Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Per i fondi prosegue il recupero della raccolta, che sembra aver superato i mesi difficili del Covid. A luglio, nonostante il tradizionale rallentamento dell’attività dovuto alla pausa estiva, l’industria italiana del risparmio gestito ha registrato flussi netti positivi per 3,51 miliardi di euro, dopo i 5,02 miliardi di giugno, portando così il totale da inizio anno in attivo per 2,77 miliardi. Il risultato, come emerge dalla mappa mensile di Assogestioni comunicata ieri, è equamente ripartito tra fondi comuni aperti (1,621 miliardi dai 4,381 miliardi di giugno, pari a 4,334 miliardi da gennaio) e gestioni di portafoglio (1,697 miliardi, in ripresa dai -89 milioni di giugno, per un saldo nei sette mesi però ancora negativo: -4,318 miliardi) grazie al contributo delle linee istituzionali (1,261 miliardi dai -322 milioni di giugno, ma in rosso per -5,848 miliardi da gennaio). Più deboli invece le linee retail (436 milioni dopo i 233 milioni di luglio, pari a +1,529 miliardi da inizio anno). A questi dati si aggiungono i fondi chiusi, con 193 milioni nel mese dopo i +732 milioni da gennaio e con un saldo di 2,76 miliardi nei sette mesi.
- A 331 milioni la raccolta di Banca Generali in agosto
In agosto, Banca Generali ha riportato una raccolta netta di 331 milioni di euro, in aumento rispetto ai 315 milioni dell’analogo periodo 2019. Risultano in progresso entrambe le componenti di raccolta, quella gestita e assicurativa (137 milioni contro i 125 precedenti) e il risparmio amministrato (da 190 a 194 milioni). Da inizio anno, la raccolta totale ammonta a 3,7 miliardi, in crescita rispetto ai 3,5 miliardi dei primi otto mesi 2019. Prosegue così il trend positivo già evidenziato in luglio, quando la raccolta era stata di 528 milioni (444 dal risparmio gestito). A trainare i risultati, in particolare, sono state le soluzioni gestite più evolute che hanno contribuito alla raccolta del mese con 165 milioni (1,7 miliardi da inizio anno) rispetto ai 103 dello scorso anno. Un contributo positivo è arrivato anche dalla sicav lussemburghese Lux Im (59 milioni sul mese, 1,2 miliardi da gennaio a giugno) e dai contenitori assicurativi Bg stile libero (35 e 510 milioni). Quanto al risparmio amministrato, in agosto l’istituto ha aumentato il valore dei conti da 22 a 106 milioni. Ammontano a 54 milioni le emissioni di prodotti strutturati e cartolarizzazioni, per un totale di 660 milioni da inizio anno. La liquidità dei conti correnti – 88 milioni nel mese – flette dai 168 dell’agosto scorso, ma il totale da inizio anno è allineato (1,7 contro 1,8 miliardi)
I regimi fiscali sulle prestazioni pensionistiche complementari non guardano indietro. Sull’Irpef per le prestazioni integrative erogate in forma di rendita periodica per gli ex dipendenti pubblici vale il periodo di maturazione dei relativi montanti. A nulla rileva la data di cessazione del rapporto di lavoro e quella di erogazione delle prestazioni. Lo ha chiarito con la risoluzione 51/2020 l’Agenzia delle entrate. Per le prestazioni erogate in forma di rendita periodica, che costituiscono redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente la parte relativa ai montanti maturati fino al 31/12/2000 è soggetta a tassazione ordinaria progressiva per scaglioni di reddito ed è imponibile per l’87,50% dell’ammontare percepito; la parte relativa ai montanti maturati dall’1/1/2001 al 31/12/2006 è soggetta a tassazione ordinaria progressiva per scaglioni di reddito ed è imponibile per l’intero ammontare percepito al netto dei contributi eventualmente non dedotti e dei rendimenti finanziari tassati in capo al fondo; la parte relativa ai montanti maturati dall’1/1/2007 è assoggettata a tassazione con una ritenuta a titolo di imposta del 15%, che si riduce di 0,3 punti percentuali per ogni anno eccedente il 15° anno di partecipazione al fondo pensione, con un limite massimo di riduzione di 6 punti.
- Cattolica, sì a società per azioni
Via libera dell’Ivass alla trasformazione di Cattolica assicurazioni in società per azioni. L’istituto di vigilanza ha approvato il testo dello statuto della società per azioni, che entrerà in vigore il 1° aprile 2021, e le modifiche statutarie deliberate dall’assemblea dei soci il 31 luglio. Sono state inoltre avviate le procedure per l’iscrizione dello statuto e della delibera di trasformazione in spa presso gli uffici del Registro delle imprese di Verona. Conseguentemente all’iscrizione della delibera assembleare di trasformazione in società per azioni, la compagnia presieduta da Paolo Bedoni pubblicherà le modalità di esercizio del diritto di recesso correlato alla trasformazione. Tenuto conto di ciò, sottolinea Cattolica, «l’operazione con Generali potrà quindi entrare nella sua fase esecutiva».
- Cattolica, arriva l’ok Ivass Il via libera accelera l’ingresso delle Generali
Il sigillo dell’Ivass alla trasformazione di Cattolica in società per azioni, incassato ieri dalla cooperativa, spiana la strada all’ingresso di Generali. Ora sul fronte della battaglia legale ingaggiata dai soci dissidenti contro il riassetto, il fronte del no rischia di avere le armi spuntate. Nella più realistica delle ipotesi infatti al più verrà riconosciuto a chi oggi si oppone un congruo risarcimento. È infatti assai difficile immaginare che possa venir stoppata da un Tribunale una macchina già avviata. L’Autorità, come ha riferito la compagnia, ha peraltro approvato il testo di statuto della spa, che entrerà in vigore a far data dal primo aprile 2021. «Oggi sono così state avviate le conseguenti procedure per l’iscrizione dello statuto e della delibera di trasformazione presso i competenti uffici del Registro delle imprese di Verona», ha aggiunto il gruppo. Il che, tradotto, significa che «conseguentemente all’iscrizione della delibera assembleare» che ha sancito la fine del modello cooperativo, «Cattolica pubblicherà le modalità di esercizio del diritto di recesso correlato alla trasformazione». Diritto di recesso che vale 5,47 euro ad azione e che dunque potrà essere fatto valere nelle prossime settimane. E proprio in conseguenza di questo, il titolo, fino a ieri lontano da quella soglia, ha spiccato il volo. Le azioni della compagnia, già ben intonate a inizio seduta, hanno chiuso con un progresso del 5,64% a 5,17 euro. Si è ridotta dunque notevolmente la distanza dalla soglia.
- Da fine 2021 il controllo su Exor salirà all’80%
Tutto dipenderà da chi, tra i grandi azionisti di Exor, deciderà o ha già deciso di iscriversi al registro delle azioni a voto speciale che moltiplicano i diritti di voto. Il risultato finale però non cambierà: la Giovanni Agnelli Bv, a partire dal prossimo anno, aumenterà in modo sensibile il controllo su Exor. A dicembre del 2021 si chiudono infatti i cinque anni che limitavano i diritti di voto alla quota di capitale posseduta. A partire da quel momento in poi scatterà il meccanismo di voto multiplo previsto in Olanda che garantisce agli azionisti di lungo periodo di avere maggiori diritti di voto rispetto alla quota di capitale corrispondente. Secondo le prime simulazioni, che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare, la Giovanni Agnelli Bv, a cui fa capo il 53% di Exor, dovrebbe salire con il meccanismo del moltiplicatore a una quota di diritti di voto intorno all’80% della holding a cui fa capo il controllo di società come Fca, Ferrari, Cnh e Partner Re. Una soglia importante che garantisce allo scrigno della famiglia Agnelli ampi margini di manovra in futuro. Tanto più che in occasione del trasferimento in Olanda della società e della contestuale trasformazione della vecchia Accomandita è stato introdotto un nuovo statuto che tiene conto, evidentemente, di tale strumento di voto multiplo e prende come riferimento in termini di controllo il 51% dei diritti di voto e non più il 51% del capitale.
- Privacy, il mancato consenso è illecito permanente
Gli illeciti amministrativi di omessa informativa e omessa acquisizione del consenso per i dati tratti dalle liste elettorali, sono illeciti «permanenti», hanno quindi effetti perduranti e non beneficiano della prescrizione/decadenza anche se “silenti” per anni. Con l’ordinanza 18288/20 depositata il 3 settembre la seconda sezione civile della Corte di Cassazione pone un principio destinato a incidere nell’attività di molti titolari di banche dati, non solo per le Big-Tech ma anche per i data-broker, gli intermediari che forniscono dati e profili alle aziende, e per i fornitori di servizi tecnologici come cloud e Saas. La Corte ha infatti ritenuto che il trattamento di dati personali senza prestazione dell’informativa e senza la raccolta del consenso dell’interessato siano illeciti permanenti e dunque soggetti alla sanzione ratione temporis prevista all’atto dell’accertamento da parte delle autorità di controllo.
- L’Afer pone condizioni nella vendita di Aviva France
L’associazione di risparmio, partner di lunga data di Aviva France, non vuole che si proceda alla vendita della filiale francese dell’assicuratore Britannico.
E ancora meno di un fondo azionario come proprietario. Ad oggi, nessun attore ha dichiarato pubblicamente il proprio interesse per per Aviva France. Secondo i sindacati della compagnia, il ceo, Patrick Dixneuf avrebbe indicato che “si sarebbero manifestati circa 20 potenziali acquirenti, ma che in questa fase né l’acquirente né la data della vendita sarebbero decisi”.
- SCOR rassicura i mercati, il titolo prende il volo
Mercoledì, dopo aver rassicurato i mercati sulla sua esposizione a Covid-19, SCOR è balzata di oltre l’11% nel mercato azionario. In occasione dell’Investor Day, il quinto più grande riassicuratore al mondo ha confermato la stima della sua esposizione alla pandemia, comunicata a luglio durante la presentazione dei risultati semestrali, ovvero un ammontare di sinistri, passati o futuri, di 456 milioni di euro.
- Il Vietnam accusa la controllata di Talanx HDI di aver violato l’accordo per l’acquisizione di una società