Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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La notte del 31 ottobre 2019 rischia di essere veramente la notte delle streghe, per molti sudditi di sua maestà britannica. E purtroppo non solo per loro. Quest’anno Halloween potrebbe infatti coincidere con l’hard Brexit, cioè l’uscita non concordata della Gran Bretagna dall’Unione europea. Un evento ancora difficile da decifrare dal punto di vista politico. Ma ancora più difficile da inquadrare dal punto di vista tecnico. L’unica cosa sicura è che avrà un impatto consistente su milioni di operatori economici e decine di milioni di consumatori europei. Basti pensare che per articoli ordinati via internet da un sito britannico potrebbe essere necessario pagare un dazio all’importazione (con percentuali molto variabili, per esempio: 4,5% per prodotti chimici, 35% per i latticini), con tutte le complicazioni del caso. Ma non c’è dubbio che i problemi più grossi li avranno gli operatori economici, e non sarà una cosa indolore, visto che il mercato inglese assorbe il 5,5% di tutte le esportazioni italiane.
Al via il modello del Garante per la segnalazione degli incidenti, informatici e no, da cui sia derivata una violazione della privacy: dai virus più o meno sofisticati alle perdite di dispositivi, dalle sottrazioni di banche dati alle alterazioni di file, dai furti di password ai ricatti online e così via.
Si tratta del modello utilizzabile nel caso di «data breach», cioè la violazione della sicurezza privacy che obbliga tutti i titolari del trattamento ad auto-segnalare l’incidente al Garante e alle persone potenzialmente danneggiate, a meno che sia improbabile che la violazione dei dati presenti un rischio per i diritti e le libertà delle persone.
C’è il rischio di «un utilizzo massiccio» di criptovalute da parte delle organizzazioni criminali in genere, dei terroristi e anche degli evasori, per condurre i loro affari, ripulire e successivamente rimettere in circolo denaro sporco, sottraendosi a ogni genere di controllo. A lanciare l’allarme è la Dna, Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, nella relazione annuale. La procura nazionale guidata da Federico Cafiero De Raho avverte: «Gli scambi diretti fra utenti continueranno a permanere non presidiati anche in prospettiva» e le modalità di queste operazioni sono più d’una. Di conseguenza le indagini rischiano di essere fatte con armi spuntate: ci sono oggettive «difficoltà» per la «complessa acquisizione di prove» senza contare la «concreta sequestrabilità» delle somme illecite. La risposta non può che essere una regolamentazione antiriciclaggio efficace e condivisa a livello internazionale.
L’obiettivo della sicurezza privacy online è ancora lontano. Tecnofinanza e banche online non superano il test della privacy europea, e cioè l’esame di conformità al Regolamento generale Ue 2016/679 sulla protezione dei dati (noto anche come Gdpr).
Due ricerche di Immuniweb passano ai raggi X la sicurezza delle imprese bancarie e del mondo del fintech e i dati rivelano un quadro di forti criticità. Nel settore della tecnofinanza, il 64% delle aziende fintech ha fallito il test di conformità al Gdpr per il proprio sito Web principale. Il 100% delle banche presenta vulnerabilità di sicurezza o problemi relativi a sottodomini dimenticati.
Quanto al settore bancario il 97% delle più grandi banche è a rischio di furto di dati online, e il 20% delle app di mobile banking contiene almeno una vulnerabilità di sicurezza ad alto rischio. Inoltre di 100 banche esaminate, 85 app di web banking non superano il test di conformità al Gdpr, 25 non sono protette da firewall, e 7 contengono vulnerabilità note e sfruttabili dagli hacker.
La corretta indicazione di tutti i rischi specifici nel Documento di valutazione dei rischi (Dvr) salva il datore di lavoro da eventuali condanne. Infatti, non può essere condannato per omicidio colposo il datore di lavoro se il comportamento del dipendente, per la sua stranezza e imprevedibilità, si pone al di fuori di ogni possibilità di controllo da parte dei soggetti preposti all’applicazione delle misure di prevenzione contro gli infortuni sul lavoro. In tali casi, quindi, laddove in ragione della natura della prestazione lavorativa sia impossibile una assidua e continua sorveglianza, vige il principio di esigibilità. A stabilirlo è la Corte di cassazione con la sentenza n. 32507 del 22 luglio 2019.

