Boom degli obbligazionari (4,9 miliardi), bene gli azionari (+1,1 miliardi), mentre i prodotti flessibili hanno subito ulteriori riscatti (-1,7 miliardi). Sul podio Generali, Poste e Schroeders
di Paola Valentini
Agosto ha scaldato anche la raccolta del risparmio gestito in Italia. Nonostante il mese sia tradizionalmente poco vivace sul fronte delle sottoscrizioni, dalla mappa mensile di Assogestioni emerge che la raccolta netta è stata di 6,93 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto ai 3,51 miliardi di luglio, per un totale da inizio anno di 9,7 miliardi. Merito del recupero dei fondi aperti, che hanno ottenuto 4,3 miliardi (dagli 1,62 miliardi del mese precedente) per un totale di 8,63 miliardi da inizio anno.
Positivi anche i fondi chiusi, che hanno chiuso agosto con un saldo di 290 milioni (dai 193 milioni di luglio e per un totale di 3,04 miliardi nei primi otto mesi dell’anno), e le gestioni di portafoglio con 2,33 miliardi (1,69 miliardi a luglio), di cui un rosso per 149 milioni sulle linee retail e un attivo di 2,48 miliardi su quelle istituzionali, portando il bilancio da gennaio a -1,98 miliardi (+1,38 miliardi nelle linee retail e -3,36 miliardi in quelle istituzionali).
Il patrimonio gestito, grazie all’effetto combinato delle nuove sottoscrizioni e dell’attività di gestione, è risalito a fine agosto sopra quota 2.300 miliardi (a 2.301 miliardi dai 2.286 miliardi di fine luglio), di cui 1.120 miliardi nei fondi aperti e chiusi e 1.181 miliardi nelle gestioni.
Per quanto riguarda l’andamento delle singole categorie di fondi aperti, il risultato del mese è stato trainato dal boom degli obbligazionari, che hanno raccolto 4,98 miliardi dopo i 1,55 miliardi di luglio (+1,98 miliardi negli otto mesi). Tale andamento si spiega con il fatto che gli investitori non si fidano a entrare in borsa e quindi continuano a guardare con favore al mondo dei bond malgrado il contesto di tassi bassi.
«Si deve considerare che le ragioni per effettuare un investimento obbligazionario tradizionalmente sono due, ovvero la ricerca di reddito e la ricerca di protezione», commenta Flavio Carpenzano, senior investment strategist fixed income di AllianceBernstein. «Questi due obbiettivi rimangono intatti, in particolare nell’ambito della protezione del capitale, in un momento in cui l’incertezza rimane elevata. Nell’ambito del credito in grado di generare reddito vediamo valore in particolare nel segmento corporate high yield europeo di elevata qualità, nell’area dei rating BB/BBB e su scadenze brevi».
Nel frattempo il buon andamento delle borse in agosto ha sostenuto gli azionari, la cui raccolta netta però con 1,18 miliardi ha perso quota rispetto agli 1,96 miliardi di luglio (+5,66 miliardi da gennaio). Sempre in rosso i flessibili (-1,72 miliardi dopo i -859 milioni di luglio; -11 miliardi da gennaio), i monetari (-357 milioni dai -1,41 miliardi di luglio, ma con un saldo positivo per 10,67 miliardi da inizio anno-1,7 ) e gli hedge fund (-15 milioni dopo i -31 milioni di luglio per un totale di -330 milioni negli otto mesi).
Sul fronte della nazionalità dei fondi aperti, il dato positivo del mese è stato ottenuto soltanto grazie a prodotti di diritto estero (+4,67 miliardi), mentre sono risultati in rosso per 375 milioni i comparti di diritto italiano.
Tra le singole società di gestione spicca Generali con flussi per 4,09 miliardi (di cui 3,88 miliardi nei fondi aperti). La compagnia ha precisato che il risultato è dovuto principalmente a nuove deleghe. Secondo si è piazzato il gruppo Poste Italiane con 922 milioni (quasi tutti in gestioni, 905 milioni) e terzo Schroders con 897 milioni (di cui 820 milioni in gestioni).
Intesa Sanpaolo ha chiuso il mese con 653 milioni, di cui 360 milioni riferiti a Eurizon, 246 milioni a Fideuram e 46 milioni a Pramerica, che da agosto è entrata nel perimetro di rilevazione della mappa dopo la conclusione dell’opas della banca guidata dal ceo Carlo Messina su Ubi. Tra gli altri big, Amundi ha ottenuto in agosto 147 milioni, Anima 244 milioni, Mediolanum 222 milioni. In rosso invece Mediobanca (-726 milioni), Deutsche Bank (-166 milioni), Allianz (-60 milioni) e Axa Investment Management (-35 milioni). (riproduzione riservata)
Fonte: