che ha intaccato patrimonio e quotazioni (risalite da fine luglio: ma ferme ieri), spianando la strada al vicino aumento di capitale. Così nel primo semestre gli 86 milioni di svalutazioni (di cui 61 di avviamenti) si sono mangiati l’83% dell’utile netto Cattolica, sceso a 10 milioni e incapace di riflettere il +38% del risultato operativo, salito oltre le attese a 217 milioni. Ma i dati che contano sono quelli delle operazioni straordinarie che stanno per aprirsi. Il prospetto dell’aumento “binario”, 300 milioni riservati a Generali che diventerà la prima forza con il 24,4%, 200 milioni in opzione ai soci attuali, sta per andare in Consob ed «entro fine autunno completeremo il processo, tutto sta andando bene», hanno detto ieri i dirigenti Cattolica. C’è un ultimo scoglio, e riguarda il diritto di recesso dei soci: fino all’85% del capitale potrebbe chiedere la liquidazione. Ma la società ha già detto che accetterà massimo il 20%. Condizione peraltro rinunciabile. E in più Generali è disposta a rilevare a certe condizioni altri titoli da liquidare. Avere Trieste al proprio fianco rende tranquilli i gestori di Cattolica. Per ora.
- Lavoro, persi 841 mila posti in un anno La crisi penalizza giovani e precari
Quattrocentosedicimila giovani tra i 15 e i 34 anni espulsi dal mercato del lavoro, la metà degli 841 mila posti persi tra il secondo trimestre di quest’anno e lo stesso periodo dell’anno scorso. I dati Istat mostrano come la crisi economica innescata dalla pandemia abbia colpito soprattutto le fasce più deboli: oltre ai giovani, che si sono rifugiati in misura maggiore rispetto alle altre fasce di età tra le fila degli inattivi (più 5,6%), a rimanere senza lavoro sono state le donne, gli stranieri, i meridionali, i lavoratori con la sola licenza elementare, gli autonomi, i titolari di contratti a termine o part time. Senza dubbio i giovani costituiscono anche una parte più che rilevante dei 677 mila contratti a termine persi perché non rinnovati o non stipulati. I titolari di contratti a tempo indeterminato per ora sono stati salvaguardati invece dal blocco dei licenziamenti voluto dal governo, e dalla cassa integrazione. E infatti tra gli over 50 si sono persi solo 1.000 posti di lavoro, arrivando a quota 8,7 milioni di lavoratori, il doppio degli under 35, scesi a 4,7 milioni. L’ufficio studi di Confindustria prevede una ripresa in termini di posti di lavoro già da luglio: 85 mila occupati in più, e una tenuta sostanziale dell’occupazione «salvaguardata dall’ampio ricorso alla Cig». Ma intanto il calo rispetto allo scorso anno è enorme, ed è anche distribuito in modo da aumentare le disparità: penalizzati soprattutto i settori vicini al turismo, da alberghi e ristorazione (meno 246 mila lavoratori) al commercio e al lavoro domestico. Il Mezzogiorno nel complesso accusa una flessione dell’occupazione del 5,3% rispetto al 3% del Nord e al 2,9 del Centro. Si accentuano anche le differenze per titolo di studio: il tasso di inattività dei laureati si ferma al 18% ma quello di chi si è fermato alla licenza media supera il 50. Il tasso di disoccupazione scende all’8,3%, una riduzione che non si porta dietro nulla di buono perché è dovuta solo al consistente aumento di chi non cerca più lavoro, ritenendo impossibile trovarlo per il momento: il tasso di inattività è arrivato al 37%.
- Cattolica, utili a 10 milioni
Cattolica Assicurazioni è riuscita a ridurre l’impatto del coronavirus: nel primo semestre, nonostante una raccolta premi in calo del 13,3%, la redditività è in crescita. L’utile operativo è salito del 38,6% a 217 milioni, e l’utile adjusted del 16% a 80 milioni. L’utile netto di gruppo ha pagato la necessità di procedere con alcune svalutazioni per un totale di 86 milioni (61 milioni solo per l’avviamento), ed è sceso dell’83,1% a 10 milioni.
- Spesa previdenziale, il 16% va agli under 65 Nel 2020 prevista una crescita del 2,1%
Il dossier pensioni per la prossima legge di bilancio ormai alle porte si limita a prevedere la doppia proroga e il rafforzamento di Ape sociale e Opzione donna, ma i fari del confronto tra Governo e sindacati sono di fatto già puntati sulla riforma della previdenza da impostare nei primi mesi del 2021. Anche perché il count down che porta alla fine della sperimentazione di “Quota 100”, prevista il 31 dicembre del prossimo anno, va avanti inesorabilmente. E lo stesso esecutivo con l’ultimo Programma nazionale di riforma (il Pnr), che fa da cornice al Recovery plan in arrivo, ha voluto mandare un messaggio chiaro e in qualche modo rassicurante a Bruxelles e, allo stesso tempo, tracciare il solco su cui si dovranno incanalare le nuove regole pensionistiche: «Sarà necessaria una attenta riflessione sull’intero sistema onde garantire la sostenibilità anche di lungo periodo e limitarne il peso sul debito pubblico». In altre parole, non sono più ripetibili misure con un forte impatto sui conti pubblici come l’anticipo pensionistico voluto due anni fa dal Conte 1 a tinte giallo-verdi. E anche il ritorno a un sistema flessibile di uscite, al quale guardano in primis Cgil, Cisl e Uil ma anche il Governo, non potrà essere concepito senza considerare i vincoli di finanza pubblica destinati inevitabilmente a rispuntare con l’uscita dalla crisi dovuta dalla pandemia, che ha fatto esplodere i livelli di deficit e debito.