 

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  • E quota 100 potrebbe finire un anno prima
Una quota 100 ridimensionata, più flessibile, forse un po’ più breve. In un Paese che invecchia rapidamente e che nel 2050 si avvia a un rapporto uno a uno tra pensionati e lavoratori (l’allarme è stato lanciato qualche giorno fa dall’Ocse) anticipare in modo generalizzato l’età di uscita non sembra la migliore delle ricette. In più, si avvicina la data della presentazione della legge di Bilancio, che dovrà reperire risorse straordinarie per sterilizzare del tutto o in parte le clausole Iva. Ecco perché al tavolo di studio del Pd su lavoro e sanità si sono messe in cantiere alcune proposte di modifica di quota 100. Modifica, non abolizione: uno stop improvviso creerebbe gravi disparità tra lavoratori in condizioni simili, e potrebbe persino generare situazioni analoghe a quelle degli esodati post riforma Fornero. Dal “tavolo” del Pd che ha studiato le proposte su welfare e sanità, che adesso verranno discusse con il Movimento Cinque Stelle, sono state elaborate alcune proposte di modifica della misura: «Noi preferiremmo un’Ape Social strutturale, — spiega Annamaria Parente, vicepresidente della commissione Lavoro del Senato — che includa anche i lavori gravosi, individuati dalla commissione che avevamo istituito per una verifica dei requisiti. Il tetto dei 38 anni di contributi è poi troppo rigido, penalizza le donne e i lavoratori discontinui. Per le donne si potrebbe pensare ad aggiungere 12 mesi per figlio, o a una correzione di due anni». A fronte di questa maggiore flessibilità, per limitare i costi le ipotesi sono di portare l’età di uscita a 64 anni, o di anticipare la fine di quota 100 al 2020.
  • L’uragano Dorian colpisce le Bahamas con venti devastanti
L’uragano Dorian si è rafforzato diventando di categoria 5, cioè la più alta, e ha colpito le Bahamas con venti devastanti e forti piogge. Nelle prossime ore dovrebbe dirigersi verso la Florida, ma non è chiaro quale possa essere l’intensità con cui la colpirà. Intanto però l’aeroporto di Orlando, dove atterrano i turisti che vogliono visitare Disney World, prevede di chiudere a partire da questa mattina. Il Centro nazionale Usa per gli uragani (Nhc) parla di una tempesta “catastrofica”, che ha colpito le isole Abaco e si sposterà più tardi verso l’isola di Grand Bahama, con venti massimi che spirano a 285 chilometri all’ora. Trump, che per seguire da vicino l’evolversi della situazione ha annullato il viaggio in Polonia, sabato è rimasto nel suo golf club in Virginia, sulle rive del Potomac, per poi recarsi a Camp David. Lo stato d’emergenza era già stato dichiarato in Florida e in una decina di contee della Georgia: ora anche il governatore del South Carolina, Henry McMaster, lo ha dichiarato nel suo Stato. Sono 12mila i soldati attualmente in Florida in attesa dell’arrivo di Dorian.

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  • Lo stadio smart è un affare. Un mercato da 6,2 miliardi
Grazie alla tecnologia 5G e alla fibra si potranno offrire servizi personalizzati a decine di migliaia di persone contemporaneamente. La parola chiave è connessione. In impianti sicuri, ecosostenibili. Inseriti in un nuovo concetto di mobilità urbana.

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  • Dorian «catastrofico». Paura alle Bahamas
Ha travolto ieri le Bahamas come il secondo uragano più potente mai registrato sull’Atlantico. Ora tutta la Florida, il Nord e il Sud Carolina e la Georgia aspettano con il fiato sospeso di capire se Dorian li risparmierà. Secondo il National Hurricane Center la tempesta si è abbattuta sulle isole Abaco, la parte nord dell’arcipelago delle Bahamas, come un uragano di categoria 5, cioè «catastrofico», con venti fino a 295 chilometri orari, scoperchiando tetti, ribaltando automobili e facendo saltare l’elettricità. Non tutti hanno voluto, o potuto, seguire l’ordine di evacuazione: «Non abbiamo dove andare», dicevano gli abitanti delle isole più piccole. Dorian dovrebbe sostare sull’arcipelago fino a questa mattina, ma le previsioni sulla sua traiettoria cambiano di ora in ora. Le autorità Usa avvertono che anche se il centro dell’uragano non dovesse abbattersi sulla costa sudorientale, tutta l’area sarà investita da venti feroci, piogge e alte maree, e molte zone sono state comunque evacuate. «Mi sembra mostruoso», ha detto ieri il presidente Trump di Dorian.

