E’ di 492 milioni di euro, di cui circa 400 milioni già liquidati ai beneficiari, l’importo delle polizze dormienti risvegliate dall’IVASS presso le compagnie estere operanti in Italia. L’emergenza epidemiologica ha rallentato la ricerca e il contatto dei beneficiari per cui non è stato ancora liquidato l’intero importo risvegliato.
Si tratta di oltre 23 mila polizze vita che, per varie ragioni, non erano state pagate ai beneficiari e che giacevano presso le imprese di assicurazione.
L’IVASS, proseguendo l’indagine che ha già portato al risveglio di polizze giacenti presso le imprese italiane per un valore di circa 4 miliardi di euro, ha collaborato in questo caso con le Autorità di vigilanza dei Paesi di origine delle compagnie al fine di acquisire i dati dalle imprese estere.
Restano peraltro da risolvere alcune difficoltà legali che non hanno consentito per il momento di completare l’indagine sulle imprese di assicurazione con sede in Lussemburgo che operano in Italia senza sede stabile.
Obiettivo dell’indagine è quello di garantire uguale tutela ai cittadini italiani indipendentemente dalla compagnia italiana o estera con cui si sono assicurati, consentendo che le relative somme siano pagate ai legittimi beneficiari e non finiscano in prescrizione.
L’attività è servita anche a sensibilizzare le compagnie estere sulla necessità di adottare procedure che consentano di avere informazioni aggiornate sugli assicurati e sugli eventuali beneficiari di polizza.
Dai dati comunicati dalle 83 imprese è emerso che circa 7,5 milioni di polizze vita
scadute negli ultimi 17 anni erano potenzialmente esposte al rischio di dormienza, in quanto le compagnie non sapevano dire con certezza se l’assicurato era deceduto o no prima della scadenza della polizza.
Sono inoltre emerse, in relazione alle polizze a vita intera in vigore al 31/12/2018:
– 6.123 polizze con età dell’assicurato tra 90 anni e 100 anni (circa 3 miliardi
di euro di somme assicurate) e 64 polizze relative ad ultracentenari (circa 17
milioni di euro di somme assicurate);
– 15.029 polizze stipulate da almeno 10 anni e per le quali le imprese non
avevano più notizie/contatti con l’assicurato da 3 anni (circa 2 miliardi di euro).
Una gran parte delle polizze con scadenza predefinita “residue”, cioè a rischio di dormienza, è risultata riferirsi a polizze TCM.
In termini di numero di polizze l’incidenza delle polizze residue di tipo TCM
rispetto ai contratti emessi infatti è dell’83,79%, cioè una percentuale particolarmente
elevata (per riferimento, la percentuale analoga per le polizze dormienti stipulate da
imprese italiane era il 58,2%).