di Anna Messia
I big assicurativi, da Generali a Poste Italiane passando per Reale Mutua, sono pronti a scendere in campo per far la loro parte per il decollo superbonus al 110%, che punta a rivalutare il patrimonio immobiliare e a rimettere in moto settori cruciali per l’economia del Paese. In ballo, come noto, ci sono gli interventi di ristrutturazione immobiliare che riducono gli impatti ambientali degli edifici, producono risparmio energetico e proteggono dai rischi sismici, in cambio di maxi sconti fiscali. Una partita nella quale le compagnie di assicurazioni potranno avere un doppio ruolo. Perché da una parte, come le banche, potranno rilevare i crediti fiscali che verranno ceduti dai proprietari e dalle imprese edili che ristruttureranno gli immobili, migliorando la classe energetica come anche il rischio sismico. Ma dall’altra le compagnie offriranno (e offrono già) anche le coperture assicuratiive per i professioni che dovranno attestare che i lavori rispettino i criteri previsti per i benefici fiscali, quindi architetti, ingegneri o geometri che siano.
Le norme attuative dell’Agenzia delle Entrate hanno chiarito che la colpa di eventuali pratiche non corrette resta in capo al cessionario, ma è indubbio che i professionisti chiamati ad attestare la correttezza dei lavori avranno un ruolo chiave in queste operazioni, e il rischio per le imprese assicurative di subire sinistri potrebbe di conseguenza aumentare. Nei prossimi mesi bisognerà quindi verificare se le assicurazioni avranno aumentato i prezzi delle coperture assicurative dei professionisti o avranno mantenuto i valori correnti, almeno fino alla scadenza dei contratti attualmente in essere. Una scelta che ovviamente resterà prerogativa delle singole imprese, ma c’è un altro elemento che potrà essere importante per determinare con più precisione il ruolo che l’intero settore assicurativo potrà avere per il decollo in Italia del super bonus. E importante, su questo fronte, sarà l’incontro, che secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza si terrà nei prossimi giorni tra l’industria e l’Ivass, l’autorità di controllo guidata dal direttore generale di Banca d’Italia, Daniele Franco.
Il nodo è quello della valutazione dei crediti d’imposta ai fini del bilancio. Le assicurazioni rappresentate dall’Ania, l’associazione presieduta da Maria Bianca Farina chiedono di avere la certezza di poter considerare queste voci come attivi a copertura delle riserva tecniche, tenuto conto delle innovazioni introdotte dal regime di Solvency II. Ma non solo. C’è anche un’altra questione che andrà sciolta nei prossimi giorni che riguarda sempre i crediti fiscali per il superbonus. Le assicurazioni vorrebbero poterli utilizzare anche per gli investimenti delle gestioni separate, in pratica le polizze tradizionali di ramo I. Anche se non si tratta propriamente di investimenti che danno rendimenti e che rispettano quindi il principio del realizzato previsto per le gestioni separate. Le norme prevedono infatti che i crediti fiscali potranno essere recuperati con ratei in cinque anni, ma il rendimento sarà dato piuttosto dal prezzo di acquisto dal proprietario dell’immobile (o più probabilmente dall’impresa edile) rispetto al rimborso effettivo.
Questioni tecniche, che appaiono più complicate da risolvere, ma che potrebbero aumentare l’interesse delle compagnie di assicurazioni ad avere un ruolo determinate per il decollo del piano di maxi ristrutturazioni immobiliari che rappresenta un tassello rilevante del Green New Deal lanciato dall’esecutivo guidato da Giuseppe Conte. (riproduzione riservata)
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