- Allianz cede le polizze, parte la corsa dei fondi
Il colosso tedesco delle assicurazioni Allianz è pronto a cedere un proprio ingente portafoglio di polizze e prodotti assicurativi inerenti alle attività italiane: la prossima settimana parte infatti la seconda fase del processo di vendita, gestito dalla banca d’affari Morgan Stanley, di un pacchetto di prodotti assicurativi, tra i quali prodotti pensionistici e contratti assicurativi Vita. Si tratta di un pacchetto di prodotti per svariati miliardi di premi lordi su un patrimonio di vigilanza di circa 300-350 milioni. Le offerte non vincolanti si sarebbero per ora attestate a circa 50-70 milioni di euro. I prodotti assicurativi sono riferibili a clientela italiana, in gran parte di tipo corporate e retail. Allianz, contattata, non ha commentato al Sole 24 Ore i rumors di mercato in questione. Il processo, secondo le indiscrezioni, sarebbe comunque già stato avviato da qualche mese. In corsa per l’acquisto del perimetro ci sarebbero sia gruppi strategici, cioè compagnie assicurative, sia fondi di private equity: fondi attivi nel settore come Cinven e Blackstone, ma anche gruppi come Monument Re ed European Insurance Consolidation Group- Eicg.
- Cattolica verso l’aumento Generali Intanto il mercato guarda al recesso
Target confermati, recesso alle porte e aumento di capitale e ingresso di Generali prossimi al via. Un mix di fattori positivi che inizialmente ieri ha favorito gli acquisti sul titolo Cattolica che tuttavia a metà seduta ha ripiegato per concludere gli scambi invariato a 5,22 euro per azione. Valore che è ancora leggermente distante dal prezzo di recesso (5,47 euro) e pure da quello dell’iniezione di capitale riservata al Leone di Trieste (5,55 euro). Eppure, ormai, entrambe le tappe, cruciali per il riassetto della compagnia e la sua nuova «fase di sviluppo», come definita dai manager che guidano l’azienda, sono a un passo. Primo step, dopo che Cattolica ha iscritto al registro delle imprese la delibera di trasformazione in spa, sarà proprio l’esercizio garantito ai soci di recedere dal progetto. Le date non sono ancora note ma probabilmente il tutto si esaurirà nelle ultime settimane di settembre. In proposito, il cfo Atanasio Pantarrotas ha ricordato che la compagnia è disposta ad accettare recessi «fino al 20% del capitale». Cattolica, però, si aspetta che saranno «molto inferiori», questo perché «la compagine azionaria è fatta per due terzi da investitori istituzionali; l’appeal del prezzo di recesso è limitato considerato che l’operazione con Generali creerà valore»; e infine l’abbandono della forma cooperativa ha raggiunto «in assemblea il 70% dei consensi».
- Reale Group, premi in discesaResta forte la solidità patrimoniale
Anche Reale Group alza il velo sui conti del primo semestre 2020. Conti che ovviamente risentono dell’impatto dalla pandemia ma che comunque confermano la solidità della mutua. In particolare, sul fronte del giro d’affari Reale Group ha segnato premi in discesa del -4,3% rispetto al primo semestre 2019 e pari a 2,5 miliardi di euro, questo per effetto dell’apporto negativo della gestione Vita, (-12,0%), e della sostanziale stabilità del Danni (+0,4%). Allo stesso tempo, proprio complice il crollo della sinistralità corrente, osservata sia nel comparto auto sia nel non auto e legata ai mesi di lockdown, il combined ratio operativo del Danni è risultato in sensibile miglioramento, in calo addirittura di 4,4 punti base. Una discesa che ha portato l’indicatore al 94,3%. L’utile si è attestato invece a 95,6 milioni di euro in crescita del +27% in rapporto al primo semestre 2019 dove ammontava a 75,3 milioni. «I risultati si confermano positivi in tutte le società del gruppo, a esclusione della start-up cilena, in lieve perdita, e di Reale Vida, comunque prossima all’equilibrio di bilancio», ha sottolineato Reale Group nella nota a commento sui risultati.
- I Pir alternativi non decollano
Non sono molte le Sgr che stanno scaldando i motori sui Pir alternativi. I punti interrogativi sull’evoluzione della normativa in attesa del via libera definitivo inibiscono lo spirito di iniziativa. Dopo l’innalzamento da 150 a 300mila euro sottoscrivibili su base annua, ci si chiede se siano possibili ulteriori modifiche e nel dubbio si attende. Ma c’è chi, invece è già partito, chi lo farà e chi non ci pensa proprio. Certo l’accoglienza ai Pir alternativi non ha nulla a che vedere con quella che venne riservata ai Pir ordinari, ma si tratta di strumenti più impegnativi, con una struttura chiusa e quindi più vincolanti per chi li acquista. Da un’indagine che Plus24 ha condotto tra i principali operatori già attivi sui Pir ordinari emerge questo quadro; interessano a molti, ma a essere sul mercato sono ancora in pochi. Tutti puntano sull’importanza di far capire ai clienti che si tratta di investimenti da mantenere per un lungo periodo di tempo.
- Il paletto Mifid: prodotti adatti solo ad alti profili di rischio