di Luca Gualtieri
Leonardo del Vecchio avrà tempo fino a giovedì 3 ottobre per scoprire le carte su Mediobanca. Entro quella data infatti i soci potranno presentare le integrazioni all’ordine del giorno dell’assemblea del 28 ottobre, primo momento di confronto tra il presidente esecutivo di EssilorLuxottica e il top management dell’istituto. L’obiettivo di Del Vecchio sarebbe chiedere la modifica di alcuni articoli dello statuto a partire da quelli che disciplinano la carica dell’amministratore delegato. Una mossa ambiziosa che richiederebbe all’imprenditore la sponda di altri azionisti per raggiungere le maggioranze qualificate richieste dall’assemblea straordinaria. Senza dimenticare che la procedura di convocazione della straordinaria è più complessa di quella per l’ordinaria e potrebbe richiedere un passaggio autorizzativo con la Bce. Insomma, non sarà una passeggiata. Tanto più che la variabile più rilevante non è ancora stata smarcata: Unicredit (primo azionista di Mediobanca all’8,81% e pivot dell’accordo di consultazione) non ha scoperto le carte e preferisce per il momento non alimentare sospetti su un asse con Del Vecchio, con cui pure i rapporti sono eccellenti. Chi conosce il ceo Jean Pierre Mustier sa però che il banchiere è molto sensibile al tema della corporate governance e potrebbe essere favorevole a un intervento su quella di Mediobanca per allinearla agli standard internazionali. Ma anche le scelte di Mustier, come quelle di Del Vecchio, non saranno semplici. I soci di Mediobanca sono consapevoli che intervenire sullo statuto potrebbe riaprire questioni spinose, a partire dalla contestazione di un controllo di fatto da parte di piazza Gae Aulenti. Una problematica di cui l’attuale governance è una risposta ma che, nell’eventualità di una modifica, potrebbe tornare di stretta attualità. C’è poi il tema del rapporto con gli investitori istituzionali: le best practice suggeriscono di condividere ogni modifica statutaria con il mercato prima di sottoporla al voto dell’assemblea. Non è chiaro però se, in questo caso, i proponenti avranno il tempo o la volontà per farlo prima di rivolgersi ai soci. Se insomma molti scenari rimangono aperti, al momento i soci storici di Mediobanca (che
oggi si riuniranno nel meeting periodico dell’accordo di consultazione sotto la presidenza di Angelo Casò) sembrano schierati a sostegno della continuità. Così ad esempio alla vigilia si sono espressi il fondatore di Mediolanum Ennio Doris («In questi anni la banca ha dato ottimi risultati») e l’imprenditore delle ceramiche, Romano Minozzi, («confermo il mio sostegno all’ad Alberto Nagel»). (riproduzione riservata)
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