Secondo la World Bank, nei prossimi 25 anni le città arriveranno a ospitare 6 miliardi di persone. E non c’è contesto — le aree urbane —in cui sia più urgente valutare l’impatto presente e futuro della tecnologia sulle nostre vite. Basti pensare che alcune settimane fa la stampa britannica ha riportato come le telecamere a circuito chiuso della zona (centrale) londinese di King’s Cross siano state equipaggiate con un software di riconoscimento facciale «nell’interesse della sicurezza pubblica». Il Garante per la privacy britannico e il sindaco di Londra Sadiq Khan sono subito intervenuti chiedendo garanzie su «come viene esattamente utilizzata questa tecnologia» da parte di un privato.
Dopo un 2018 in contrazione, l’industria europea del risparmio gestito ricomincia a fare raccolta. Con il patrimonio che alla fine del primo trimestre (dati Efama, l’associazione europea dell’asset management) si è riportato sopra la soglia dei 10 mila miliardi di euro.
«Una storia di successo dato che le masse in gestione stanno crescendo stabilmente negli ultimi anni», commenta Hamish Forsyth, presidente Europa ed Asia di Capital Group. Nel frattempo, i requisiti normativi in Europa e nel mondo si stanno facendo sempre più stringenti, e i clienti analizzano con grande attenzione le commissioni che l’industria fa pagare.

 

  • Banca Generali, patto con Saxo per il trading
Nasce Bg Saxo Sim, joint venture non paritetica tra la brunch italiana della banca svedese Saxo e Banca Generali. La partnership, già operativa, sarà lanciata ufficialmente nelle prossime settimane e prevede Banca Generali al 19,9% del capitale e Saxo all’80,1%.

  • Rc auto e conti bancari all’esame dei costi
Sul paniere di servizi elaborato per Il Sole 24 Ore da SosTariffe.it pesano anche i ritocchi all’insù che da inizio 2019 hanno riguardato i servizi finanziari: conti correnti bancari e assicurazioni Rc auto. Per queste ultime il campione di SosTariffe.it, basato sui profili tipo piu richiesti sul sito (si veda la grafica a fianco), vede in rialzo soprattutto i preventivi per i giovani (single e coppie) con una o due vetture (+14%) per i quali la spesa media annua può arrivare da questo mese a superare i 600 euro. Minori, invece, gli effetti per le famiglie: +5,7% con tre vetture da assicurare. I dati sono stati elaborati su un panel di compagnie che rappresenta una parte del mercato (circa il 38% se confrontato con la raccolta premi totale Ania e il 20% della base dati Ivass, l’Autorithy per le assicurazioni). A livelllo nazionale l’Autorità, invece, rileva un andamento in costante diminuzione: -0,9% nel primo trimestre 2019, tendenza che sembra a prima vista continuare anche nel secondo trimestre. Ma a cambiare del tutto è anche la metodologia: l’Autorità rileva i prezzi effettivi (dopo gli sconti) con cui sono stati conclusi i contratti, mentre i comparatori analizzano i preventivi online (prima cioè di eventuali ribassi). Anche la base dei dati è diversa: sul comparatore, appunto, sono presenti solo le società convenzionate, mentre Ivass può contare su un campione stratificato di 2 milioni di targhe.

Le autorità sanitarie americane si interrogano sulla responsabilità della sigaretta elettronica Juul nelle convulsioni di alcuni utilizzatori.
Juul, la sigaretta elettronica, che è stata un successo clamoroso presso gli studenti delle scuole superiori americane, è oggetto grande l’attenzione delle autorità sanitarie americane. Secondo il Wall Street Journal, la Food and Drug Administration (FDA) ha aperto un’indagine a seguito delle pressioni esercitate da un certo numero di utenti che avevano subito convulsioni. “L’obiettivo è quello di stabilire un potenziale rapporto di causa-effetto”, ha detto Mitch Zeller, direttore delle comunicazioni della FDA.