di Caterina Barbi
Huawei ha accusato il governo americano di aver condotto cyberattacchi contro il proprio intranet e sistema di informazioni interno e di aver arrestato e detenuto illegalmente dipendenti e business partner. Nonostante non abbia ancora fornito prove, la società ha incolpato il governo di Washington di «istruire le forze dell’ordine a minacciare, costringere, attirare e incitare sia i dipendenti attuali che ex Huawei a ribellarsi alla società e lavorare per loro». Nel comunicato stampa, il gruppo ha poi smentito quanto pubblicato dal Wall Street Journal la settimana scorsa riguardo al furto di proprietà intellettuale. I cinesi negano di aver rubato brevetti per foto camere da smartphone, puntando il dito contro il produttore portoghese Rui Oliveira, che starebbe «sfruttando la situazione geopolitica». «Resta il fatto che nessuna delle principali tecnologie di Huawei è stata oggetto di un procedimento penale contro la società e nessuna delle accuse sollevate dal governo degli Stati Uniti è stata supportata con prove sufficienti», ha commentato il gruppo in una nota. «Condanniamo fermamente lo sforzo maligno e concertato del governo degli Stati Uniti per screditare Huawei e frenare la sua posizione di leader nel settore». Il dipartimento di Giustizia di New York, che gestisce altri casi legati al gruppo cinese, non ha ancora rilasciato commenti. Va ricordato che le grane legali di Huawei non si limitano al produttore portoghese, in quanto il gruppo ha ricevuto accuse anche da Cisco e T-Mobile. Le più gravi, che arrivano dal governo Usa, riguardano spionaggio industriale e violazioni delle sanzioni imposte sull’Iran, e hanno fatto della compagnia, il più grande fornitore al mondo di tlc e secondo produttore di smartphone, il bersaglio di numerose tariffe. Trump ha anche fatto pressione sui Paesi alleati affinché non siglino contratti per lo sviluppo del 5G. Gli ultimi permessi di compagnie americane per la compravendita di prodotti tlc cinesi sono scaduti all’inizio del mese e con l’escalation della guerra dei dazi, Huawei sarà costretta a lanciare il Mate 30 e quello Pro senza Android. (riproduzione riservata)
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