di Paola Valentini
Per i fondi prosegue il recupero della raccolta, che sembra aver superato i mesi difficili del Covid. A luglio, nonostante il tradizionale rallentamento dell’attività dovuto alla pausa estiva, l’industria italiana del risparmio gestito ha registrato flussi netti positivi per 3,51 miliardi di euro, dopo i 5,02 miliardi di giugno, portando così il totale da inizio anno in attivo per 2,77 miliardi.
Il risultato, come emerge dalla mappa mensile di Assogestioni comunicata ieri, è equamente ripartito tra fondi comuni aperti (1,621 miliardi dai 4,381 miliardi di giugno, pari a 4,334 miliardi da gennaio) e gestioni di portafoglio (1,697 miliardi, in ripresa dai -89 milioni di giugno, per un saldo nei sette mesi però ancora negativo: -4,318 miliardi) grazie al contributo delle linee istituzionali (1,261 miliardi dai -322 milioni di giugno, ma in rosso per -5,848 miliardi da gennaio). Più deboli invece le linee retail (436 milioni dopo i 233 milioni di luglio, pari a +1,529 miliardi da inizio anno). A questi dati si aggiungono i fondi chiusi, con 193 milioni nel mese dopo i +732 milioni da gennaio e con un saldo di 2,76 miliardi nei sette mesi.
Grazie all’effetto raccolta e soprattutto alle performance ottenute, il patrimonio gestito è salito a 2,28 miliardi (dai 2,26 miliardi di fine giugno), di cui 1,107 miliardi nelle gestioni collettive (1,042 miliardi nei fondi comuni e 64,2 milioni nei fondi chiusi) e 1,179 miliardi nelle gestioni di portafoglio (129,3 milioni in quelle retail e 1,050 miliardi nelle gestioni istituzionali).
Sul fronte delle singole categorie dei fondi comuni, in luglio ha ripreso slancio la raccolta degli obbligazionari (positiva per 1,301 miliardi dopo i -431 milioni di giugno, ma in negativo per -3,255 miliardi da gennaio). Resta elevata l’attività sugli azionari, che hanno chiuso il mese con 1,966 miliardi, poco sotto i 2,127 miliardi di giugno (+4,481 miliardi da gennaio). Sostenuti anche i flussi sui bilanciati con 404 milioni dopo i +187 milioni di giugno (+2,261 miliardi da gennaio). Mentre restano in rosso i fondi flessibili (-859 milioni dai -1,712 miliardi di giugno, pari a -10,131 miliardi nei sette mesi). Segno che in questa fase gli investitori preferiscono puntare su asset class ben precise piuttosto che lasciare carta bianca al gestore di scegliere la composizione dei portafogli. Una mossa forse dettata dalla prudenza che contraddistingue la strategia dei risparmiatori nell’attuale fase post-Covid. Intanto finiscono in rosso i fondi monetari (-1,419 miliardi dopo i +4,221 miliardi di giugno), il saldo dei primi sette dell’anno mesi vede comunque un risultato positivo (11,036 miliardi di euro).
Per quanto riguarda la nazionalità dei fondi, i comparti di diritto italiano hanno registrato nel mese flussi netti negativi (-833 milioni dopo i -422 milioni di giugno, pari a -3,575 miliardi da gennaio), mentre si confermano positivi gli esteri con 2,456 miliardi, seppur in frenata dai 4,803 miliardi di giugno (-8,167 miliardi da gennaio).
Tra le singole società di gestione, primo nel mese è risultato il gruppo Intesa Sanpaolo con una raccolta netta di 1,051 miliardi, di cui 491,8 milioni riferiti a Eurizon (763 milioni sui fondi comuni) e 559,6 milioni a Fideuram (197 milioni in fondi comuni). Seguono le Poste Italiane con 798 milioni di euro tutti relativi alle gestioni (+834 milioni), mentre i fondi comuni sono in rosso (-36 milioni). Tra i big bene anche Generali, con flussi di 347 milioni, di cui 302 milioni in fondi comuni. Quarto Lyxor (Etf) con 338 milioni, seguito dal gruppo Mediolanum con 265 milioni e da Ubs Asset Management con 218 milioni. Si segnala invece il rosso di 215 milioni di euro di Amundi e quelli da -91 milioni di euro di Allianz (-91 milioni), da -248 milioni di M&G e da -141 milioni di euro di Franklin Templeton. Sul fronte della società estere senza una propria rete di collocamento in Italia spiccano i risultati positivi di Schroders (163 milioni di euro), Jp Morgan Asset Management (155 milioni) e Morgan Stanley con 62 milioni. (riproduzione riservata)
Fonte: