Il delicato equilibrio tra Del Vecchio (18,45%) e Piazzetta Cuccia (25,37%) va stabilizzato. Possibili soluzioni comuni sia nell’azionariato sia nella governance. Le mire di Milleri sulla guida del polo sanitario
di Andrea Montanari
I capitali, gli uomini, le strategie, i progetti e i giochi di potere che si celano dietro l’Istituto europeo di oncologia di Milano sono il vero ago della bilancia nei rapporti tra Mediobanca , primo azionista (25,37%) nonché co-fondatrice del centro sanitario d’eccellenza voluto dal defunto professore Umberto Veronesi, e la Fondazione creata appositamente da Leonardo Del Vecchio (salita in men che non si dica al 18,45%, rilevando le quote di Unicredit , che ha ceduto pure i terreni confinanti alla sede dello Ieo, e Rcs ).
Perché a lungo i due contendenti si sono sfidati, seppure in maniera riservata, sul controllo e sul futuro della centro d’eccellenza nella cura dei tumori che a fine 2018 ha fatturato 241,8 milioni (+4,6%), con un mol di 15,42 milioni (+16,6%) e un utile di 8,52 milioni (+42,6%).
Ma le velleità di mr Luxottica, l’uomo più ricco d’Italia (patrimonio di oltre 23 miliardi), che voleva prenderne le redini tramite una donazione complessiva di 500 milioni, capitali destinati alla nascita di una nuova cittadella della salute che sarebbe stato il lasciato alla città e alla medicina dell’industriale milanese, sono sempre state stoppate dalla volontà dell’ad di Mediobanca , Alberto Nagel, che in nome dei principi che avevano sorretto il pensiero di Enrico Cuccia aveva coalizzato attorno a sé uno zoccolo duro di soci rappresentanti la maggioranza del capitale, oltre al cda e al management dello Ieo.
Un muro che aveva fatto desistere Del Vecchio e, soprattutto, il suo delfino Francesco Milleri. Ed è in particolare il manager, esperto di tecnologia e software, a capo di Luxottica Italia, che dopo aver visto sfumare la candidatura ad amministratore delegato di Essilux (il fronte francese del colosso dell’occhialeria si è opposto a questo opzione) ad aver sviluppato e portato avanti il progetto di sviluppo immobiliare, sanitario e culturale dello Ieo per conto di Del Vecchio. Con l’obiettivo finale di salire sulla tolda di comando dell’istituto.
Il percorso è stato interrotto bruscamente ancora prima di essere realmente intrapreso. Però ora potrebbe essere ripreso. Non foss’altro perché il fondatore di Luxottica può mettere sul piatto non solo la quota di peso (6,9%) in Mediobanca ma anche il suo 4,75% in Generali , altro azionista (5,84%) dello Ieo e finora a fianco di Mediobanca , così come UnipolSai (14,37%).
In questo articolato scenario la soluzione migliore per tutti i soggetti coinvolti è con ogni probabilità quella di sedersi attorno a un tavolo e valutare il da farsi. Con la vera opzione rappresentata dalla comunione d’intenti tra la strategia individuata dall’ad dell’istituto, Mauro Melis, i soci e il cda, e per l’appunto il fronte-Del Vecchio. In tal senso un ruolo di peso ce lo avrà il presidente Carlo Cimbri, vero tessitore della rete di relazioni tra le parti in causa.
Del resto un’apertura, parziale, al piano di sviluppo impostato da Milleri era stata già data nei mesi scorsi, dopo che nell’ottobre di un anno fa il business plan era stato rispedito al mittente. In questo giochi di delicati equilibri non si può escludere anche un futuro riassetto societario, un ribilanciamento dei pesi con la Fondazione di Del Vecchio che potrebbe crescere nel capitale e trovare una soluzione condivisa sulla governance. Con la benedizione del corpo sanitario dello Ieo. (riproduzione riservata)
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