Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Effetto Magneti Marelli sui conti di Exor , la holding cui fanno capo le società operative della famiglia Agnelli, che nel primo semestre ha raggiunto un utile consolidato di 2,427 miliardi di euro, un valore ben superiore ai 741 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno scorso. Il risultato si deve principalmente alla plusvalenza realizzata da Fca  (controllata di Exor ) con la vendita di Magneti Marelli, oltre che alle buone performance delle società operative, che nel complesso hanno fatto segnare un incremento dei profitti di 1,646 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2018.
Google avrebbe segretamente utilizzato pagine web nascoste per fornire agli inserzionisti dati personali di ignari utenti. Se confermata, la rivelazione del Financial Times rischia di alimentare i dubbi sulla compatibilità fra il modello di business di Big G e il rispetto della privacy degli utenti. Il quotidiano inglese fa riferimento a una ricerca inviata all’Antitrust irlandese da Brave, un concorrente del motore di ricerca più diffuso al mondo, che accusa il colosso americano di «sfruttare i dati personali senza sufficiente controllo o riguardo per la protezione dei dati stessi». L’autorità di Dublino sta investigando se Google abbia sfruttato a fini pubblicitari dati sensibili degli utenti, quali etnia, stato di salute e idee politiche.
Ibl Banca ha le mani libere per salire nel capitale di Net Insurance , la compagnia danni guidata da Andrea Battista. Per ora non c’è stato alcun acquisto ma nelle scorse settimane la banca leader nella cessione del quinto ha ricevuto l’atteso via libera dell’Ivass, l’autorità di controllo assicurativa, per raggiungere una partecipazione qualificata, fino a 17,57%, nel capitale di Net Insurance . Ibl Banca ha già una partecipazione nella compagnia di assicurazione, ma inferiore al 10%, e ora potrà quasi raddoppiare la sua presa sulla società presieduta da Luisa Todini che nel capitale vanta azionisti di primo piano.
Credem nei primi sei mesi di quest’anno ha registrato un aumento dell’87% rispetto allo stesso periodo del 2018 delle persone che utilizzano lo smart working, che permette di lavorare per alcuni giorni alla settimana da remoto senza i vincoli spaziali e temporali dell’ufficio. Questo strumento, si legge in una nota, è stato scelto da oltre 1.640 persone, pari al 39% dell’organico potenzialmente interessato del gruppo (il 26,3% della forza lavoro complessiva). L’iniziativa rientra nel programma di welfare di cui il gruppo si è dotato per migliorare l’ambiente di lavoro e cogliere i bisogni delle persone per supportarle nel raggiungimento degli obiettivi personali.

Axa Italia diventa corporate member del Fintech district e porta a Milano Axa Next, l’incubatore di innovazione che investe ogni anno 200 milioni di euro in progetti innovativi. Questa partnership permetterà alle realtà della community (oltre 120 start-up, dieci delle quali attive nel comparto insurtech) di sviluppare progetti collaborativi per innovare il settore assicurativo e accelerarne la digitalizzazione.
La Commissione Ue si prepara all’hard Brexit. La Commissione spinge verso adeguamenti tecnici per trasporti, pesca e bilancio dell’Ue per il 2020, in vista di una possibile uscita del Regno Unito senza un accordo. A otto settimane dal divorzio del Regno Unito dall’Ue del 31 ottobre 2019, aumenta l’incertezza all’interno del Regno Unito circa la ratifica dell’accordo di uscita, spingendo così la Commissione ad esortare tutti gli interessati europei a prepararsi per un’uscita senza accordo nuovamente, nella sesta comunicazione sui preparativi per la Brexit pubblicata ieri. Inoltre, la Commissione europea ha pubblicato ieri una lista di controllo dettagliata per aiutare le imprese europee che commerciano con il Regno Unito ad ultimare i preparativi in caso di hard Brexit. Al fine di ridurre al minimo le perturbazioni degli scambi commerciali, tutte le parti coinvolte nelle catene di approvvigionamento con il Regno Unito devono essere consapevoli delle loro responsabilità e delle necessarie formalità nel commercio transfrontaliero.

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  • Italia, il 10% più ricco ha un quarto dei redditi
Poveri sempre più poveri, ricchi sempre più ricchi. Va così anche in Italia: complice la crisi, in dieci anni la diseguaglianza è aumentata, e i redditi sono sempre più polarizzati. Un lavoratore su 8 in Italia guadagna così poco da essere a rischio povertà, mentre al 10 per cento più ricco della popolazione va ormai un quarto del reddito totale (25,1 per cento). In dieci anni il peggioramento è evidente: nel 2008, rileva Eurostat, al 10 per cento della popolazione con i redditi più alti andava il 23,8 per cento del totale, al 10 per cento con i redditi più bassi il 2,6 per cento, che adesso si è ridotto ad appena il 2 per cento. Sono soprattutto i giovani che, quando lavorano, guadagnano troppo poco, sempre meno. C’è un lieve miglioramento tuttavia delle persone a rischio di povertà ed esclusione sociale, che rimangono comunque una parte enorme della popolazione, 16,4 milioni. Si considerano a rischio di povertà le persone con un reddito familiare inferiore al 60 per cento del livello medio nazionale: attualmente la percentuale è del 27,3 per cento della popolazione, 1,6 punti in meno rispetto al 2017.D’altra parte al miglioramento sul fronte del rischio di povertà ed esclusione sociale si oppone l’assoluta stabilità della povertà assoluta in Italia, misurata invece dall’Istat. Nel 2018, si stimano infatti oltre 1,8 milioni di famiglie in povertà assoluta (con un’incidenza pari al 7 per cento), per un totale di 5 milioni di individui, (con un’incidenza pari all’8,4 per cento).

