di Luca Gualtieri
La strada verso le Generali passa per Mediobanca ed è al Leone di Trieste che Leonardo Del Vecchio starebbe guardando dando fuoco alle polveri nel più delicato crocevia della finanza italiana. Ieri Delfin, la cassaforte lussemburghese del presidente esecutivo di EssilorLuxottica, ha annunciato l’acquisto del 6,94% della merchant milanese, una mossa che ha spiazzato il mercato ma non i vertici della merchant milanese. Nei giorni scorsi sarebbe stato lo stesso Del Vecchio a informarne l’amministratore delegato Alberto Nagel nel corso di una telefonata che una fonte definisce «cordiale». Toni costruttivi usa anche la nota con cui Delfin spiega le ragioni dell’acquisto della quota (che sul mercato vale 580 milioni di euro): «L’investimento rappresenta per Delfin un’ottima opportunità per la qualità, la storia e le potenzialità di crescita di Mediobanca in Italia e all’estero. Siamo un azionista di lungo periodo e daremo il nostro sostegno per accelerare la creazione di valore a vantaggio di tutti gli stakeholder», conclude la nota. Le azioni sarebbero state acquistate sul mercato nei giorniscorsi, ma non sembra che a vendere siano stati gli azionisti storici (riuniti da gennaio scorso in un patto di consultazione dopo la scadenza del vecchio sindacato di voto) e neppure Vincent Bolloré, che esattamente un anno fa liberava il suo 7,9%. A questo punto non si esclude che, previa autorizzazione della Bce oltre il 9,9%, Delfin possa comprare ancora, soprattutto in vista dell’assemblea convocata per il 28 ottobre. Quella infatti per Del Vecchio potrebbe essere la prima occasione per manifestare le proprie intenzioni verso nei confronti del top management, anche in vista del nuovo piano industriale che sarà presentato al mercato che il successivo 12. Sarà interessante anche vedere come Del Vecchio si relazionerà con gli altri soci storici di Piazzetta Cuccia, a partire da Unicredit. I rapporti tra il presidente esecutivo di EssilorLuxottica e Jean Pierre Mustier, ricorda qualcuno, si sono cementati nell’ambito della recente partita Ieo-Monzino che ha visto invece Mediobanca nel ruolo di antagonista. Anche se l’anno scorso quella vicenda si è chiusa con una tregua tra le parti, la ruggine rimasta potrebbe influenzare le scelte attuali.
Gli effetti più dirompenti della mossa di ieri però potrebbero interessare la partecipazione più preziosa di Mediobanca, cioè quelle Generali di cui Del Vecchio è azionista di riferimento al 4,86%. Giocare un ruolo chiave in Piazzetta Cuccia significa infatti entrare in quel delicato meccanismo di trasmissione del potere finanziario che arriva fino al Leone di Trieste. (riproduzione riservare)
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