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  • Google nel mirino delle autorità Usa per la privacy dei clienti
Per Google sono giornate complicate. Ieri è arrivata la conferma dell’accordo con la Federal trade commission americana per la violazione della privacy dei minori di 13 anni su YouTube. Il colosso dovrà pagare una sanzione da 170 milioni di dollari e smettere entro gennaio di mostrare pubblicità mirata a chi guarda video destinati ai bambini. La prossima tegola potrebbe arrivare già lunedì prossimo: trenta procuratori generali Usa dovrebbero annunciare un’indagine su potenziali violazioni antitrust. L’intenzione, come aveva comunicato il procuratore del Texas Ken Paxton in giugno, sarebbe di ragionare sulla concorrenza partendo da come vengono raccolti e usati i dati personali. In Europa, invece, potrebbe (ri)scoperchiarsi il vaso di Pandora della pubblicità online: dopo un articolo del Financial Times, il capo delle policy del piccolo motore di ricerca Brave, Johnny Ryan, ha reso noto di aver denunciato all’autorità irlandese di protezione dei dati il presunto uso di pagine nascoste per fornire informazioni agli inserzionisti. Ryan sostiene che Google associ ai singoli utenti una sorta di profilo ombra, scritto in queste pagine nascoste, a cui possono attingere le aziende che devono indirizzare i loro messaggi pubblicitari. In sostanza, BigG non scrive (con i codici) che siamo proprio noi con nome e cognome, ma dà la possibilità di raggiungerci in base a quanto ci conosce. Dati sensibili su salute od opinioni politiche compresi. La Data protection commission ha confermato al Corriere di aver avviato un’indagine per verificare se Mountain View abbia violato o meno il Regolamento europeo sulla privacy (Gdpr).

 

  • Exor sempre più ricca: in pancia 23 miliardi di dollari
Anche nel primo semestre dell’anno la holding della famiglia Agnelli, Exor, ha fatto meglio dell’indice mondiale azionario Msci World Index. La crescita del valore netto per azione, ora a 23,88 miliardi di dollari (+4,1 miliardi), è stata del 22,8% rispetto al +15,6% dell’indice. Nel portafoglio del gruppo quotato presieduto da John Elkann ha pesato la rivalutazione di Ferrari, cresciuta del 63,3% portando a 2,79 miliardi di dollari il valore della partecipazione. In crescita del 34,3% i titoli Juventus (+273 milioni), del 14,1% Cnh (+465 milioni), del 9,6% gli altri investimenti (+57 milioni) mentre è calato del 4,5% Fca (-291 milioni) ed è stabile a 7,65 miliardi il riassicuratore PartnerRe (non quotato). Calano da 3,2 a 2,5 miliardi i debiti. I profitti sono stati pari a 2,427 miliardi, più che triplicati in un anno grazie in particolare alla plusvalenza della cessione di Magneti Marelli, pari a 1,092 miliardi.

  • Dorian minaccia la costa Est Rischio alluvioni in aumento
L’uragano Dorian, dopo aver travolto le isole Bahamas, uccidendo sette persone, continua a minacciare la costa orientale degli Stati Uniti, dalla Florida alla Virginia, nonostante la sua forza vada scemando e sia stato declassato a categoria due. Il timore maggiore riguarda le alluvioni che, secondo le previsioni degli esperti, potrebbero sommergere intere regioni. L’occhio del ciclone continua a viaggiare a meno di 200 chilometri dalla terraferma, già sferzata da fortissime raffiche di vento, oltre i 100 chilometri orari, e da pesantissime piogge. Ieri in serata l’attenzione si è spostata soprattutto su Georgia, South Carolina e North Carolina, dove intere città come Charleston e Savannah sono state completamente evacuate. Coinvolte quasi un milione di persone, con scuole e uffici pubblici chiusi. Saranno decisive le prossime 36 ore – spiegano al National hurricane center – mentre cresce la preoccupazione sulla formazione di altri tornado nell’area. Alle Bahamas si inizia intanto a calcolare il danno della catastrofe: nelle Abaco Islands e a Grand Bahama, le isole più colpite e ancora in gran parte allagate, oltre il 60% delle abitazioni è stato distrutto o ha subito danni strutturali gravi. Durissimo il colpo per il turismo.

Secondo Aon, il numero di attacchi cyber nel I semestre è già superiore a quello degli interi anni 2015 e 2016. La gravità dei sinistri è anche in crescita. Questa estate Capital One si è fatta rubare i dati personali di 106 mln di clienti, in primavera la città di Baltimora è stata paralizzata per settimane dopo che la rete informatica cittadina è stata infettata da un ransomware …
Scor, il quarto riassicuratore mondiale prevede una crescita del fatturato tra il 4% e il 7% all’anno.
Con il nuovo piano strategico presentato mercoledì scorso e denominato “Quantum Leap” (il “salto quantico”), SCOR intende “progettare la compagnia di riassicurazione del futuro”. Una parte dei 250 milioni di euro di investimenti previsti per la sua attuazione sarà utilizzata per accelerare la sua trasformazione tecnologica. Scor vuole introdurre l’intelligenza artificiale, blockchain, big data, robot e multi-cloud a tutti i livelli del gruppo.